Il “Duca in Bianco” si è spento all’età di 69 anni, lasciandoci i suoi testi e la loro sconfinata magia
David Bowie non c’è più, si è spento dopo 18 mesi di lotta contro il cancro, il mondo ha perso un artista eclettico dall’infinita creatività e sconfinata capacità di trasformismo, dando vita a canzoni indimenticabili che resteranno per sempre nel cuore di tutti.
Tra i suoi più grandi successi ricordiamo “Space Oddity“, composta in un momento di crisi, che esprime tutta la voglia di evadere dai media e dal controllo esercitato dalle case discografiche oltre che un profondo desiderio di alienazione e pace interiore. Questa canzone viene tutt’oggi ritenuta una delle più belle di tutti i tempi, usata anche come colonna sonora per quanto riguarda molti documentari dell’epoca sull’allunaggio dell’Apollo 11.
https://youtu.be/cYMCLz5PQVw
Sempre caratterizzato dalla descrizione di atmosfere surreali e viaggi fantastici, con la voglia di cambiare costantemente dentro di sé, compose l’album “Hunky Dory“, da cui derivano “Changes” e sotto il titolo famosissimo di “Life on Mars?“, la storia di una ragazza che per fuggire dalla realtà che la circonda si immerge nello zapping televisivo, dalla criptica interpretazione e di cui Bowie dirà:«Penso che si senta tradita, che sia delusa dalla realtà. Penso che, pur vivendo una realtà deprimente, sia convinta che in un luogo imprecisato c’è una vita che vale la pena di vivere e che sia amaramente insoddisfatta per il fatto di non avervi accesso… Suppongo che adesso mi farebbe pena, all’epoca provavo una sorta di empatia con lei».
https://youtu.be/v–IqqusnNQ
Leggendaria la sua apparizione alla trasmissione britannica “Top of the pop’s” nel 1972 al debutto di “Starman”, anche questo un testo dall’interpretazione controversa: in molti ritengono che vi siano elementi che addirittura rimandino alla seconda venuto di Cristo sulla terra, altri invece, più semplicemente, ritengono si riferisca all’esaltazione di una superstar che da persona comune viene eretto dalla massa a simbolo e idolatrato come tale.
Ma la sua vita è stata caratterizzata, in buona parte, anche da molti eccessi, che più volte lo hanno condotto sul baratro della morte:«junkie, strung out in heaven’s high, hitting an all-time low»,si definirà reinterpretando major Tom in “ Ashes to Ashes“. Proprio in uno di questi cronici periodi di decadenza deciderà di rifugiarsi a Berlino, dove comporrà una trilogia di album, tra cui “Heroes“, da cui viene tratta l’omonima canzone che il “Duca in Bianco” affermerà di aver composto ispirato dall’osservare una coppia di innamorati che si incontravano sulla torretta di guardia al confine del famoso muro; il suo produttore tuttavia affermerà che in realtà si trattava dello stesso Bowie e una ragazza che aveva conosciuto all’epoca.
Il suo genio musicale gli ha permesso di cimentarsi in generi così distanti tra loro da essere inconciliabili, e che invece lui è riuscito a trattare con eccezionali risultati; basti pensare all’enorme differenza che si può notare tra brani come “Rebel Rebel” e ” Let’s Dance “, che tuttavia sono stati scritti e composti dalla stessa persona.
Gli infiniti cambiamenti, le collaborazioni con altri artisti, le numerose sperimentazioni da “Tin Machine” fino a tempi più recenti,con il musical “Lazarus” e il suo ultimo album “Blackstar“, ne hanno fatto un pioniere della musica, con l’immensa voglia di esplorare e l’assenza di paura nel fallire.
È così che vogliamo ricordare David Bowie: noi potremmo essere eroi, almeno per un giorno, ma tu per la musica sarai un eroe in eterno.