Raffaele Fitto è figlio d’arte, e suo padre Salvatore, proprio nel momento in cui la sua carriera politica sembrava consolidarsi e assumere un profilo nazionale, perse la vita tragicamente a soli 47 anni, assieme al suo autista, il 29 agosto 1988 in un incidente stradale contro un autotreno, che procedeva a fari spenti.Salvatore Fitto era presidente della Regione Puglia e tornava da Taranto dove, nonostante uno stato febbrile, aveva voluto assistere alla commemorazione del parlamentare democristiano Nicola Monfredi, morto esattamente tre anni prima in un incidente stradale, e anche lui figlio d’arte con il padre Angelo Monfredi, che fu consigliere regionale e più volte assessore regionale all’agricoltura.
Subito dopo l’improvvisa scomparsa del padre, Raffaele Fitto, che sarebbe diventato commissario europeo proprio in questi giorni, iniziò la militanza politica nella DC, la Democrazia Cristiana, tra le cui fila ad appena vent’anni, fu già eletto consigliere regionale della Puglia nel maggio del 1990.In un’intervista Raffaele Fitto dichiarò le testuali parole: “Decisi di raccogliere il testimone politico di mio padre e lo dissi quasi senza rendermene conto il giorno del funerale, tanta era la rabbia.
Poi ne parlammo a casa, fu discusso tutto in famiglia.Anche in questo mia madre è stata un punto di equilibrio straordinario.
Per me e per i miei fratelli”.
Raffaele Fitto, oltre la madre, cita altri due punti di riferimento della sua straordinaria carriera politica, l’onorevole Giacinto Urso, persona con cui anche da ultranovantenne ha scambiato opinioni, e Antonio Perrone, il segretario del padre.Le persone che contano sono quelle che sono vicine nelle sconfitte, perché nelle sue vittorie Fitto ha dichiarato di aver avuto accanto tantissime persone, che però poi sono scomparse nelle competizioni perdute.
L’attuale commissario europeo dichiara inoltre di non aver mai ceduto in politica alle lusinghe, rifiutando per coerenza alle sue idee conservatrici la presidenza della Puglia nella stagione dei ribaltoni, all’epoca del governo D’Alema del 1998.Anche successivamente, nella fase del Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, Fitto avrebbe potuto avere importanti incarichi ministeriali, ma la coerenza è sempre stato un suo valore di riferimento, come dimostra anche la fase della rottura con Silvio Berlusconi, contestato sempre lealmente e direttamente negli organismi di Forza Italia.
Nel 1994, con lo scioglimento della DC, aderì al Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli, ma l’anno successivo scelse di seguire il segretario Rocco Buttiglione nella minoranza del partito favorevole ad un’alleanza proprio con Forza Italia di Berlusconi.Il partito di Buttiglione prese il nome di CDU, Cristiani Democratici Uniti e in occasione delle elezioni regionali pugliesi del 1995 si ricandidò proprio con il CDU e fu riconfermato consigliere regionale; venendo poi nominato assessore al turismo e vicepresidente della Regione nella giunta di centro-destra di Salvatore Distaso.
Nel 1998 lasciò il partito CDU e insieme ad altri fondò i Cristiani Democratici per la Libertà, con lo scopo di proseguire l’alleanza con la coalizione di centro-destra del Polo per le Libertà.Nel giugno 1999 fece la sua prima esperienza europea, con l’elezione al Parlamento nella circoscrizione Sud con Forza Italia, ma durò poco, perché In occasione delle elezioni regionali pugliesi del 2000, Fitto si candidò alla presidenza della Regione Puglia con il sostegno del Polo, riuscendo a sconfiggere il concorrente ulivista Giannicola Sinisi, con il 53,9% dei consensi.
Fitto diventò a trent’anni il più giovane presidente di Regione della storia della Repubblica Italiana, e negli stessi anni i Cristiani Democratici per la Libertà decisero di confluire organicamente in Forza Italia.Alle regionali del 2005 fu sconfitto dal candidato di centro sinistra Nichi Vendola, esponente di primo piano di Rifondazione Comunista, ma per soli 14000 voti, pari allo 0,6 per cento dei consensi.
Alle elezioni politiche del 2006 si candidò nelle liste di Forza Italia, fu eletto alla Camera deideputati nella circoscrizione della sua Puglia e Silvio Berlusconi decise di nominarlo responsabile del movimento per l’Italia meridionale.Nel 2007 ricoprì anche il ruolo di responsabile per i rapporti con gli altri partiti e movimenti per Il Popolo della Libertà, e fu rieletto alle elezioni politiche del 2008 proprio con il PdL, alla Camera dei deputati, sempre nella circoscrizione Puglia.
A maggio dello stesso anno assunse per la prima volta nel governo Berlusconi il ruolo di Ministro con la delega agli affari regionali.Nel giugno 2010 alle funzioni di ministro per gli affari regionali si aggiunse quello per “la coesione territoriale” con alle dipendenze il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica.
Alle elezioni politiche del 2013 è stato rieletto alla Camera come capolista del PdL, sempre nella circoscrizione Puglia.Il 16 aprile 2014 alle europee, da capolista di Forza Italia nella Circoscrizione Italia meridionale, viene rieletto a Strasburgo con 284 547 voti, risultando il secondo candidato più votato in assoluto in Italia in un’unica circoscrizione dietro all’esponente del PD Simona Bonafè, e il primo assoluto in quella del Sud.
In forte dissenso con Silvio Berlusconi e il suo cosiddetto “cerchio magico”, fonda una corrente in Forza Italia con il nome di Ricostruttori, costituita da qualche decina di parlamentari.Fitto è convinto che l’accordo con il PD, che va sotto il nome di patto del Nazareno, sia distruttivo per Forza Italia, e così nell’aprile del 2015 in Puglia si consuma la rottura con la dirigenza di Forza Italia.
L’attuale commissario europeo decide di sostenere con il suo nuovo movimento politico denominato, Oltre con Fitto, il candidato presidente alle elezioni regionali Francesco Schittulli, mentre Forza Italia candida alla Presidenza Adriana Poli Bortone di Fratelli d’Italia.Il 17 maggio Fitto annuncia la propria uscita da Forza Italia e la costituzione dei gruppi parlamentari Conservatori e Riformisti con l’adesione, in sede europea, al Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, formazione di cui facevano parte anche i conservatori britannici e ne diviene Vicepresidente.
Il 28 gennaio 2017 il suo partito si federa con altre organizzazioni locali, assumendo la nuova denominazione Direzione Italia, che alla Camera è nel Gruppo misto, mentre al Senato è in GAL.Il 17 giugno si riunisce a Roma il primo congresso del partito, che elegge Fitto presidente all’unanimità.
Il partito si presenta subito alle elezioni comunali come alleato degli altri partiti di centro-destra, riscuotendo il risultato importante del 17% a Lecce, e partecipando pure alla vittoria di Marco Bucci a Genova.In vista delle elezioni politiche del 2018, grazie a un patto con l’Unione di Centro di Lorenzo Cesa, costituisce la cosiddetta “quarta gamba” della coalizione di centro-destra, che raccoglie però solo l’1,19% al Senato e l’1,30% alla Camera, eleggendo unicamente Renzo Tondo all’uninominale.
Dopo questo risultato poco lusinghiero, il 6 dicembre 2018 Direzione Italia di Fitto decide di federarsi con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, in vista delle elezioni europee del 2019, con l’obiettivo di dare vita a un nuovo partito conservatore e sovranista.Alle elezioni si piazza dietro alla Meloni nella circoscrizione Italia meridionale con 87774 voti, di cui 55 528 raccolti nella sola Puglia e viene scelto come co-presidente del gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
Il 29 ottobre Direzione Italia confluisce organicamente in Fratelli d’Italia, partito nel quale Fitto entra dunque ufficialmente a far parte.Il 22 giugno 2020 Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia annunciano la decisione di candidare nuovamente Fitto a governatore della Regione Puglia, in contrapposizione al presidente uscente Michele Emiliano, con il sostegno pure di altre due liste.
Alle elezioni del 20 e 21 settembre Fitto raccoglie però il 38,93% dei consensi, venendo sconfitto da Emiliano, che ottiene il 46,78% dei voti.Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per la Camera dei deputati come capolista di Fratelli d’Italia nel collegio plurinominale di Brindisi-Lecce-Galatina, risultando eletto.
Dal 22 ottobre 2022 è Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnnr e Il 30 agosto 2024 viene indicato dal Consiglio dei ministri come commissario europeo in quota italiana, divenendo quindi il 17 settembre 2024, durante la conferenza stampa di Ursula von der Leyen, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme.Dunque Raffaele Fitto è stato nominato Ministro da Giorgia Meloni e dopo circa due anni, grazie ad un’altra donna presidente, Ursula von der Leyen, ricopre il ruolo di Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme.
Dal punto di vista politico è importante sottolineare più del suo genere maschile, il fatto che per la prima volta assuma la carica di Vicepresidente della commissione europea un esponente dell’opposizione, in particolare del gruppo Ecr, i conservatori riformisti, di cui Giorgia Meloni è leader.La presidente del Consiglio italiana ha sempre rivendicato un ruolo rilevante per l’Italia nella Commissione, in qualità di paese fondatore e terza forza economica dell’Unione Europea.
La scelta da parte di von der Leyen di affidare a Fitto le Deleghe su Coesione e alle Riforme e non invece l’Economia, gestita finora da Paolo Gentiloni, non è vista come una diminuzione del ruolo per l’Italia, da parte di Giorgia Meloni, ma le forze politiche italiane di opposizione al suo governo la pensano diversamente.Meloni e Fitto sono riusciti a mantenere con la presidente della Commissione europea un rapporto consolidato, che ha favorito la nomina del ministro italiano nel governo europeo.
Però adesso Fitto e tutti gli altri commissari europei dovranno essere sottoposti alle audizioni del parlamento europeo, che si terranno a metà ottobre.Socialisti e liberali minacciano di non votare l’esponente italiano, ma il loro eventuale voto contrario comprometterebbe l’intero assetto della commissione, sul quale cui si è raggiunta con fatica l’intesa dopo un grande lavoro politico, e con l’ultima sorpresa del ritiro e la sostituzione di Breton, il rappresentante francese, che il presidente Macron ha soppiantato con Sejourne’.
Il Partito democratico di Elly Schlein ha annunciato un atteggiamento diverso da quello tenuto in precedenza dalle forze di destra sul commissario Gentiloni, e Stefano Bonaccini ha anticipato che il voto dipenderà da quanto lo stesso Fitto dirà durante le audizioni.Il problema politico riguarda la gestione futura del piano di ripresa e resilienza italiano, finora nelle mani del ministro Fitto, che ora deve verificare le possibilità di una eventuale proroga dei termini per il completamento degli interventi.
Per il momento le deleghe in capo al ministro per gli Affari europei rimarranno a Palazzo Chigi alla presidente del Consiglio, ma ci dovrebbe essere un rimpasto nel governo dopo l’approvazione della legge di bilancio all’inizio del prossimo anno.I gruppi S&D, Socialisti e Democratici, Renew Europe e i Verdi criticano il ruolo dell’ECR, perché il gruppo di destra in precedenza si era sempre opposto alla riconferma della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il PD, il principale partito di opposizione italiano, che rappresenta anche la più grande delegazione all’interno del gruppo europeo S&D, sull’argomento dell’ingresso dell’ECR nel governo europeo, ha avuto una posizione meno rigida.Nicola Zingaretti, capo della delegazione del PD al Parlamento europeo, ha annunciato però la necessità che il commissario Fitto debba prendere le distanze dalla retorica antieuropea del governo italiano, che lo ha nominato.
Alessandra Moretti, vice capodelegazione del PD, prevede inoltre che le contraddizioni nel governo di Giorgia Meloni emergeranno presto, perché c’è stato il forte sostegno del capo del governo ungherese, Orbán, alle attuali procedure di voto.Secondo la Moretti usciranno fuori presto le contraddizioni interne, sia all’ECR, che a Fratelli d’Italia, mentre Riccardo Magi, segretario nazionale di Più Europa, ha affermato testualmente: “Sono certo che i maggiori avversari di Fitto saranno i suoi stessi membri di partito e gli alleati di governo in Italia.
Quando il governo italiano si troverà di fronte a problemi di finanza pubblica e di bilancio, Meloni e Salvini daranno la colpa all’Unione europea, come fanno sempre su questioni che vanno dall’economia ai diritti.Per questi motivi il commissario Fitto dovrà prima difendersi dalla posizione antieuropea del suo stesso governo”.
Il Movimento Cinque Stelle ha preso una posizione molto più categorica, annunciando addirittura l’intenzione di votare contro la candidatura di Fitto nel governo europeo.Secondo l’europarlamentare del Movimento 5 stelle Valentina Palmisano, l’esperienza di Fitto come ministro ha mostrato una evidente incompetenza gestionale, in particolare nell’assegnazione delle risorse dei fondi strategici del Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza, in tutte le regioni italiane.
Per questo motivo, il M5S ha annunciato voto contrario alla nuova Commissione europea e alla candidatura di Fitto.I Verdi condividono il punto di vista del movimento 5 stelle e il co-presidente Terry Reintke ha dichiarato come la nomina di Fitto sollevi una serie di preoccupazioni, perché si rischia un pericoloso spostamento verso l’estrema destra nella Commissione, minando l’attuale maggioranza.
(foto profilo Facebook Raffaele Fitto)