Abbiamo assistito al concerto – spettacolo di Elio, nome d’arte di Stefano Belisari, ex frontman della leggendaria band prog-rock demenziale Elio e Le Storie Tese, in cartellone per la decima edizione del fortunato Festival “Agerola sui Sentieri degli Dei“.
Il musicista meneghino, divenuto celebre nel corso degli anni anche grazie alle sue frequenti attività extra-musicali, come, ad esempio, la partecipazione a programmi del calibro di Mai Dire Gol, X Factor e, di recente, alla hit di Amazon Prime “LOL“, che ne ha amplificato a dismisura l’apprezzamento specie tra i più giovani, ha partecipato al festival proponendo il suo ultimo spettacolo, “Ci Vuole Orecchio“, con regia del maestro Giorgio Gallione, dedicato alla figura del cantautore Enzo Jannacci, personaggio di riferimento e di raccordo per la musica, grazie anche alle sue storiche collaborazioni con l’amico Giorgio Gaber, e per la comicità italiana più moderna, surreale e nonsense, filone che vede proprio in Elio il suo più recente capostipite.
Lo spettacolo si compone in una selezione di brani di Jannacci (Ci Vuole Orecchio, Aveva un Taxi Nero, Silvano, Faceva il Palo nella Banda dell’Ortica, La Luna è una Lampadina, L’Armando e molti altri), arrangiati dal maestro Paolo Silvestri, intervallati da una serie di scenette, di monologhi letti, recitati ed interpretati da Elio, riguardanti i temi più disparati: dall’assurdità delle nuove mode culinarie e “calzaturali” (come lui stesso le ha definite), all’imbarbarimento del lessico televisivo, con riferimenti ad Umberto Eco e Dario Fo, al microcosmo di quartiere, tornando sempre a quello che è il vero e proprio fil rouge della produzione di Jannacci: Milano e la sua gente.
L’intera serata, infatti, è costruita su fondamenta che poggiano sulla cultura popolare meneghina, fatta di persone comuni, di accattoni, di gelosie, di crimini di passione, di pettegolezzi e di malelingue, quel sottobosco della Milano da bere, che potrebbe definirsi “Milano comune”, perennemente presente nella produzione di Enzo Jannacci, fondamenta che emergono prepotentemente sia nei temi che nei testi, a volte cantati seguendo l’originale testo in dialetto.
La messa in scena applica fedelmente quella che è l’estetica artistica del Belisari: dai completi fantasiosi, curati da Elisabetta Menziani, quasi lisergici, indossati dalla band, alla scenografia, curata da Lorenza Gioberti, essenziale ma coloratissima, ai vari divertissements musicali impiegati, con finti errori d’intonazione e tempo e vari siparietti tra i musicisti in scena. Tutto ciò che viene proposto allo spettatore dimostra l’immensa caratura professionale ed artistica dello showman meneghino, che si conferma essere una delle firme più autorevoli del nostro nutritissimo panorama culturale.
Magistrale, come ci si aspetta da uno come Elio, che vive e respira musica da oltre un cinquantennio, la scelta della giovanissima band di accompagnamento: Seby Burgio, classe ’89, al pianoforte, Martino Malacrida, classe ’88, alla batteria, Pietro Martinelli, classe ’88, al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri, classe ’92, al sassofono e Giulio Tullio, classe ’97, al Trombone.
Il Festival “Agerola Sui Sentieri degli Dei” si terrà dal 21 luglio al 6 settembre, con decine di eventi in cartellone ed artisti come Ermal Meta, Arisa, Marisa Laurito, Noa e Gene Gnocchi pronti ad esibirsi. La partecipazione agli eventi è gratuita, ma richiede la prenotazione obbligatoria, fino all’esaurimento dei posti disponibili.