Dante Brancatisano era un attivo musicista nella sua terra, in quella Calabria che amava (ed ama ancora oggi). Ma l’8 Aprile 2003 nel suo paese Samo (Rc) tutto cambia decisamente rotta. La polizia fa irruzione nella sua casa e nella sua vita e nulla è più lo stesso. Il musicista calabrese (in qualche modo per la sua attività musicale) viene ingiustamente accusato di far parte della ‘Ndrangheta e non come un “semplice” affiliato ma addirittura come “capo bastone”. Entra così nel “tritacarne “ della Malagiustizia, vittima di un errore giudiziario; viene trasferito, nel reparto Massima Sicurezza, del carcere di Bergamo dove vi resta per ben 3 anni e 25 giorni. Condannato in primo e secondo grado, in Cassazione viene assolto (tutti i suoi presunti referenti vengono prosciolti) ma lui continua a restare in detenzione. Ancora oggi la sua posizione processuale, sebbene Dante dal 2006 sia un uomo libero, non è ancora conclusa e definita (adesso tutto è in mano al Tribunale di Reggio Calabria).Questa terribile storia Dante l’ha raccontata dettagliatamente nelle pagine di un libro dal titolo “Storia straordinaria di un uomo ordinario” edito da Vololibero Edizioni pubblicato a fine ottobreDa musicista poi Dante ha preso ispirazione per le sue nuove canzoni ed è nato così il CD “Via Gleno” (il nome della via di Bergamo dove si trova il carcere della città), che racconta con il duro linguaggio del rock i giorni in carcere e tutte le emozioni che in quel periodo hanno affollato cuore e testa di Dante.Il disco realizzato negli studi de “Il villaggio della musica” alle porte di Lugano (dove vive ormai dopo la sua avventura carceraria) vede la presenza di grandi musicisti provenienti dal mondo del rock italiano.Infatti, insieme a Dante, voce e chitarra, ci sono nomi noti: Alfredo Golino alla batteria (già con Eros Ramazzotti, Laura Pausini, 883, Raf, De Gregori, Antonella Ruggero, Eugenio Finardi, Fiorello, Gianluca Grignani, Elisa), Andrea Braido chitarra e basso (Patty Pravo, Francesco Baccini e Mina ma soprattutto per lungo tempo chitarrista di Vasco Rossi) il giovane ma talentuoso Ivan De Clemente Piano e tastiere e Andrea Innesto al sax (da sempre con Vasco Rossi).In “Via Gleno”, i cui brani sono tutti composti da Dante, su un robusto impianto rock guidato dalle chitarre si appoggia il pop anche se a segnare le canzoni sono sempre i vigorosi assoli di Andrea Braido. Sopra a tutto però c’è questa drammatica storia che ha segnato la vita di Dante.“Via Gleno” è anche l’album con cui Dante, da sempre nel mondo musicale sia come musicista che come produttore, torna pienamente alla SUA musica cercando di esorcizzare e superare quei tre anni bui. Anni che Dante racconta con un linguaggio diretto e senza metafore esaltando gli aspetti più difficili della carcerazione, della convivenza forzata ma soprattutto della mancanza di libertà.Per cercare di illuminare le tenebre del periodo di detenzione Dante non ha mai abbandonato la scrittura e “Piccola Nomade” (che appare in questo disco) è stata proprio composta nel periodo in cui stava forzatamente dietro le sbarre, ed eseguita da Dante “nella sua residenza di Via Gleno” durante un’esibizione in carcere dei Pooh.Insomma “Via Gleno” è un album sanguigno, pieno di cuore e di emozioni, di gioia e tristezza, suonato da professionisti, una manciata di canzoni che partono da un momento difficile per arrivare al superamento delle difficoltà stesse, al ritorno ad una vita “normale” e libera cercando di dimenticare proprio il dramma vissuto (mai rimosso e che ancora non ha il suggello della parola FINE).
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