Basilicata voto su voto


Basilicata, è cominciata la parte finale della campagna elettorale per la Schlein e Conte da una parte, e le forze di governo dall’altra, con il terzo incomodo del partito paneuropeo Volt

La Basilicata è una regione del sud dove ci sono più elettori che residenti, per il forte dato emigratorio di quelli che stanno all’estero e anche nell’era dei social media le forze politiche si affidano ai vecchi comizi nei comuni in piazza, per cercare di recuperare consensi nel territorio lucano, dal mare all’Appennino.

È cominciata la parte finale della campagna elettorale per la Schlein e Conte da una parte, e le forze di governo dall’altra, con il terzo incomodo del partito paneuropeo Volt, che forse ha voluto onorare il cognome del suo candidato alla presidenza della giunta regionale, Follia, cimentandosi nella sfida contro le due corazzate.

Si è trattato di un tour attraverso la natura incontaminata e selvaggia della Basilicata con tanti discorsi storici e culturali nei luoghi, che i vari candidati degli schieramenti hanno voluto attraversare.

Questa campagna elettorale per certi versi può sembrare simile alla trama del film Basilicata coast to coast, che ha rappresentato l’esordio alla regia di Rocco Papaleo, noto attore di cinema, ma anche di televisione e teatro, scelto spesso da Leonardo Pieraccioni e altri registi nel solco della tradizione della commedia all’italiana, e attualmente molto impegnato nella promozione di Maratea come capitale della cultura italiana per il 2026.

“Basilicata Coast To Coast” ha rappresentato il tentativo di risvegliare l’orgoglio e l’attenzione per una regione spesso dimenticata, anche dalla sua gente, raccontandola in modo poetico con la bellezza e le contraddizioni dei luoghi e della sua gente. In effetti anche i candidati a queste elezioni devono compiere, come il regista del film, una sorta di atto d’amore dei lucani orgogliosi delle proprie origini.

basilicata coast to coast

I candidati alle elezioni, come i quattro protagonisti del film, compiono una specie di pellegrinaggio catartico, decidendo di attraversare la Basilicata a piedi dal Tirreno sino allo Ionio.

Nel caso dei protagonisti del film lo scopo era quello di partecipare al festival del teatro e della canzone di Scanzano Jonico, con strumenti come un carretto, un cavallo, l’immancabile panino con la frittata e piccoli pannelli solari, tipici esempi di strumenti di eco-sostenibilità, che è anche uno dei temi di questa campagna per il rinnovo del consiglio regionale della Basilicata.

Nel film ma anche nella campagna elettorale si ritrovano antiche passioni, si confrontano nuove e vecchie anime in crisi, e i candidati si misurano con i propri limiti nella speranza di arrivare a destinazione più consapevoli e uniti, nel caso del film, e soprattutto vincenti nel caso di queste elezioni regionali lucane.

Il centrodestra nelle piazze di Potenza, Matera e degli altri comuni lucani intrattiene gli elettori su tanti argomenti, ma ritiene utile non parlare dell’autonomia differenziata, un tema politico evidentemente pesante di queste regionali, che il governo regionale uscente non ha mai elogiato e tantomeno difeso.

La volontà di eludere l’argomento serve probabilmente, per non rendere consapevoli i lucani di quello a cui andrebbero incontro se la riforma del leghista Calderoli fosse applicata in Italia. I punti programmatici del centrodestra del presidente uscente Vito Bardi, esponente di Forza Italia probabilmente diventerebbero non di difficile attuazione, ma proprio impossibili da realizzare, perché la Regione Basilicata non avrebbe più la capacità finanziaria di sostenere gli investimenti.

Nel programma di Bardi ci sono propositi importanti e di impatto sull’elettorato, come l’alta velocità nelle infrastrutture, il potenziamento della sanità, i trasporti, l’università e altre strutture scolastiche, che però senza un intervento dello Stato centrale diventerebbero solo belle intenzioni senza copertura economica.

Va ricordato come il divario tra Nord e Sud fosse stato già ampliato, e non di poco, da un’altra riforma della Lega, la legge sul federalismo fiscale attraverso il meccanismo discusso e discutibile della spesa storica di contribuzione dello Stato alle Regioni.

Con l’approvazione dell’autonomia differenziata il centro destra certificherebbe questo divario e porterebbe il Sud in un ruolo ancora più marginale, destinandolo ad un inesorabile declino, nonostante le sue risorse ambientali e i tesori storici, che appartengono anche al territorio lucano. Il partito paneuropeo Volt, guidato dal candidato alla presidenza della regione, Eustachio Follia, sta cercando di sensibilizzare i cittadini della Basilicata sui grossi problemi, che causerebbe l’approvazione della autonomia differenziata.

Il partito Volt, che alle elezioni europee ha deciso di formare una lista di scopo, denominata Stati Uniti d’Europa, assieme a radicali, socialisti, Italia viva e altri europeisti, definisce in questo modo i suoi punti per il governo della Basilicata: “Si tratta di un programma ambizioso per la Lucania del futuro, in cui ci sono progetti concreti per la gestione delle infrastrutture e l’innovazione, per creare una sanità equa e inclusiva, incentivare uno sviluppo economico sostenibile e valorizzare i giovani lucani, troppo spesso costretti ad andare via. Questi punti sono gli strumenti per combattere la politica lucana che, negli ultimi anni, ha solamente inasprito le differenze, territoriali e sociali“.

Si tratta più che di un programma, di un appello all’azione, una vera e propria richiesta di mobilitazione all’elettorato a rimanere vivi, proattivi e protagonisti del futuro. Il candidato presidente Eustachio Follia, senza sofismi e quindi senza lasciare spazio ad interpretazioni, chiede ai lucani di ribellarsi apertamente alle lotte di potere delle forze politiche avversarie.

Se è follia quello che sostiene Follia lo giudicheranno gli elettori della Basilicata, perché, a suo giudizio, gli ultimi governi regionali hanno reso la Basilicata una terra arida e fatto diventare il popolo lucano orfano di una vera identità, di un tessuto culturale, economico e sociale che possa spingere le persone, e soprattutto i giovani a rimanere sul territorio e quindi a non emigrare nel regioni del Nord o all’estero, nel tentativo di non subire ulteriori mortificazioni.

Il partito Volt propone una vera e propria rivoluzione culturale e politica, alla quale assegna il colore viola, in riferimento al territorio lucano, e gli obiettivi del movimento paneuropeo rispecchiano l’impegno dei candidati, e di tutti i suoi volontari, per creare una regione che si riconosca nelle proprie tradizioni, che viva in simbiosi con il proprio territorio e lavori per un futuro migliore, per un cambiamento non superficiale, ma nella profondità degli intenti e dei comportamenti.

Secondo Volt le elezioni del 21 e 22 aprile rappresentano la prima occasione per poter destituire la vecchia politica e far rinascere la Lucania con un vero e proprio Risorgimento culturale, che sia territoriale, ma con riferimento alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa.

Secondo il presidente Vito Bardi, che nel capoluogo potentino chiude la campagna elettorale alla presenza della Premier Giorgia Meloni e delle personalità politiche della sua formazione politica e delle alleate, Salvini Tajani, Lupi, Cesa e Rotondi, la Regione Basilicata ha bisogno di protezione e di investimenti.

Il presidente Bardi assume come riferimento la cura degli imprenditori agricoli sul territorio, per colmare i deficit infrastrutturali e incrementare ulteriormente lo sviluppo imprenditoriale della Basilicata.

Vito Bardi si riferisce pure alle Infrastrutture, che devono riguardare soprattutto il fronte del turismo in modo tale da poter rispondere alle richieste dei tanti turisti che vengono a visitare la Regione Basilicata.

Secondo il governatore lucano è necessaria anche una riorganizzazione completa dell’intera macchina amministrativa regionale, in modo tale da renderla più efficiente, e più vicina alle esigenze dei cittadini. Invece secondo il programma del centro sinistra del candidato presidente Piero Marrese, che ricopre anche il ruolo di presidente della Provincia di Matera, è innanzitutto necessario rafforzare il sistema sociale e sanitario lucano, perché si tratta anche di un fattore di modernizzazione economica e sociale, oltre che di giustizia e democrazia.

La sanità è un’infrastruttura pubblica imprescindibile, che non solo serve ad assicurare, in termini universalistici, il diritto alla salute a ciascun cittadino, a prescindere dalle sue condizioni economiche e sociali, ma anche un servizio alla comunità nel suo insieme di tutela della salute pubblica.

Per questo motivo la sanità è collegata direttamente alla tenuta economica e sociale dei tutto il sistema regionale lucano. Per quanto riguarda invece la scuola, secondo il centro sinistra, essa rappresenta in Basilicata la funzione educante di un sistema capace di ricostruire la coesione di una Regione, che vede nell’investimento sulle persone e sul capitale umano il principale fattore di competitività.

Per curare l’aspetto formativo delle ragazze e dei ragazzi bisogna offrire il diritto allo studio per tutti i meritevoli, nel duplice scopo di stabilire un principio irrinunciabile di giustizia sociale, ma anche come leva di stimolo, per mobilitare le migliori energie di cui la società non può privarsi.

Il diritto all’orientamento deve accompagnare studenti e famiglie nella valorizzare delle inclinazioni e dei talenti, ma anche nella possibilità di leggere i mutamenti del mercato del lavoro, il diritto alla formazione e la centralità del sistema universitario e di ricerca, deve divenire fattore decisivo per produrre saperi, nuove risposte e soluzioni.

Per quanto riguarda l’ambiente il centro sinistra di Marrese intende promuovere il raggiungimento degli obiettivi e la piena diffusione dell’Agenda 2030 nel sistema regionale Lucano. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite ha un carattere universale e innovativo, utile a coniugare la lotta alle diseguaglianze e la transizione ecologica, per raggiungere la piena sostenibilità ambientale, economica e sociale.

La coalizione di centrosinistra si impegna a concorrere all’attuazione dei 17 obiettivi attraverso lo strumento di un nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima. La coalizione di Marrese intende adottare un piano straordinario per il lavoro, che possa dare risposte immediate sulle grandi crisi che oggi attraversano la Basilicata, a cominciare dalla necessità di salvaguardare il lavoro in Stellantis e nell’indotto.

Il piano contiene anche un approfondimento specifico sul rimboschimento e la forestazione, con i quali si potrà contemporaneamente offrire migliaia di nuove assunzioni e rendere la Basilicata una regione all’avanguardia nazionale sulla sostenibilità ambientale. Inoltre il programma di centro sinistra intende favorire la crescita economica e l’offerta di servizi e specifiche agevolazioni fiscali per gli investitori in innovazione, ambiente e nuove tecnologie.

Secondo il presidente della giunta provinciale di Matera, Piero Marrese, i giovani lucani non devono fuggire al Nord e all’estero, ottenendo le condizioni migliori per costruire una famiglia. Per quanto riguarda l’adozione della legge sull’Autonomia differenziata la critica di Marrese è ferma e severa, perché sancirebbe la definitiva disparità di trattamento dei cittadini tra Nord e Sud in materia di diritto alla salute.

La Coalizione Progressista deve saper porre in essere ogni atto utile ad evitarne l’adozione, perché le materie di legislazione concorrente, ossia di comune competenza di Stato centrale e Regioni, che potrebbero passare integralmente a carico degli enti regionali, sarebbero ben venti più altre tre, oggi di competenza solo del governo centrale.

Questa prospettiva per Marrese sarebbe decisamente preoccupante, anche per l’assenza della determinazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione, che vanno assolutamente garantiti in tutte le regioni italiane e non solo in quelle del nord. Inoltre sarebbero devastanti gli effetti dell’autonomia differenziata, perché certificherebbero in modo definitivo il fatto che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B, e per i meridionali sarebbe ancora più difficile accedere ai diritti fondamentali della salute, dell’istruzione nelle scuole e dell’accesso ai trasporti pubblici locali.

Ovviamente il centro destra lucano potrà avere il compito di smentire queste previsioni, se riuscirà a confermare il successo che lo vede protagonista da anni anche in questo territorio.

 

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