28 Marzo: Giornata mondiale dell’endometriosi


Domenica 28 marzo: Giornata mondiale dell’endometriosi – Il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha preso l’iniziativa di illuminare di giallo la sede del Senato della Repubblica in occasione di questa data, a dimostrazione della sensibilità che oggi le istituzioni hanno nei confronti di questa patologia che ha un importante impatto “sociale”.

Una donna su dieci soffre di fastidi da endometriosi

L’endometriosi colpisce circa il 10% delle donne; quindi, una donna su dieci soffre i fastidi dell’endometriosi. Ben più importante è l’impatto della malattia sulla fertilità in quanto si stima che il 30% delle donne infertilì sia affetta da endometriosi.

Con il termine endometriosi si intende la presenza di tessuto “endometriale” (la mucosa che riveste dall’intento le pareti dell’ utero) in sedi anomale (ovaie, peritoneo che riveste e visceri addominali, legamenti, vescica, rettò, intestino ecc).

Perchè questa mucosa abbia una distribuzione ectopica non è ancora a chiaro: si è ipotizzato che ci possa essere un reflusso di materiale mestruale attraverso le tube e quindi in addome, ma, certamente, predisposizione genetica ed altri fattori concorrono allo sviluppo della malattia. La distribuzione ectopica di questo tessuto crea dei noduli che si infiammano durante il periodo mestruale determinando da un lato una importante sintomatologia dolorosa, dall’altro una reazione infiammatoria degli organi addominali che vengono attratti nella sede del nodulo stesso.Queste “aderenze” e questa infiammazione cronica sono da un lato responsabili del dolore “cronico” della paziente, dall’altro dei problemi di sterilità.

Proprio per questo motivo l’endometriosi ha un grosso impatto sociale. La donna affetta da endometriosi soffre di dolore cronico che ne compromette l’efficienza lavorativa ed i rapporti sociali.

Diagnosi e terapia

La donna affetta da endometriosi soffre di dolore cronico che ne compromette l’efficienza lavorativa ed i rapporti sociali.

Nella forma lievi, la terapia può essere di tipo medico, laddove si agisce sulla sintomatologia sfumata. Ma, nelle forme gravi, l’approccio deve essere di tipo chirurgico, e spesso non riguarda solo l’asportazione del focolaio endometriosico, ma anche degli organi coinvolti nel processo. Si tratta infatti di interventi lunghi e complessi che andrebbero eseguiti solo in centri specializzati.

Ovviamente, l’endometriosi, considerato il suo stretto rapporto con il ciclo mestruale, non interessa le donne in età menopausale.

L’impatto sociale di questa patologia pertanto è veramente drammatico, per la incidenza sulla popolazione (10%), per la sintomatologia grave, per la difficoltà è i tempi lunghi per giungere ad un inquadramento diagnostico ed infine per la complessità dell’approccio chirurgico.

Ben venga la sensibilità dimostrata dalle istituzioni nei confronti delle donne. La SIGO (società italiana di ginecologia e ostetricia) ha istituito una webmail (endometriosi@SIGO.it) aperta a tutte le donne desiderose di avere informazioni ed il supporto della società.

 

(articolo a cura del Dott. Salvatore Ercolano, ginecologo)

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