Francesco De Gregori continua il suo fortunato tour in Campania
Dopo Napoli, il principe regala alla regione Campania un’ altra tappa. Questa volta tocca ad Avellino.
Presso il Teatro Gesualdo il Principe dimostra ancora una volta di essere a suo agio anche negli ambienti più piccoli. Noi di Magazine Pragma, abbiamo seguito la prima data del Vivavoce tour partito da Roma, in un Pala Lottomatica sold out.
La scaletta è restata praticamente la stessa, ma questa volta si è avuta la sensazione che lo spettatore sia tornato a casa pienamente soddisfatto. Ambiente raccolto, il maestro esegue ed il “pubblico pagante” resta in religioso silenzio perchè sedotto dalla buona musica e dalle parole. Il concerto si apre con “Finestre Rotte“, De Gregori è in formissima e la sua voce non subisce tagli del tempo. Poi si passa alle classiche “Viva L’Italia”, Caterina ed il Panorama di Betlemme. Momento quasi mistico quando a sorpresa e per la gioia emozionata del sottoscritto arriva “Atlantide” e la meravigliosa “Caldo Scuro”: poesia che sposa la melodia.
A metà concerto arriva “Niente da Capire”, con una versione pop, dove il Maestro si diverte a giocare con il pubblico. La stessa cosa si verificò pure a Roma.
Infine arriva la chiusura con “Buonanotte Fiorellino” e la presentazione della band: al basso Guido Guglielminetti, alla batteria Stefano Parenti, Paolo Giovenchi e Lucio Bardi chitarre, alle tastiere Alessandro Arianti, Alex Valle chitarre e pedal steel guitar, al violino Elena Cirillo, al trombone Giorgio Tebaldi, alla tromba Giancarlo Romani e al sax Stefano Ribeca.
Finito? Nemmeno per sogno, il Principe torna sulla scena con il classico “Non potevamo lasciarvi così” e regala al suo popolo “Alice”, “La donna cannone” e “Rimmel”.
Altra similitudine con Roma ma diverso finale: De Gregori va via, ma torna per l’ultima volta sul palco. Vola-Vola ed il Bis di Buonanotte Fiorellino segnano il saluto finale ed il game over del concerto.
Francesco De Gregori sa benissimo cosa è la Musica e per due ore tonde tonde riesce ad incantare il pubblico facendolo emozionare come solo un grande può fare.
