Il debutto della rassegna ‘Music Colours: classica, jazz, pop’ presentata dalla DayBreakMusic con Suoni&Scene, e AlfaMusic, ha visto protagonista il 25 marzo sul palco del Teatro Delle Palme il pianista Enrico Intra accompagnato da Marco Vaggi al contrabbasso e Tony Arco alla batteria
Presenti per l’occasione musicisti come Antonio Onorato e Nicola Mingo, oltre ad un pubblico di intenditori che hanno potuto assistere alla performance di Intra, con il suo talento esploratore, componendo musica non convenzionale ma frutto di studio, di una ricerca che si avvale di una conoscenza dei classici a cui attinge e rielabora come Valse di Poulenc e Kleine Klaviermusic #1 di Hindemith, o rifacendosi ad Arnold Stroenberg il padre della dodecafonia.
Con il sorriso sempre presente durante le esecuzioni, esprime la sua vitalità, e la sua voglia di sperimentare ed esprimersi musicalmente che lo pone tra i punti di riferimento di un jazz italiano sperimentale che ha contribuito a diffondersi anche grazie a trasmissioni televisive condotte proprio dalla Rai di Napoli come ‘Coabitazione’ con Renato Sellani nel 1974 o come ‘Jazz primo amore’ con la Big Band diretta da Enrico Intra. Nel giugno 1982 oltre a numerose e pregresse trasmissioni radiofoniche.
Nella serata sono stati eseguiti brani come ‘Les feuilles mortes’ o ‘Autumn Leaves’ di Joseph Kosma su versi di Jacques Prevert, restando molto fedele alla partitura, dove si evidenzia l’interplay tra i musicisti, con Tony Arco che entra al millesimo in perfetta sincronia.
Intra ha poi eseguito una ‘Over the rainbow’ dove lo studio condotto sul brano ha permesso di associare nel finale note di ‘Love Light In Fligh’ di Stevie Wonder. Ha inoltre dedicato un brano al nipote dal titolo ‘Canzone per Iachi’ dove risalta uno swing sincopato.
Per il doppio bis ha iniziato con ‘C-Jam Blues’ di Duke Ellington per poi terminare con una rivisitazione di ‘Summertime’ che occhieggia allo stile della colonna sonora dei film di James Bond.
Un trio dal forte interplay per il quale Intra ha sottolineato la pazienza di Vaggi ed Arco che ‘lo subiscono’ ma che produce risultati in concerti di ottima resa, con larghi spazi per momenti solisti.
Una nota da sottolineare quella di Intra che ha fatto i complimenti alla direzione del Delle Palme per lo splendido pianoforte dal suono perfetto.
Abbiamo chiesto a fine concerto al maestro Intra il concepì del concerto.
Per il concerto a Napoli ha scelto una rielaborazione di brani da dove nasce il concept?
“Abbiamo costruito su delle mini composizioni definite cellule, sono cortissime però su queste cellule noi tre abbiamo creato musica al momento, cioè non improvvisato ma composto musica. Questo è il punto di partenza che dava il via ad una improvvisazione come composizione istantanea come diceva Shoenberg ai suoi tempi (Arnold Shoenberg, n.d.r.). Quindi queste piccole cellule ci sono servite per costruire musica e fanno parte di un album che io ho stampato che si chiama ‘Audio tattile’ (Sinfonica Jazz Ediz. Musicali ) poi di un altro metodo stampato nel 2013 ‘Improvvisazione altra?’ con il punto di domanda nel senso che si può improvvisare in un altro modo, non nel solito modo come si improvvisa con la musica americana, cioè sugli accordi, su un tempo stabilito, quando tu hai gli accordi sono sempre gli stessi, quando il tempo è sempre lo stesso corrili rischio di essere ripetitivo. Dobbiamo cercare di non essere ripetitivi, così anche nella vita, che è bello cambiare, modificare, esser curioso, cercare qualcosa che ti possa dare senso alla tua vita ed alla tua ricerca.”
