Con la menopausa si assiste ad un regresso della malattia, che è legato al “crollo ormonale” che si verifica nella donna a partire dai 50 anni. L’endometriosi comporta un processo infiammatorio lento e cronico che è dannoso per l’apparato riproduttore femminile.
Sintomi dell’endometriosi
I principali sintomi dell’endometriosi sono caratterizzati da dolori molto intensi durante il ciclo mestruale, premestruale e nel periodo dell’ovulazione, spesso si possono verificare cicli di diarrea e stipsi, colon irritabile con forti sofferenze intestinali, stanchezza fisica cronica ed infertilità.
L’ endometriosi si può diagnosticare mediante l’esame ecografico transvaginale (TVS) che rappresenta attualmente la tecnica diagnostica di prima scelta e maggiormente accurata nello studio e nella diagnosi di questa patologia.
Tra le principali ipotesi sul meccanismo di evoluzione e sviluppo di questa malattia vi è la mestruazione retrograda. Questo meccanismo prevede che durante il ciclo alcuni dei frammenti endometriali dell’utero, invece di essere eliminati all’esterno, subiscono un rimbalzo e ritorno verso le pelvi, questo comporta il passaggio di cellule endometriali sul peritoneo e sugli organi pelvici che poi vanno a proliferare come tessuto endometriale.
I dati in letteratura, indicano che, l’80% delle donne circa, con flussi mestruali e tube aperte presentano questo disturbo, ma solo nel 20% dei casi viene a svilupparsi la malattia.
Una delle cause di infertilità
Alcuni studi hanno riassunto i potenziali meccanismi biologici che possono impedire o favorire questa malattia: nel corso della mestruazione, vengono espulsi frammenti vitali di endometrio superficiale o funzionale insieme al sangue mestruale probabilmente ad opera di una metalloproteinasi, una proteina che induce alla morte cellulare. Parte di questi frammenti possono passare, per via retrograda, nelle tube e raggiungono così il peritoneo e gli organi addominali. Secondo altre teorie, l’endometriosi sarebbe causata da una modificazione genetica o epigenetica della cellula endometriosica. Infine, una terza ipotesi, avvalora la tesi secondo cui la patologia si svilupperebbe in seguito ad un’alterazione del sistema immunitario, infatti gli aspetti immunologici rappresentano un settore di ricerca e di studio molto interessante. Esiste una chiara evidenza che la funzione del sistema immunitario in pazienti con endometriosi è alterata.
Alcuni studiosi sostengono che il sistema immunitario svolga un ruolo determinante nello sviluppo dell’endometriosi, provocando una cascata di eventi caratterizzata dall’attivazione dei macrofagi e dal rilascio di fattori immunosoppressivi che inibiscono la distruzione dell’endometrio esterno.
L’endometriosi pelvica è associata ad infertilità, anche quando le donne affette ovulano regolarmente e presentano tube funzionali. Anche negli stadi più precoci, l’endometriosi si associa ad infertilità.
L’esatto meccanismo attraverso il quale questa malattia interferisce con la fertilità non è ancora completamente conosciuto, anche se molteplici cause sono state suggerite. Molti studi hanno ipotizzato che la disfunzione ovulatoria contribuisce all’infertilità in pazienti con endometriosi minima.
Endometriosi, combatterla a tavola
Ma vediamo adesso come è possibile combattere l’endometriosi a tavola. C’è da dire che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione di svariate malattie, da quelle croniche a quelle infettive.
Un regime alimentare idoneo contribuirà in maniera determinante non solo al miglioramento della qualità ovarica ma anche alla riduzione dei dolori e dell’infiammazione. Comprendere il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo dell’endometriosi è fondamentale per lo sviluppo di istruzioni dietetiche efficaci per la prevenzione. Gli studi esistenti riguardanti la nutrizione e l’endometriosi suggeriscono che la dieta è un fattore di rischio potenzialmente modificabile per l’endometriosi.
Frutta e verdura, olio di pesce, alimenti ricchi di calcio e vitamina D e acidi grassi Omega-3 sono probabilmente associati a un minor rischio di sviluppare endometriosi. Un ampio studio ha trovato un’associazione relativamente forte tra endometriosi e consumo di acidi grassi “trans” e un minor rischio di endometriosi con un maggiore consumo di acidi grassi omega-3 a catena lunga. Il consumo di grassi in generale, e il consumo di carne di manzo e altri tipi di carne rossa e alcol, rappresentano fattori di rischio e andrebbero evitati per chi soffre di questa dolorosa patologia.
La dieta deve essere fortemente anti-infiammatoria, consumando quotidianamente sostanze come: zenzero, curcuma, verdura cruda ed estratti di verdura.
Se l’endometriosi si associa al colon irritabile, con forti sofferenze intestinali, risulta utile valutare una dieta low FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccarides, Monosaccharides and Polyols) con esclusione di qualsiasi latticino.
Chiaramente ogni consiglio e piano alimentare deve essere strettamente personalizzato sulla base della sintomatologia e tenendo sempre presente che non sono i nutrienti in sé a poter fare la differenza, quanto la sinergia di determinate combinazioni alimentari. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno l’influenza dei prodotti alimentari consumati sul rischio di sviluppo di questa malattia.
(Dott. Giovanni Sambiase, Biologo Nutrizionista)