La FIA attraverso un comunicato, ha deciso sulla questione che ha coinvolto la Red Bull nella manipolazione della vettura in regime di parco chiuso. L’illecito riguardava il sistema che teoricamente permetteva alla RB20 di modificare l’altezza da terra per mezzo del T-Tray, ovvero la parte frontale della monoposto.
Come riportato dal comunicato ufficiale, la scuderia con sede nel Regno Unito (con licenza austriaca), non ha commesso alcun illecito relativo al regime di parco chiuso (QUI articolo precedente), dopo aver avuto modo di ispezionare la documentazione, i filmati sulle monoposto e aver verificato in prima persona il funzionamento del dispositivo.
Di seguito quanto comunicato dalla FIA:
“La Federazione Internazionale controlla regolarmente la conformità dei team di Formula 1 ai regolamenti tecnici, sportivi e finanziari e questo può portare a controlli a campione sul circuito o a ispezioni e indagini direttamente nelle fabbriche. Allo stesso modo, è prerogativa dei team portare all’attenzione della Federazione qualsiasi preoccupazione sulla conformità ai regolamenti degli altri concorrenti e questo fenomeno è chiaramente intensificato nei campionati in cui la competizione per la vittoria finale è più serrata, come è avvenuto nel 2024.
La FIA prende molto sul serio qualsiasi problema di questo tipo e cerca di andare oltre a tutti i controlli di conformità che effettua nei week-end di gara.
Nell’ambito di questo processo di valutazione, i delegati tecnici della Federazione hanno visitato la sede della Red Bull Racing per indagare a fondo sulle recenti accuse relative al design del pavimento anteriore del fondo e al suo utilizzo. L’indagine si è conclusa rilevando che non c’è stata alcuna violazione, confermando dunque la posizione già adottata dalla FIA durante il Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin”.