De Gregori: “Live” Roma


Francesco De Gregori torna sulla scena e sceglie la sua Roma come prima tappa del “Vivavoce Tour”

Palalottomatica gremito in ogni ordine di posti per questo ritorno in grande stile il 20 marzo c.a. Noi di ” Magazine Pragma”, non potevamo mancare nella maniera più assoluta.
Alle 21.00, in perfetto orario, De Gregori arriva sulla scena con la carica che lo ha sempre contraddistinto.- Felice ed emozionato di iniziare questo tour proprio da qui-. Si parte con Finestre Rotte, Viva l’Italia e Panorama di Betlemme. Non è un semplice concerto: è una festa tra amici che, finalmente, dopo tanto tempo, si ritrovano e festeggiano cantando insieme.
Il pubblico è completamente eterogeneo. Si possono incontrare ragazzine di meno di vent’anni, padri di famiglia, donne con bambini piccoli. Insomma, la grande famiglia del principe è aperta a tutti e unisce in modo viscerale intere generazioni. Si passa da Caterina, ad alcune canzoni dell’Album “Sulla strada”, lavoro del 2012. Tradotto, De Gregori prova a miscelare i suoi brani, non trascurando chi segue il cantautore da poco tempo.

Poi tocca alle classiche: la Donna Cannone e Buonanotte Fiorellino ed è da notare che De Gregori non parla mai con il pubblico. Canta senza nessun intervallo. Tra le canzoni che hanno colpito di più, Niente da Capire, proposta al popolo in una versione inedita che trasporta gli spettatori che applaudono in più riprese. Il Maestro si ferma solo per presentare la sua band, formata da ben 11 elementi : Stefano Parenti alla batteria, Alessandro Arianti al piano, Elena Cirillo violino e cori, Giorgio Tebaldi al trombone, Giancarlo Romani alla tromba, Stefano Ribeca al sax, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino, Paolo Giovenchi e Lucio Bardi alle chitarre, e ovviamente il fido Guido Guglielminetti a basso, contrabbasso e agli arrangiamenti.

Sulla canzone “Vai in Africa, Celestino“, il concerto sembra chiudersi, ma dopo pochi minuti il Principe rientra e con “Alice“, che fa impazzire i quasi 10.000 del Palalottomatica. Arriva cosi la conclusione con Can’t help falling in love, cover del mitico Elvis. Una curiosità: la leggenda del rock era solito chiudere i suoi concerti con questa canzone e con le luci accese. Ma De Gregori, in vena di sorprese regala altri due brani: Cose e Volavola, quest’ultima con la partecipazione dell’amico di sempre Ambrogio Sparagna, che durante il concerto aveva accompagnato il Principe nella esecuzione di “Sotto le stelle del messico a trapanàr”. Dopo 27 canzoni e quasi 3 ore di concerto la prima tappa del tour passa nella soffitta dei ricordi. Qualcuno si aspettava canzoni del tipo “Compagni di Viaggio”,  “Atlantide” e “L’Angelo di Lione”, io pensavo ad un omaggio a Pasolini, visto che si trattava di materia Capitolina.

Alle prossime tappe, sapremo qualcosa di più di questo tour che ha superato con un bel voto la prova del battesimo.

 

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