Era il 7 febbraio 1997 quando a Cagliari venne alla luce un bimbo, il suo nome era Nicolò.
In quella stessa data del 1964 per la prima volta i famosi Beatles di Liverpool andarono negli Stati Uniti, un giorno fortunato per la nascita di quel neonato che non imparò certo a cantare come John Lennon ma che fu baciato dalla fortuna; i suoi piedi fatati ebbero le stesse glorie del britannico cantante, certi per lui di una vita più lunga e meno dolorosa, musica per le orecchie dei tifosi assiepati sugli spalti dello stadio, un pubblico esigente quanto quello degli scarafaggi più famosi della terra, a sentire i tifosi.
Purtroppo la storia della Società rossoblù non sarà irta di successi come la carriera dei Beatles, anzi più retrocessioni che Scudetti si son visti da queste parti.
Quell’unica Vittoria storica risalente al 4 Aprile 1970 urla di un desideroso fratellino che tarda ad arrivare e che probabilmente mai arriverà.
Quell’evento fu più unico che raro e al Sud solo a Napoli si è avuta più fortuna solo e grazie a un certo Diego.
Gigi e Diego due nomi e una certezza, adorati e inneggiati da allora e sempre in queste due città simili e diverse, nemiche da troppo tempo ormai per ragioni che tardano ad essere dimenticate e che la memoria non vuole che quel sangue sgorgato in Campania nel 1997 possa essere messo a tacere per sempre.
E poi c’è Max, padre-padrone a cui non è stato permesso di fare quasi niente di quello che avrebbe voluto fare.
Colpe sue, colpe della politica colpe di chissà chi ma Is Arenas, che altri non è che la Sardegna Arena, è stata una creatura come Frankenstein, nata male e finita prima ancora di essere vissuta. Prima gara a porte chiuse, 2 settembre 2012, Cagliari -Atalanta, due rigori sbagliati ma risultato acciuffato alla fine 2-2.
Ventidue anni di Presidenza dal giugno 1992 allo stesso mese del 2014, quando si presentò un tale che è bene non rimembrare, millantatore seriale di crediti milionari, un fondo a stelle e strisce diceva di rappresentare, interessato all’acquisto della Società di Massimo Cellino, il Re del grano di Sanluri.
Fu una burla che ancora oggi provoca ilarità per chi la racconta, sogni di gloria in frantumati prima ancora di essere sognati.
Sui Social le granite ballavano come a Ferragosto, ma quando poi il niente di fatto arrivò ecco che il meno pragmatico Tommaso da Milano fece il botto senza tanti proclami, acquistò La Cagliari Calcio (come amava chiamarla Massimo) per una cifra che fece cessare i sogni di gloria all’istante, sebbene promessa la Champions in cinque anni.
Il desiderio che un milionario di qualsivoglia nazionalità impazzisse per i colori rossoblù resta e rimarrà solo un sogno, come il secondo Scudetto. L’idea di andare a passeggiare su campi dove da tempo immemore oramai si torna sempre a testa bassa e dove Riva e compagni davano spettacolo è stata sepolta.
Venne poi questa stagione in cui il ragazzetto, diventato uomo all’ombra di Gigi, marito e padre di due bimbe, salperà per sempre dal porto di Casteddu per andare lontano.
Milano, Roma, Londra, Parigi ancora non si sa, ma quel che sembra certo è che Nicolò quel prato nel quartiere di S.Elia lo calpesterà forse solo due volte l’anno con una camiseta differente dai quei colori sgargianti che sono il rosso e blu.
Nicolò appare destinato ad andare lontano dalla sua isola, sembra perché da qualche giorno il braccio di ferro tra prezzo (50 milioni) e proposta d’acquisto (36 milioni) appare sempre più lontana; chi vorrebbe quell’ometto sul suo campo pretende anche di fare il prezzo arrogando di essere stato scelto come futuro sposo proprio da quel numero 18, sposo che pur di accontentare la dolce metà e farla passeggiare in una certa Via a Milano è disposto forse a mettersi contro quella Società che lo aveva allevato da bimbo a uomo.
Questo non è dato saperlo perché il ragazzo tace, ma il tifo Social dice che il detto popolare calza a pennello su Nicolò: “Chi tace acconsente“.
Nicolò sembrerebbe acconsenta a fare il gioco del suo procuratore, d’altra parte è lui che deve parlare, è lui che gestisce i suoi interessi, ed è lui, Alessandro Beltrami, che presumibilmente dice quello che Barella vuole si dica; in altri casi viene cacciato come un allenatore che non porta risultati al suo Presidente.
Chissà davvero come andrà a finire questa storia tra Barella e il Cagliari Calcio: riuscirà Sua Maestà Re Tommaso da Milano, Principe di Fluorsid a mettere pace tra i futuri ex tifosi e il loro ex beniamino?
Poi ci saranno anche gli Ultras della Curva Nord che non tarderanno a farsi sentire, a loro modo.
Sarebbe deleterio perpetuare nel farli irritare.
Sarà la cessione in assoluto più importante del Cagliari Calcio, il Presidente deve essere cauto, il tifo sui Social è già caldo, gli haters sono polemici più che mai, tutti contro tutti; giornalisti, Presidente e stessi tifosi si beccano a suon di insulti, frasi irriguardose, mancanza di rispetto galoppanti che se solo si pensasse di farlo a se stessi forse si cambierebbe atteggiamento.
Ma tant’è che è il Regno dei Social, dove sembra che tutto sia permesso ma che così non è così: la cautela è raccomandata a chi scrive per deontologia professionale, i Social sono diventati il luogo ove si vomitano addosso del malcapitato il proprio fallimento, il nervosismo.
Che sia un collega “Membro” del Gruppo o un giornalista, si scatena l’inferno come ne “Il Gladiatore“, al mio segnale scatenate l’inferno!|
Un po’ di umanità in più non farebbe male a nessuno!
QUESTIONS TIME
Nicolò tornerà forse alla Sardegna Arena sotto un incessante rumore di disappunto nel suo ex stadio?
Come si lascerà coi supporter Cagliaritani?
Ci saranno le consuete paroline al miele sul suo profilo Social, indorate di lacrime e sangue, come oramai si usa fare?
Il calciomercato ufficialmente inizia il giorno 1 di Luglio e termina il 2 settembre, la via crucis che aspetta il Cagliari e i suoi tifosi si spera duri il meno possibile, meno sangue si sparge meglio è per tutti.