“Intervista esclusiva al soprano Federica Vitali. Dai suoi suoi anni di studio, di passate produzioni, ai suoi sogni, e ai prossimi appuntamenti che la vedranno protagonista”.
Chi è Federica Vitali?
“Federica Vitali è una ragazza che fino a qualche anno fa non avrebbe neanche lontanamente immaginato di saper cantare, figuriamoci fare del canto il proprio lavoro”.
Quando hai iniziato a studiare canto?
“Ho cominciato a prendere lezioni per pura curiosità a 21 anni”.
Federica, che rapporto hai con la tua voce?
“Come penso per ogni cantante, il rapporto con la mia voce è altalenante. Posso dire di amarla, ma nei momenti di cambiamento, perché le voci sono in continuo assestamento e cambiano col tempo, ci sono momenti di crisi”.
La tua famiglia ti è stata di aiuto nello studio della musica?
“Moltissimo. Mi hanno sempre sostenuta e hanno creduto in me durante tutte le fasi di crescita e anche nei momenti difficili”.
Ha mai avuto difficoltà nel fare un ruolo che non ti piace?
“Certamente. Mi è capitato all’inizio, con i primi ruoli che affrontavo, di dover interpretare personaggi che non sentivo vicini musicalmente parlando e soprattutto caratterialmente, ma il lavoro di un artista è anche quello di calarsi in ruoli molto diversi rispetto al proprio io e riuscire a renderli comunque credibili. Alcuni, alla fine, mi hanno fatto scoprire lati di me che non pensavo di avere”.
Come ti senti quando entri sul palco?
“La prima cosa che penso appena prima di entrare è “ma chi me l’ha fatto fare” poi invece appena metto piede sul palco sento solo di essere nell’unico posto in cui dovrei essere”.
Come vedi il futuro dell’opera lirica?
“Durante le produzioni che ho fatto e anche il quelle a cui ho assistito ho visto sempre i teatri pieni e questo mi fa ben sperare che ci possa essere un futuro. Del resto l’opera ha resistito sempre e dopo centinaia di anni ancora fa emozionare e quindi sono ottimista”.
Ha mai avuto un cantante di riferimento?
“Certamente. Ci sono diversi soprani sia del passato che del presente che mi hanno fatto avvicinare all’opera e che ascolto e ammiro. Tra tutte il primo soprano che io abbia mai ascoltato, venerato e che ho avuto la possibilità di conoscere è Monserrat Caballè, che tra l’altro è anche nata il mio stesso giorno”.
Come e quando nasce la tua passione per la musica?
“La musica mi ha sempre accompagnata durante la mia adolescenza, ma in modo incostante e sotto forme diverse. Ho suonato il sassofono, ho danzato e cantavo musica leggera, ma di nascosto. È scoppiata la passione quando a 20 anni ho ascoltato per caso su internet la traviata con Angela Gheorgiu”.
Fin dai primi studi hai compreso che saresti stata una soprano?
“Si, non ci sono mai stati dubbi sul registro vocale”.
Fin da giovanissima ti sei affermata come uno dei migliori talenti della lirica vincendo il premio Spiros Argiris. Qual è il segreto per il successo?
“Ancora non lo so con certezza. Credo che bisogna avere sicuramente del talento grezzo di base e poi dedicarsi allo studio e al lavoro su se stessi, la propria voce e lo spartito e avere una propria unica personalità sul palco. E fondamentale è avere qualcuno che crede in te e ti aiuta nel percorso”.
Nel 2010 hai debuttato ne La Cambiale di Matrimonio con il ruolo di Clarina: cosa ricordi di quei momenti?
“Ero molto incosciente e non sapevo bene cosa aspettarmi, era un gioco bellissimo. La prima volta che hai un’orchestra che suona sotto di te è una specie di droga, poi non puoi più farne a meno”.
La Serva Padrona, La Boheme, La Traviata, hai lavorato in diverse opere: ce n’è una alla quale sei particolarmente legata?
“Sicuramente Bohème, è stata la prima opera da protagonista che ho cantato. La prima volta che il mio personaggio è morto in scena, quindi il primo dramma. E poi Puccini è il compositore che più amo e sento vicino al mio animo”.
Nella tua carriera ti sei ispirata o ti ispiri ancora a qualche grande artista della musica lirica?
“Certo, ci sono grandi nomi che ascolto sempre quando studio un ruolo, come Maria Callas, Renata Tebaldi, Monserrat Caballè, Maria Chiara, Mirella Freni, ma cerco di non cadere nell’errore di tentare di copiare le grandi del passato e vorrei riuscire a essere me stessa”.
In quale opera ti piacerebbe esibirti in futuro?
“Tra i ruoli che sogno di poter fare da grande ci sono Tosca e Aida. Già comunque sto affrontando tanti ruoli che sognavo di poter cantare e ne sono felicissima”.
Sei stata la prima Malvy di Una Divino Commedia: com’è lavorare con un premio Oscar quale Bacalov?
“È stato bellissimo perché era un grande musicista, ma anche un fantastico uomo, umile, dolce e sempre sorridente”.
Hai una passione che coltivi nel tempo libero, durante le pause dal lavoro?
“Una sola no. Mi piacciono gli animali, il cinema, fare lavori di bricolage e ho la passione per le unghie visto che sono un onicotecnica, faccio cioè ricostruzione unghie”.
Come definiresti la musica?
“Tutto al mondo è musica, è la base fondamentale di tutto”.