“Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi” – così recita una vecchia canzone di Elio e le Storie tese degli anni 90 parlando dell’Italia ma, in realtà, il cachi (o kaki) ha origini molto lontane da noi; nello specifico si tratta di un frutto orientale. Ne parliamo oggi con la Dr.ssa Claudia Cinquegrana, biologa nutrizionista – Studio Albes.
Cachi, loto del Giappone
Chiamato mela d’oriente o anche loto del Giappone, il cachi è oggi prodotto anche in Italia che ne consuma una grande quantità e ne esporta una buona percentuale grazie soprattutto alle coltivazioni del Sud (della Campania in particolare). Diospyros kaki è il nome scientifico che tradotto significa cibo degli dei (o “frumento degli dei”), un nome che gli si addice viste le sue innumerevoli proprietà.
E’ costituito per l’80% da acqua ed ha un buon apporto di fibre, ma allo stesso tempo è molto zuccherino quando raggiunge lo stato di sovra-maturazione, quello, per intenderci, di quando la polpa è color marroncino-ebano. Solo in questo caso gli zuccheri sono al massimo e riescono a coprire i numerosi tannini presenti che sono quelli che danno il sapore astringente e amaro del cachi non maturo.
Zuccheri a rilascio immediato, utilissimi per chi pratica attività sportiva
Molte sono le sue proprietà. E’ sicuramente un buon integratore energetico poichè 200-250g riescono ad apportare circa 200kcal; gli zuccheri che contiene sono a rilascio immediato per cui utilissimi per chi fa attività sportiva (meglio se post).
Ha spiccate proprietà diuretiche grazie alla presenza importante di potassio ed inoltre ha un notevole quantitativo di beta-caroteni (che gli conferisce il colore arancione che conosciamo) che lo eleggono probabilmente il frutto più colorato dell’autunno.
Dal momento che i beta-caroteni sono precursori della vitamina A (ovvero il retinolo), i cachi possono essere considerati utili nella protezione della vista e della pelle (ogni 100g apporta all’incirca 1,6mg di retinolo, non male!).
Inoltre la presenza di vitamina C e di numerosi antiossidanti rendono questi frutti possibili anti-radicali liberi e quindi scudo dell’invecchiamento cellulare; partecipano a questo e anche al rafforzamento delle difese immunitarie le catechine (ovvero sostanze antiossidanti) di cui i cachi sono ricchi.
Infine l’elevata presenza di fibra insolubile rende questi frutti dei lassativi naturali.
Attenti all’equilibrio!
Ovviamente ci sono anche dei lati negativi. Innanzitutto l’elevato apporto calorico e di zuccheri rende questi frutti non idonei a chi segue un regime ipocalorico (salvo organizzazione giornaliera ben fatta e peso stabilito dal tuo nutrizionista) e soprattutto non sono idonei a soggetti diabetici soprattutto non ben compensati.
Inoltre il cachi è molto ricco di fruttani per cui sconsigliato per chi ha senso di gonfiore dovuto a “reazione” a questo tipo di zuccheri
L’equilibrio è sempre ciò che rende il cibo il nostro alleato e non un nemico (#delcibonontemerenulla).