“I miei cinque anni al Liceo”, la lettera anonima di uno studente siculo:”I giovani si armino della parola”


Parole forti e decise. Parole di uno studente che ha deciso, tramite una lettera anonima di raccontare la propria esperienza in un Liceo Scientifico siculo.  La storia narrata è la sua ma nello stesso tempo quella di molti studenti, costretti a vivere delle situazioni spiacevoli.  Ieri come oggi è veramente importante affidare ai giovani, docenti che amino il proprio lavoro e che lo vedano come una missione.

“”Credo che con più calma si possano tirare le somme con maggiore precisione.Ebbene, questa mia riflessione deriva dal mio percorso di scuola superiore nonché da una riflessione generale del “marcio” sistema scolastico italiano.

Non ho voluto scrivere subito qualcosa ma ho deciso di aspettare, così da considerare tutti i parametri di questa storia.
Ciò che ho visto non credo sia capitato solo a me: in tutta Italia succedono determinante cose analoghe alla mia esperienza ma ho deciso comunque di scrivere un mio pensiero.
Io, studente di una scuola X, di un paese Y, ho potuto sia constatare l’evoluzione dei comportamenti di alcuni docenti, sia conoscere nuovi docenti peggiori dei precedenti. Molti sono gli eventi che mi hanno fatto provare disprezzo nei confronti della mia stessa esperienza e quindi difficili da elencare in una lettera, tuttavia posso solo menzionare quelli degni di nota e indegni di esistere.
Menziono ad esempio docenti “sessisti” che pretendevano di ricopiare sul quaderno brani di opere come fossimo robot, senza comprendere, senza affascinarci; docenti che hanno provato più e più volte a sopprimere la libertà di parola o di pensiero (ma la scuola non doveva promuovere il libero pensiero e la diversità di opinione?); professori che dovevano inculcare la propria opinione politica e lo facevano tramite gli appunti della loro materia; docenti che facevano sprecare 100€ per certificazioni linguistiche non riconosciute dalle università.
Ma arriviamo ancora al marcio più vergognoso: la volontà di non spiegare determinate materie per trattarle al proprio doposcuola/scuola privata: un vero e proprio annullamento della dignità professionale al fine di trarre benefici economici.
Tutto ciò a discapito degli studenti.
Per non parlare di molti stratagemmi commessi o del sistema di valutazione penoso volto a valorizzare prescelti.
Da poco è venuto fuori lo scandalo “Università bandita” e credo proprio che questo errore non insegnerà nulla a nessuno perché queste cose continueranno ad esistere e ciò rattrista e amareggia molto in quanto queste persone, che dovrebbero insegnare alle nuove generazioni i veri valori: lealtà, amicizia, legalità, trasparenza, sono i primi a macchiarsi con questi comportamenti spregevoli.
Più volte ho pensato di contattare il provveditorato, ma spinto dalla curiosità di sapere fino a dove si potesse arrivare ho sempre rimandato.
Un consiglio vorrei dare alle successive generazioni di studenti di scuola superiore: siate sempre rispettosi nei confronti degli insegnanti ed ascoltatevi, tuttavia siete una generazione che sta iniziando a capire come funziona il mondo, quindi armatevi: armatevi della parola, l’arma più forte, e non abbiate paura di denunciare presso le autorità competenti.
Dicono che siano i “migliori anni”. Per me non lo sono stati. Non passateli anche voi””. 

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