Se si dovesse scegliere un aggettivo per definire Stefano Bollani, sebbene ne abbia già ricevuti tanti, quello in evidente al pubblico presente il 19 luglio all’Arena Flegrea con il suo ‘Napoli Trip’ è sicuramente quello di gioioso.
Salta all’occhio che Bollani quando tocca la tastiera è felice, lo manifesta attraverso le sue note ora swinganti ed ora concertistiche, ma sempre con una venatura in più che cammina oltre la sfera musicale.
E’ scomposto, poco ortodosso, particolarmente quando suona in modo egregio le tastiere in stile beat anni settanta, assumendo tutte le varianti della posizione accovacciata, ma non riesce a contenersi, lui è nella musica che suona, gli vibra dentro, divertendo lui e chi lo ascolta.
La serata musicale già aveva in sé tutte le particolarità del caso, dopo l’annuncio della partecipazione di ospiti come Daniele Sepe, l’istrionico ma solido sassofonista che non teme le aperture musicali con i suoi progetti, Nico Gori talentuoso clarinettista, oltre ai saxofoni, composizione e arrangiamento, Jim Black vero macchina ritmica alla batteria.
L’opening act della serata, nell’idea di affiancare i migliori musicisti emergenti campani ai grandi ospiti internazionali, ha visto FLO nome d’arte della cantante Floriana Cangiano, che ha presentato brani tratti da ‘Il mese del rosario’ il suo secondo lavoro discografico, insieme a Marco Di Palo al violoncello, Michele Maione alla batteria ed Ernesto Nobili alla chitarra che è sia produttore artistico che coautore.
Flo ha evidenziato la sua maturità di cantante e di autrice, l’apertura al mediterraneo utilizzando il napoletano ed il portoghese, ricchi di espressioni e di sentimento. Particolarmente apprezzati brani come ‘Ad ogni femmina un marito’che sottolinea attraverso le parole di una madre alla figlia che non c’è tempo per i sogni e per la libertà, oppure in ‘Freva e criscenza’ l’ancestrale paura del buio o di chi parla attraverso esso. Peccato che perda di originalità quando si incammina nella tonalità e nella melodia di Arisa, in quanto Flo rappresenta la nuova presenza del classico napoletano, il nuovo che non disdegna inserti rap a melodie antiche, con testi che riportano alla tradizione ed alla cultura napoletana.
Quando entra Bollani è solo con il pianoforte nell’esecuzione del brano ‘Nu quarto ‘e Luna’ (Oliviero/Manlio) inserito nel suo lavoro discografico ‘Napoli trip’, una ballade rivisitata in stile Bollani tra il melodico ed il ritmato, cui segue accompagnato da Daniele Sepe al sax, Nico Gori al clarinetto e Jim Black, alla batteria il brano ‘O Guappo ‘Nnammurato ‘ di Viviani.
Degno di nota ‘Napoli blues’ di Nico Gori con un fraseggio di Sepe e Black che dai toni free dove Sepe riesce a tenere a terra il blues ancorandolo alle sue note intense, mentre Gori emerge con note altissime elevando la melodia per poi riportarla in tono e Bollani che passa dalla tastiera al pianoforte trasformando il tutto in un blues-sinfonico.
Le incursioni sul palco hanno visto Flo in una evanescente esecuzione di ‘Bammenella’ di Viviani; Lorenzo Hengeller con la divertente ed ironica ‘Guapparia 2000’ con Bollani in veste di cantante, dove Hengeller disegna i tratti di una nuova napoletanità, con versi accattivanti ed arguti; i Fratelli di Costa ovvero la ciurma di Capitan Capitone costituita da Aldolà, Gnut, Tartaglia, Colella, Sollo che hanno eseguito il ‘Valse du Capiton’.
L’omaggio annunciato a Pino Daniele è stato eseguito in solo al piano con il brano ‘Putesse esser aller’, seguito da ‘Il bel ciccillo’, uno show nello show, con Bollani che interpreta la gag di colui che ha perso lo spartito intonando diversi brani prima di ritornare a quello iniziale.
Il primo bis Bollani ha preferito una velocissima ‘Caravan petrol’ di Carosone, che per sua ammissione dichiara: ‘Carosone e Pino Daniele sono patrimonio nazionale, altro che autori napoletani’.
Il secondo bis è ‘Maschere’ con la formazione di musicisti di questa gustosa serata, concludendola a ritmo di swing e tarantella, che ha visto Bollani e Black saltellare sul palco accompagnati ritmicamente dal pubblico con le mani.
Al termine resta l’emozione gioiosa di chi ha partecipato ad una festa musicale, quella che solo Stefano Bollani riesce a creare.
Fonte foto: Pasquale Fabrizio Amodeo