Salvatore Gentile, noto commercialista stabiese e già consigliere comunale in passato, è candidato alle prossime elezioni di Castellammare di Stabia dell’8 e 9 giugno nella lista di Forza Italia con Mario D’Apuzzo Sindaco e ha risposto alle nostre domande sulla candidatura e sul futuro della Città delle Acque.
Intervista a Salvatore Gentile
Cosa ti ha spinto a scendere in campo in queste elezioni comunali?
Nelle scorse elezioni amministrative sono stato un’incognita, un consigliere capitato per caso nella scena politica di Castellammare. La passione per la politica, l’amore per il territorio, ma soprattutto la possibilità di dare un contributo alla società nella quale crescono i nostri figli mi danno la giusta spinta per cercare di riconfermare il posto occupato tra i banchi di questo onorevolissimo Consiglio Comunale. Inoltre le ingiustizie subite non possono restare nel dimenticatoio, il progetto politico della sinistra, che stento a capire, ed ha portato alla candidatura di Vicinanza e nella lista del PD addirittura un Senatore come Ruotolo mi lascia intendere che qualche progetto calato dall’alto ci sia sul nostro territorio. “Il Paese è dei Paesani” come dice il proverbio e siamo noi a dover decidere il nostro futuro non persone decise da non sappiamo chi.
Perché i cittadini dovrebbero scegliere D’Apuzzo Sindaco?
L’amico Mario è una persona che conosce bene il Paese, le sue radici tra la società civile sono sotto gli occhi di tutti. Mario è una persona per bene, è un professionista e allo stesso tempo una persona capace di ascoltare e confrontarsi sia con la sua squadra che con i cittadini.
Un problema urgente da risolvere a Castellammare di Stabia?
La mentalità direi prima di tutto. Ragazzi con pochi obiettivi di crescita, senso civico da creare (lo si può notare dalle cose semplici come le persone che quotidianamente praticano un attraversamento pedonale selvaggio), classe imprenditoriale da formare e favorire (troppo spesso cerchiamo di denigrare chi ha la lungimiranza di creare qualcosa). Sono cose semplici e banali, ma secondo me bisogna partire da questo, la coscienza civica fa tanto e la voglia di creare valore insieme magari favorendo iniziative imprenditoriali nel settore turistico possono dare uno slancio dal basso.
La tua personale ricetta per il bene comune e della cosa pubblica?
Mi rifaccio a quanto detto nella domanda precedente, rispetto della “Res Publica”, senso civico e creazione di un tessuto imprenditoriale adeguato che possa creare occupazione.
Ci sono cittadini sfiduciati. A loro cosa vorresti dire?
Sono loro a decidere il futuro del Paese, alle scorse elezioni se non erro una percentuale tra il 30% il 40% dei votanti non si è recato alle urne. Quei votanti potrebbero decidere le sorti delle votazioni e determinare chi, secondo il loro parere, con professionalità e diligenza potrebbe sedere tra i banchi di Palazzo Farnese e dare un contributo alla crescita del Paese.