Lo scorso 20 dicembre, presso il MAT – Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, nell’ambito della rassegna “Luce e ombra tra materia e leggerezza”, è stata inaugurata la mostra personale di Massimo Pasca “POP-UrLAR! Grida dal buio”. Al vernissage era presente l’artista con interventi di Rossella Falco (Art Manager) e di Elena Antonacci (Direttrice del MAT – Museo dell’Alto Tavoliere), che ha curato anche un testo critico nella Brochure in distribuzione.
Il giorno successivo, venerdì 21 dicembre, alle ore 19.30, Massimo Pasca si è esibito in una performance di live painting con l’accompagnamento musicale di Luigi Cicchetti (tromba, trombone) e Elio Spagnoli (percussioni). La performance è stata promossa dalla BCC San Giovanni Rotondo. Dal 26 dicembre 2012, nel percorso espositivo, è visibile il video con il Live painting & Music Performance.
A Massimo Pasca il MAT ha voluto dedicare una mostra personale, individuandolo tra i più interessanti artisti poliedrici del momento, che spaziano tra psichedelica e barocco, tra Pop art e messaggi sociali. Scenografo, illustratore e soprattutto live painter Massimo Pasca da diversi anni gira l’Italia portando i suoi live-painting in luoghi non tradizionali soprattutto in quei luoghi dove la sua pittura può contaminarsi con la musica, come Festival, dj set, concerti dal vivo. Negli anni ha dipinto a fianco di musicisti o gruppi come i Negrita (per i quali ha anche realizzato i disegni dell’album Helldorado).
Una delle sue prime esperienze artistiche risale al 1998 quando viene chiamato a dipingere nella Stazione Centrale di Pisa dove realizza una pannellatura di circa quaranta metri quadrati affrontando il tema dell’apertura delle frontiere. In teatro lavora alle scenografie di molte produzioni; al Teatro Verdi di Pisa realizza le scenografie di ”Chi ha paura di Virginia Wolf” con la regia di Gabriele Lavia e con Mariangela Melato. Tra i suoi ultimi successi, l’esposizione al Castello Aragonese di Otranto nell’agosto del 2011, nell’ambito della mostra “Dalì il genio e oltre Dalì”, dove Pasca è stato chiamato dal curatore ad esporre venti sue opere della serie “Surreali dell’entusiasmo” a latere della mostra del grande artista spagnolo.
La mostra personale di Massimo Pasca al MAT è lo strumento grafico e pittorico che, nella Rassegna in corso “Luce ed ombra tra materia e leggerezza”, racconta il profondo dolore per la tristezza della condizione umana nella nostra società.
Le grida dal buio dell’anima escono, nelle opere dell’artista, attraverso citazioni di film, di capolavori della storia dell’arte e della letteratura in un processo a volte dissacratorio in cui l’arte, con i suoi rinvii, va contro l’arte medesima e le policrome immagini di Pasca diventano il simbolo capovolto dell’arte riconoscibile.
La dichiarazione di intenti dell’artista è già tutta nel manifesto della mostra in cui campeggia l’icona di Anna Magnani nel film del 1962 di Pier Paolo Pasolini Mamma Roma con il suo grido di dolore e nel contempo di vita, grido che introduce il tema dell’esclusione sociale, il quale permea diverse opere di Pasca.
Il volto urlante di Anna Magnani, nel film pasoliniano iconicamente in bianco e nero, nell’opera di Pasca, realizzata in esclusiva per l’esposizione di San Severo, diventa un tripudio di colori e – proprio attraverso l’uso iperbolico del colore – il dolore sociale si fa totalitario e diventa di tutti.
Dolore e disagio sociale è anche nell’opera Gesus is not in cui il celebre quadro Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, del 1901, viene riproposto al MAT di San Severo con nuovi significati e rivive di contrasti con un moderno Gesù non più dal torace scavato, ma affondato, in ogni senso, in un lussuoso divano, intontito da alcol e immagini insensate e veloci che ci procura il telecomando televisivo. Ed i lavoratori di memoria pellizziana non camminano più sotto il sole della speranza, ma sotto la pioggia, simbolo in Pasca di un futuro tetro.
Così scrive Alessandra Ioalè, critico d’arte, di Massimo Pasca: “Dovizia di particolari caratterizzano divertenti personaggi, a volte ironici e irriverenti, che si affollano a far festa sulla superficie dell’opera. Si incastrano, insinuandosi l’un con l’altro, arrivando ad essere l’uno origine dell’altro in un ciclo continuo e senza fine, come un flusso di coscienza per immagini senza la punteggiatura, che cattura la nostra attenzione sin dall’inizio e non la lascia andare fino alla conclusione del racconto. Un racconto che assume ogni volta trame differenti di figure multiformi, dalle cromie di colore accese e brillanti, componendo una scenografia su cui si stagliano interpretazioni soggettive di icone della nostra cultura popolare di oggi, dalla Gioconda a Dalì fino ad arrivare a Carmelo Bene e Pasolini, dandovi risalto e rimarcandone il messaggio in esso contenuto; o viceversa divenendo l’anima di un soggetto più grande, totale, unico protagonista dell’opera, che comprende in sé tutte le immagini e ne è a sua volta compreso e restituito nel significato. È la narrazione, dalla trama singolare ed eccentrica, del flusso di coscienza dell’artista, che grida ai disagi del suo tempo, i cui protagonisti non sono altro che i personaggi-icone del nostro tempo, caratterizzati da una sottile e pungente vena sarcastica”.
La Mostra personale di Massimo Pasca rimarrà aperta fino al 20 febbraio 2013 presso il MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo (FG).
Orari di apertura:
lun – giovedì 9.00-13.30; 16.00-20.00
venerdì: 9.00-13.30; 17.30-20.30
sabato: 18.00-21.00
domenica: 10.30-13.30-18.00-21.00