Ezio Bosso: da Sanremo a Londra


Dopo l’ospitata sanremese, Ezio Bosso è atteso alla Royal Opera House di Londra

La partecipazione dell’artista, più conosciuto all’estero che in Italia, ha spaccato l’opinione pubblica che non ha tardato a farsi sentire sulle piattaforme dei social networks.

Pianista e bassista di un gruppo pop, compositore e direttore d’orchestra, scopre nel 2011 di essere affetto da SLA; come ogni persona che si trova a questo atroce bivio nella sua vita, fa i conti con sé stesso, con la sua vita e soprattutto con il suo lavoro. E continua a vivere; a comporre, a suonare e a viaggiare per l’ Europa con la sua musica.

Dopo l’apparizione sanremese ha debuttato a Londra il nuovo spettacolo del Royal Ballet con le musiche di Ezio Bosso ‘Within the Golden Hour’, di Christopher Wheeldon, alla Royal Opera House mentre sabato 13 febbraio Bosso  dirigerà la Lituanian Chamber Orchestra al Teatro Filarmonico di Vilnius (Lituania) con la partecipazione del violinista Sergey Krylov.

Incontra la musica in età scolare, comincia a suonare all’estero da adolescente e arriva a Sanremo come tutti gli artisti: per lanciare il suo più recente lavoro discografico. E’ chiaro che la sua presenza sulla sedia a rotelle non può non riportare il discorso sulla malattia, sulla ricerca che fa sempre fatica a decollare per mancanza di fondi e sul buonismo tipico delle genti italiche. Ma ci sembra offensivo per il suo percorso artistico ridurre la sua partecipazione al Festival di Sanremo ad un’unica motivazione: la sua malattia.

Il web si è spaccato in due, tra chi ha condiviso -commosso- il video della sua esibizione sul palco dell’ Ariston e chi, invece, ha preferito soffermarsi sull’inciampo, sulla sua emozione e sulla fatica che fa a parlare, a deglutire, a respirare, accusando gli autori della manifestazione sanremese di aver voluto giocare la carta della pietà per fare ascolti; i paragoni col mai abbastanza compianto Michel Petrucciani sono fioccati e qualcuno ha invocato anche il tanto bistrattato Giovanni Allevi con relativi raffronti.

In realtà la musica di Ezio Bosso emoziona anche ad occhi chiusi e arriva a tutti quelli che la musica la amano;  il suo messaggio ha parlato alle persone, agli uomini e le donne, a quelli che vivono la malattia e a quelli che  assistono i loro congiunti in questo difficile percorso. Buonismo, dunque, o un pizzico di quell’umanità che -spesso- resta, immota manet, nelle nostre tasche?

la musica, come la vita, si può fare in un solo modo: sempre insieme

immagine di copertina: Quotidiano piemontese

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