La serata delle covers
Nella terza serata il festival propone la gara tra le ultime 4 proposte: Giovanni Caccamo (Ritornerò da te) passa il turno contro Serena Bracale, voce nuova, meritevole e bella presenza scenica. Anche la pratese Amara, alla quinta esperienza in Area Sanremo, finalmente riesce a salire sul palco dell’ Ariston e la maggior maturità fanno sì che abbia ragione della diretta concorrente, la diciannovenne napoletana Rakele.
Finalmente un contrasto interessante al Festival: una chitarra elettrica, un’ intro rock e un ragazzino che canta “E lucean le stelle”. Federico Paciotti porta a Sanremo la fusion tra melodramma e rock, il tenorino stupisce e fa ben sperare. La sfilata delle covers comincia, purtroppo, con una pessima versione di “Rose rosse” affidata ad un incolpevole Raf, e recupera in parte la brava Irene Grandi con “Se perdo te”; gradevole e scanzonata la versione reggae di Moreno di “Una carezza in un pugno”, ma attenzione, non tutti sono Valerio Jovine. Si conferma bella elegante e misurata la Tatangelo con “Dio come ti amo”. Passa Moreno.
Nel secondo gruppo: Biggio-Mandelli che giocano a fare i crooner con “E la vita, la vita”, meglio, molto meglio di ieri. Sempre brava Chiara con “Il volto della vita”, simpatica e dotata di un pizzico di originalità la versione karaoke di Nesli di “Mare mare” e Nek con “Se telefonando” sa graffiare al punto giusto. E’ lui, infatti, a passare il turno, riscuotendo l’applauso dell’ Ariston.
Terzo gruppo: Dear Jack con una interpretazione carina di “Io che amo solo te”, contrapposti al duo ironico e spiritoso composto da Grazia Di Michele e Platinette che vanno ad “Alghero”; Bianca Atzei sceglie di restare il più possibile fedele all’originale ma non viene premiata con “Ciao amore ciao” e, infine, Alex Britti che mette l’impegno e tutta la voce che ha nell’ esecuzione di “Io mi fermo qui”. Passano i Dear Jack.
Quarto gruppo: Lorenzo Fragola non sbaglia “Una città per cantare”, Il Volo sfida De Crescenzo (Ancora) con un’ esecuzione impeccabile; Annalisa va a prendere le misure a Antonella Ruggiero,e fa un’egregia figura con “Ti sento”, senza restarci sotto, così come accade a Lara Fabian con “Sto male”, prova impegnativa ma che lei non fallisce. Passa il Volo.
Quinto gruppo: “Vedrai vedrai” nell’ interpretazione di Gianluca Grignani convince 100/100, Nina Zilli delude con l’abito ma non con la scelta di “Se bruciasse la città”, versione conturbante e femminile; Malika Ayane, meravigliosamente suggestiva nel rigoroso grigio della tunica asimmetrica, morbida al punto da lasciarla libera di muoversi come meglio crede, nell’interpretazione di uno dei brani più sentiti del Kom. “Sarà per te” cantata da Marco Masini è l’applauso più bello che si potesse mandare a Francesco Nuti, come un abbraccio grande, che speriamo gli sia arrivato. Passa Masini.
Tra gli ospiti : Samantha l’astronauta, vanto e orgoglio di molte trasmissioni Rai, gli Spandau ballet ed è un tuffo nei ricordi; tra immagini di repertorio, il medley dei loro successi e Gilmoure che fa la foto al pubblico col cellulare, scopriamo che la voce di Tony Hudley non è quasi cambiata, ma il tempo è stato assai più galantuomo con i fratelli Kemp. Vittoria Puccini, con le sue ormai riconosciute doti interpretative, riporta l’ Oriana sul palco dell’ Ariston (miniserie Rai prossimamente in onda) e Luca e Paolo fanno i disturbatori con classe, senza smentirsi. Prima cantano un brano di loro creazione (in cui dicono ciò che tutti pensano) per salutare tutti gli artisti italiani scomparsi e poi riportano, con leggerezza, al festival la spinosa tematica dei matrimoni omoaffettivi. Arrivano anche i Saint Motel, che ritirano il disco di platino per “My type” e che, durante l’ esecuzione del secondo brano, vedono saltare il microfono del vocalist, lo cambiano in diretta e neanche questo gelato funziona. Il bello della diretta, il brutto dell’improvvisazione?
Vince la gara delle covers Nek : bella la scultura, pregevole la nuova varietà di garofani creata per l’occasione.
Sarebbe stata la stessa serata senza il mordente della gara? Al pubblico sovrano l’ardua sentenza, siamo quasi al rush finale, ormai.
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