Pat Martino chiude Lune…dì jazz 12-13


pat martino

PAT MARTINO trio

(per abbonati e non)

PAT MARTINO chitarra
PAT BIANCHI hammond
CARMEN INTORRE batteria

L’ottava edizione di Lune…dì jazz si chiude con un evento storico
Uno dei più grandi chitarristi jazz di tutti i tempi
in una delle sole tre date italiane

Ultimo appuntamento di Lune…dì jazz. Una rassegna iniziata 8 anni fa per la smania di vivere e condividere la musica e tutti i suoi meravigliosi effetti benefici.
Un’edizione costellata di stelle in un cielo musicale di umanità varia.
Si sono alternati in questi otto mesi sul palco del nostro piccolo jazz cafè grandi artisti come Joey DeFrancesco, Carmen Lundy, John Patitucci, Brian Blade, Ron, Philippe Petrucciani, Dominique Di Piazza, il James Taylor Quartet, Antonio Sanchez, Marina Rei, i Quintorigo e tanti altri.

Il concerto del 6 Aprile 2013 rappresenta l’ultimo entusiasmante atto di un’edizione straordinaria. L’incontro umano e musicale con uno dei più grandi chitarristi viventi, un idolo per tanti musicisti, un esempio di arte e di vita per la sua storia intrisa di gravi difficoltà e di una rinascita miracolosa (vi invitiamo a leggere la biografia di seguito).

Ed è per questo che il Moody jazz cafè è onorato e lieto di presentarvi – in una notte di Luna calante con visibilità 16% – PAT MARTINO e il suo trio (Pat Bianchi all’hammond – Carmen Intorre alla batteria).

PAT MARTINO: BIOGRAFIA
Quando l’anestesia terminò il suo effetto, Pat Martino guardò in maniera offuscata i suoi genitori e i dottori, che cercarono di ricomporre i ricordi della sua vita.

Uno dei più grandi chitarristi jazz, Martino fu colpito – nel 1980 – da un grave aneurisma cerebrale e fu sottoposto ad un delicatissimo intervento date le sue condizioni terminali. Dopo l’operazione non riusciva a ricordare quasi niente. Riuscì soltanto a riconoscere i suoi parenti ma nessun ricordo della chitarra e della sua carriera da musicista.
Si sentiva come fosse stato svuotato, resettato…denudato.
Nei mesi successivi Martino fece uno straordinario recupero. Attraverso un intenso studio della sue storiche registrazioni, e con l’aiuto del computer, Pat riuscì a riservare la perdita della sua memoria e tornò ad approcciare alla chitarra.
Le sue passate registrazioni alla fine divennero “un vecchio amico, un’esperienza spirituale che restò bella e onesta”.
Da quando cominciò a suonare le sue prime note durante la sua adolescenza, Martino è riconosciuto come uno dei più emozionanti e virtuosi chitarristi jazz. Con un personalissimo suono corposo e le sue energiche performances, egli è uno dei migliori musicisti e non solo nell’ambito jazz, ma nella musica.
Nato come Pat Azzara a Philadelphia nel 1944, Pat fu iniziato al jazz da suo fratello Carmen “Mickey” Azzara, che cantava in dei club del luogo e al contempo studiava chitarra con Eddie Lang. Carmen porto Pat in tutti i luoghi dove suonava Wes Montogomery e tanti altri grandi musicisti per farli incontrare.
Pat cominciò a suonare la chitarra a dodici anni in quinto ginnasio per la sua passione e devozione alla musica. Durante le visite al suo maestro di musica Dennis Sandole, Pat correva spesso da un altro allievo di talento, John Coltrane.
Inoltre il primo incontro tra Coltrane e Montgomery fu l’album “Grooveyard had” che ebbe una grande influenza su Martino così come Johnny Smith e Stan Getz.
Martino divenne presto molto attivo sulla scena rock di Philadelphia, accompagnando star come Bobby Rydell, Frankie Avalon e Bobby Darin. Il suo primo concerto fuori dalla sua area fu con l’organista jazz Charles Earland, un amico di scuola. La sua reputazione presto si sparse tra i musicisti di jazz, e fu così ingaggiato da Lloyde Price per suonare i suoi successi come ”Stagger Lee” dividendo il palco con musicisti come Slide Hampton e Red Holloway.
Martino si trasferì ad Harlem per immergersi nel “soul jazz” suonato da Willis “Gatortail” Jackson ed altri.
Il concetto del trio Hammond ebbe una profonda influenza sul approccio ritmico e armonico di Pat Martino.
Assorbì e restò fedele a quello stile come side man nel trio con Jack McDuff e Don Patterson.
Già un’icona prima del suo diciottesimo compleanno, Pat firmò come leader per la Prestige Records all’età di vent’anni. Il suo album più influente di questo periodo include classici some “Strings!”, “Desperado” e El Hombre and Baiyina (The Clear Evidence), uno dei primi successi jazz ad avventurarsi nella psidechelia.
Nel  1976, durante un concerto con la sua band fusion “Joyous Lake” Martino cominciò ebbe una prima crisi epilettica dalla quale gli fu diagnosticato l’AVM (Malformazioni Artero-Venose) , che aveva fin dalla nascita. Dopo l’intervento e la guarigione, Pat riprese la sua carriera quando apparse nel 1987 a New York, un concerto da cui fu tratto un cd con un nome davvero appropriato “The Return”. Martino si prese, poi, un altro intervallo quando entrambi i genitori si ammalarono e non registro fino al 1994 (dopo la loro morte) con l’uscita dell’album “Interchange” e dopo “The Maker”.
Attualmente Martino vive ancora a Philadelphia e continua ad evolversi come musicista. Come il New York Time scrive “Mr Martino è tornato e sta intraprendendo una nuova direzione musicale, rafforzando sempre più il suo mito. I suoi esperimenti con la chitarra synth (iniziata durante la riabilitazione) lo stanno portando nella direzione degli arrangiamenti orchestrali che offrono nuove possibilità di innovazione. Moltissimi musicisti bussano alla sua porta per ottenere lezioni in cui offre non solo nozioni di musica ma anche di filosofia e di vita forte di un’esperienza umana in cui ha dovuto affrontare e superare grandissimi ostacoli.

“La chitarra non è di così grande importanza per me, la gente che mi porta è il punto nevralgico. Loro sono ciò di cui sono estremamente grato, perché sono vivi. La chitarra è solo un mezzo.” Pat Martino.

Pat comincia a suonare professionalmente nel 1967. Ha suonato con moltissimi grandi musicisti come Sonny Stitt, Gene Ammons, Richard Groove Holmes, John Handy, Bobby Hutcherson, Chick Corea, Jack McDuff, Don Patterson, Stanley Clark, Eric Kloss, Trudy Pitts, Willis Jackson, Lloyd Price, Woody Herman, Chuck Israels, Charles Earland, Barry Miles and Joe Pesci. Dal 1967 ha suonato come leader in tutto il mondo.
Pat ha registrato per la Vanguard, Prestige, Warner Bros, Muse, Columbia, King, Paddlewheel, Evidence, Sony, 32 Jazz, High Note, Milestone, Polydor, Concord, Fantasy, House of Blues, Mythos, Mainstream, Cobblestone, Atlantic più frequentemente per la Blue Note Records. Ha vinto numerosissimi premi e nomination ai Grammy Award.
Pat ha tenuto seminari di chitarra e musico-terapia in tutto il mondo e insegna alla University of the Arts a Philadelphia.

https://www.youtube.com/watch?v=8q742ZgZC28

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