Intervista esclusiva alla cantante messinese, che ha lanciato il nuovo album di inediti “Senza Paracadute”
<strong>Giovanna D’Angi, a partire dal 21 dicembre scorso ha lanciato il suo nuovo disco “Senza Paracadute” su piattaforme digitali, mentre a partire dall’11 gennaio l’album è uscito anche su supporto fisico. La carriera dell’artista siciliana è iniziata nel 2005 quando ha preso parte al Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte. Da quel momento, per lei è cominciato un percorso di grande successo come interprete di musical, debuttando al Teatro Sistina di Roma con lo spettacolo “Hairspray” nel ruolo della protagonista Tracy.
Successivamente ha preso parte a tanti altri popolari show, girando l’Italia come perfomer di musical, e collaborando con artisti di grande notorietà quali Paolo Ruffini, Michelle Hunziker, Bianca Atzei, Sergio Muniz, Iva Zanicchi, Gabriele Cirilli e Roberta Lanfranchi.
Abbiamo raggiunto Giovanna D’Angi, che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva nella quale ci ha parlato di “Senza Paracadute”, raccontandoci alcuni retroscena sulla realizzazione e sulle caratteristiche del suo nuovo progetto discografico, pubblicato dall’etichetta discografica Senza Dubbi S.a.s. e distribuito da Believe.
Giovanna, dopo una lunga pausa, sei tornata a realizzare un album discografico: come mai hai fatto questa scelta?
Perché Raffaele Viscuso, che aveva già scritto il brano che mi permise di partecipare al Festival di Sanremo del 2005, ha incrociato di nuovo il mio cammino tre anni fa. Non ha mai smesso di credere in me e mi ha proposto di tornare a lavorare insieme, e da questa collaborazione è nato “Senza Paracadute”. Non ho mai abbandonato l’idea di portare avanti la mia musica, ma mi mancava un compagno d’avventura per provarci… ed eccoci qua!
Quali sono state le emozioni, le sensazioni che hai provato nel tornare in una sala di registrazione?
La sensazione è sempre uguale: una bambina che entra in un negozio di giocattoli e ha la possibilità di giocare con tutto quello che si ritrova davanti.
Qual è stata la genesi del progetto di “Senza Paracadute?”
Ci siamo ritrovati a scegliere dei brani, abbiamo registrato i vari provini, abbiamo valutato quali potessero essere gli arrangiamenti adatti… senza fretta, abbiamo seguito il cuore ed è nato un progetto al quale tengo molto.
“Senza Paracadute”: hai scelto questo titolo per il disco perché ha un significato particolare?
Per realizzare il disco ci siamo affidati inizialmente ad una campagna di crowdfunding che aveva bisogno di un nome. Abbiamo scelto di getto, proprio come si fa quando decidi di lanciarti, ma noi lo abbiamo fatto consapevoli di non avere un paracadute: credere nei nostri mezzi ci ha portato fortuna.
Nell’album ci sono collaborazioni importanti come nel brano “Un amore senza fine”, scritto da Raffaele Andrea Viscuso e Mauro Lusini, lo stesso autore che ha composto “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”: un grande onore o una responsabilità in più?
Entrambe le cose… un grande onore, ma allo stesso tempo la responsabilità di dar voce al pensiero e ai sentimenti di chi ha scritto determinate cose. Poter interpretare qualcosa di così bello è una grande fortuna.
Quali sono le caratteristiche di questo album?
È un album vario ma coerente, c’è una Giovanna inedita per quanto riguarda sfumature e ricerca vocale, è un album con tutta la mia positività e la mia gioia di vivere.
C’è una canzone che ti rappresenta meglio delle altre, alla quale sei più legata?
Sicuramente la traccia che si avvicina al mio modo di essere è “Anima libera”, scritta da Raffaele Viscuso insieme a Gaetano Capitano, autore presente anche nel CD realizzato da Gazzè/Fabbri/Silvestri. Il titolo dice tutto… sono sempre stata un’anima libera che ha sempre ringraziato la vita per tutte le opportunità e per tutte le batoste, perché se cresci è anche grazie a quelle.
“Senza Paracadute” è online dal 21 dicembre e su supporto fisico dall’11 gennaio: come stanno reagendo i fan?
Direi bene! Il progetto piace molto, stiamo avendo un ottimo riscontro, stiamo crescendo piano piano, con l’obiettivo di raggiungere più cuori possibili.
In questi anni sei stata protagonista di diversi musical di successo: quest’esperienza ha in qualche modo influito sulla stesura dei brani del disco?
Da un punto di vista attoriale/interpretativo sicuramente aiuta, cerco sempre di portarmi dietro tutto quello che ho imparato negli anni sui palchi dei teatri più belli d’Italia per tirarlo fuori al momento giusto. Ho sempre amato “interpretare” le canzoni in un determinato modo. È bello dare il peso giusto ad ogni parola, e i grandi maestri del teatro ti insegnano a farlo.
Ti senti più a tuo agio come cantante o come attrice di musical?
Sono due cose che, per quanto simili, risultano totalmente diverse. A teatro posso essere chi voglio, mi calo nei panni di un personaggio che ha una sua voce, un suo atteggiamento, una sua storia. Sul palco dei miei live sono semplicemente io, lì le mie mozioni sono totalmente a nudo per il pubblico. Sono a mio agio quando sto bene, ed in entrambi i casi succede sempre di stare tanto tanto bene!
C’è un artista al quale ti ispiri solitamente?
Sono cresciuta a pane, Celine Dion e Aretha Franklin, e in generale con le star del soul.
Hai esordito a Sanremo nel 2005: nostalgia del Festival?
Nostalgia no, è stata una grande esperienza, un grande trampolino, ma allo stesso tempo un grande frullatore. Ricordo ancora la frenesia e lo stress. Rimane un grandissimo sogno coronato a soli 19 anni.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Musica e teatro sempre presenti! Tanti live per far conoscere in giro “Senza Paracadute”, e poi quello che la vita mi offrirà, sarò pronta ad accoglierlo!
Patrizia Gallina