Il penultimo fine settimana di marzo, il PSI ha tenuto il suo congresso straordinario all’hotel Ramada di Napoli e ha eletto come segretario per la terza volta consecutiva Enzo Maraio. Il segretario del PSI è un avvocato nato a Polla, nel salernitano, il 28 ottobre 1978, figlio di Angelo, storico militante socialista. Fin da giovanissimo è stato impegnato in politica e nel 2001 venne eletto segretario provinciale dei giovani socialisti di Salerno, divenendo poi componente della segreteria nazionale giovanile del partito per diversi anni. Subito dopo è entrato nelle direzioni regionale e nazionale del PSI, assumendo le cariche nel partito di responsabile del Mezzogiorno e Coordinatore della Consulta degli Enti Locali, fino ad ottenere la nomina di Responsabile nazionale dell’Organizzazione.
A luglio del 2006 è stato nominato assessore nella giunta di Salerno, guidata dal sindaco De Luca, venendo confermato in tale ruolo nel maggio del 2011, fino al 20 gennaio 2015.
Le Candidature e la Carriera Politica
Alle elezioni politiche si candida per la prima volta nel 2006 con la Rosa nel Pugno e nel 2008 col PSI, ma non viene eletto in entrambe le occasioni. Nel 2010 si candida alle regionali in Campania nella lista unica tra PSI e Sinistra Ecologia Libertà, a sostegno del candidato presidente, il sindaco di Salerno De Luca, e alle successive elezioni campane del 2015 si ricandida nella lista del PSI, sempre nella coalizione del candidato di centro-sinistra, il sindaco questa volta uscente di Salerno, Vincenzo De Luca, venendo eletto con oltre 7.300 preferenze nella circoscrizione di Salerno. Successivamente entra nell’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale e diventa componente della Commissione Bilancio e della Commissione speciale anticamorra e beni confiscati alla criminalità organizzata.
La Strategia Politica di Enzo Maraio
In questo congresso del marzo del 2025 di Napoli, è eletto per acclamazione, come successe anche la prima volta il 31 marzo 2019, al posto di Riccardo Nencini, che Maraio decide di nominare come Presidente del Consiglio nazionale del partito, al posto dell’uscente Carlo Vizzini. La sua strategia politica è quella di costituire una coalizione di centro-sinistra, la più ampia possibile, che riesca a coinvolgere tutte le forze riformiste, progressiste, ambientaliste, liberali, democratiche e laiche, affinché si possa costituire un fronte unico contro l’avanzata delle destre sovraniste e dei movimenti populisti, molto forti nel periodo attuale.
A settembre del 2019 Maraio costituisce con il partito di Renzi, Italia Viva, un gruppo parlamentare unico al Senato, una scelta che non piace a tutti i socialisti e viene criticata soprattutto da Rino Formica e Claudio Martelli. Anche la scelta di aderire alla lista del Partito Democratico alle politiche del 2022 non piace a molti socialisti, e in effetti nemmeno lui viene eletto nella circoscrizione del Lazio.
La Sfida per le Elezioni Europee
In vista delle elezioni europee del 2024, Maraio presenta al Consiglio Nazionale del PSI la proposta di fare aderire il partito alla lista Stati Uniti d’Europa, assieme a Italia Viva, Più Europa, Radicali italiani, Italia c’è e i Liberali Democratici Europei, che viene approvata all’unanimità. Alle elezioni europee, come capolista nella circoscrizione Sud, ottiene un grande successo, raccogliendo circa 42.000 voti, piazzandosi al terzo posto nella lista dietro Renzi e Caputo. Ma la lista non riesce a superare la soglia di sbarramento a livello nazionale del 4%, seppure di pochissimo.
Nel luglio del 2024 Maraio diventa comunque il capo della Rappresentanza istituzionale della Giunta regionale della Campania per le relazioni esterne a Roma e a Bruxelles.
La Tenacia del Piccolo PSI
Quindi bisogna riconoscere come il piccolo PSI esista ancora, soprattutto per la tenacia, che si può classificare pure come ostinazione, di questo giovane segretario salernitano. Enzo Maraio sta insistendo, per cercare di mantenere nelle istituzioni repubblicane italiane una dignitosa formazione politica, che possa considerarsi erede della nobile tradizione del vecchio Partito Socialista Italiano, e che sia orgogliosamente componente di primo piano del PSE, partito rappresentante di tutti i Socialisti Europei. Il PSE, come ha scritto Bobo Craxi sui social, è sicuramente una forza politica essenziale per la tenuta democratica del Continente europeo.
Vittorio Craxi, detto Bobo, figlio del compianto Benedetto Craxi, detto Bettino, definisce una grandissima intuizione politica del Congresso di Napoli la dedica della tessera del Partito a suo padre. Nel 2024 giustamente è stato omaggiato il martirio dei Socialisti, perché si celebrava il centenario di Giacomo Matteotti, e la tessera del partito è stata anche un modo per celebrare la ricorrenza.
L’Identità Politica del PSI
Nella tessera del 2025, invece, si può ravvisare, a 25 anni dalla morte di Bettino Craxi, sia l’identità chiara del partito, che l’orgoglio di una stagione politica, comunque feconda, nonostante l’esito tragico delle vicende politiche. Infatti, la distruzione del vecchio partito socialista italiano ha avuto delle conseguenze tragiche per tutta la Democrazia Italiana, come si capisce bene dalle diverse inadeguatezze mostrate dalla classe dirigente in questa fase internazionale così delicata e difficile. La dedica della tessera a Bettino Craxi è stata anche una maniera per evidenziare la differenza di identità politica dal Partito Democratico, formazione alleata del PSE, che ha scelto invece Enrico Berlinguer nell’iconografia della propria tessera del 2024.
Anche il fatto di definire “straordinario” l’appuntamento congressuale di Napoli ha inteso bene rappresentare la straordinarietà dell’attuale periodo nazionale ed internazionale. Il dibattito politico del congresso è stato molto interessante, sia per l’avvicendarsi di ospiti di grande rilievo, sia per i contributi dei delegati, che hanno saputo rappresentare la solidità della svolta di una piccola forza come il PSI, che si pone l’obiettivo di essere comunque una “minoranza efficace”.
Il Futuro del Partito
Questa locuzione veniva adoperata dall’ex ministro degli Esteri socialista Gianni De Michelis, che definiva l’esperienza dei partiti socialisti della diaspora dopo Tangentopoli come una condizione di minoranza comunque in grado di interloquire con le altre forze dell’opposizione su un piano di parità, misurandosi su proposte concrete, espressioni di un riformismo pratico, che debba assolutamente rigettare qualsiasi forma di demagogia inconcludente. In questo modo si evidenziano chiaramente e concretamente le ragioni della permanenza in vita di un partito storico, che forse nei tempi attuali può essere considerato l’unico sopravvissuto della Prima Repubblica Italiana.
La sfida del piccolo PSI è ambiziosa e complicata, ma è anche molto suggestiva e contiene diversi motivi ragionevoli per essere praticata. Bobo Craxi conclude il suo post con l’amarezza di dover constatare come la grande stampa italiana stia quasi completamente ignorando questo tentativo molto generoso del piccolo PSI. Non si riesce a cogliere il fatto che il PSI esista ancora, non per un mero capriccio della memoria, bensì per esprimere un’esigenza vitale espressa da tanti, delegati ed ospiti, nel congresso di Napoli.
Ovviamente, la riuscita di questo sforzo davvero notevole dipende innanzitutto dai socialisti, e tutti quelli che si sentono tali devono contribuire attraverso il loro impegno civile, con l’obiettivo di fare crescere il PSI, che è sempre stato e deve continuare a rappresentare un grande spazio di libertà e democrazia. In questo senso, spero che anche questo articolo possa essere considerato un contributo, seppure piccolissimo, nella direzione della libera circolazione di idee e progetti politici autenticamente democratici.