Il bianco che serve per il Quirinale


<strong>Silvio Berlusconi, per arrivare a giocarsi le sue possibilità di diventare Presidente della Repubblica alla quarta votazione dove il quorum si abbassa, ha già chiesto a tutto il centro destra di votare scheda bianca per le prime tre. Insomma il leader di Forza Italia sta costruendo la sua strategia, sfruttando non solo e non tanto la sua esperienza politica, ma soprattutto la sua caparbietà da grande imprenditore e da pluridecorato presidente del Milan.

La partita a scacchi del Quirinale

Silvio Berlusconi sa benissimo che nella partita a scacchi del Quirinale il centro sinistra ha diversi giocatori abili, ed è per questo che non vuole candidati di bandiera nei partiti di centro destra, perché intende evitare dispersioni di voti o trucchetti vari dei suoi avversari, rispetto al percorso che ha tracciato già da molto tempo in questa sfida che lui ritiene decisiva e culminante.

Berlusconi è convinto di avere i 505 voti necessari all’elezione del Presidente della Repubblica nella quarta votazione dove non occorre la maggioranza dei due terzi delle prime tre, ma basta quella assoluta della platea elettorale, composta da 1009 membri, ossia 630 deputati, e poi tutti i senatori, ma anche i delegati dei consigli regionali e i senatori a vita.

Una struttura piramidale a sostegno dela candidatura al Quirinale di Silvio Berlusconi

Del resto ad incoraggiare Berlusconi c’è il precedente di Giovanni Leone, che raggiunse questo numero di voti, seppure al ventitreesimo scrutinio nei giorni delle festività natalizie del 1971. L’attuale presidente del Monza sa benissimo che, può determinare la partita solo dalla quarta votazione in poi, ed è per questo che non vuole fare assolutamente il candidato di bandiera di Forza Italia o anche di tutto il centro destra nelle prime tre.

Berlusconi è consapevole di potersela giocare, se però si evita l’individuazione di un candidato di tutte le forze politiche come hanno proposto Letta e Meloni, ed ha predisposto da tempo una sua struttura piramidale, che ha una base di deputati e senatori ed ex parlamentari di Forza Italia e i vertici rappresentati dai suoi storici uomini di fiducia, Gianni Letta e Fedele Confalonieri.

I deputati e i senatori del suo partito devono convincere i colleghi delle altre forze politiche a valutare la candidatura di Berlusconi, mentre gli ex parlamentari devono agire sul loro territorio per entrare in collegamento con i rappresentanti attuali del loro vecchio collegio o circoscrizione, sempre con lo stesso obiettivo. Mentre la base della sua piramide lavora ai fianchi i vertici Gianni Letta e Fedele Confalonieri si rapportano in alto con i massimi rappresentanti del centrosinistra e del centro articolato di Renzi, Calenda, Tabacci, Bonino ed altri esponenti.

Una particolare attenzione Berlusconi la sta dedicando all’universo dei 5 stelle, attuali ed ex, lanciando da un lato segnali di grande distensione al loro presidente Giuseppe Conte e soprattutto dall’altro, trovando nel sostituto di Roberto Occhiuto, neo presidente della giunta regionale della Calabria, Paolo Barelli un capo gruppo alla Camera, capace di intrattenere rapporti intensi ed amichevoli con i deputati fuoriusciti dal movimento.

Insomma a dispetto delle dichiarazioni del nipote di Gianni Letta, ed attuale segretario del PD , Enrico Letta, che cerca di mettere un veto alle candidature dei capi politici, ricercando invece una figura che sia super partes come Mattarella o Draghi, Berlusconi si muove come se dovesse diventare sindaco di un paesino di 1009 abitanti, provando a convincere elettore per elettore, per arrivare alla maggioranza assoluta di 505 voti, convinto di avere ancora una grande capacità di attrazione, che del resto ha contraddistinto la sua carriera dal momento della discesa in campo.

Intanto Mattarella ha fatto già le valigie

Se però dovesse fallire tornerebbero immediatamente in auge altre candidature a cominciare da quella di Mattarella, che ancora si schernisce e che è già andato da Papa Francesco per i saluti di commiato da Presidente della Repubblica e poi anche per fargli gli auguri per il suo ottantacinquesimo compleanno. Tutto ciò a dimostrare che è comunque una figura in bianco quella che vale per il Quirinale.

 

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