David Copperfield – Lo sceneggiato è una fedele trasposizione televisiva dell’omonimo romanzo di Charles Dickens. La storia comincia con il racconto dell’infanzia di David con le sue dure esperienze. Prima il secondo matrimonio della madre, i maltrattamenti del patrigno Edward Murdstone, il collegio, la morte della madre, il lavoro a Londra e la fuga dalla zia Betsey. Seguono poi le vicende di David adulto: il lavoro, il matrimonio con Dora e, dopo la morte di lei, il secondo matrimonio con Agnese, che finalmente gli dona la tranquillità.
“David Copperfield” andò in onda nel 1965 (tre anni di prima de “La freccia nera”). E, anche quest’altra opera,il regista fu da Anton Giulio Majano. E anche questa ottenne uno straordinario successo. Infatti ebbe una media di quindici milioni di spettatori a puntata.
Per quanto minori rispetto al capolavoro di Dickens ovvero “Oliver Twist”, anche in quest’opera trasparono tutti i problemi sociali denunciati dall’autore. Sfruttamento minorile, problemi sociali estremi, disuguaglianze di trattamento fra ricchi e poveri. Esempio: il giovane Copperfield (Giancarlo Giannini) conosce una famiglia; famiglia finisce interamente in prigione per debiti (compresi i bambini). Al contrario James Steerforth, un amico di Copperfield, seduce ed abbandona una ragazza ma, grazie alle ricchezze del padre, graziato.
Non mancarono però le critiche. Se le interpretazioni di Giannini e di Wanda Capodaglio nel ruolo della zia Betsey furono elogiate, il regista fu fatto oggetto di svariate critiche, fra cui quella di semplificazione. Di aver praticamente ignorato diversi aspetti chiave del romanzo in favore di un certo patetismo tipico italiano.
Se la semplificazione può essere visto come un male per un aspetto, dall’altro però cio servì al regista per mettere maggiormente in risalto i sentimenti e, soprattutto, le personalità dei vari personaggi. Così la bontà d’animo del protagonista, e di chi gli è accanto, entra in contrasto con i vari antagonisti della storia. E, in fondo, ciò era anche l’obiettivo dell’autore: criticare la crudeltà del mondo della sua epoca con l’animo “innocente” dei suoi protagonisti.
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