La gravidanza: portatrice di cambiamenti.
La gravidanza è un momento storico della donna molto delicato che impegnativo, sia per il corpo che per la psiche da vivere con serenità ma anche con consapevolezza, porta con se tantissimi cambiamenti irreversibili che incidono notevolmente sull’identità femminile.
Il momento della gravidanza è una giostra di emozioni: gioie, paure, sicurezze, ansie, sorrisi e lacrime. Nella mente della donna, cominciano a farsi largo molteplici interrogativi: “che madre sarò?”, “come sarà questo bambino?”, “che ne sarà della vita di coppia?”, “come andrà il parto?”.
In gravidanza cambia l’orientamento verso il proprio mondo interiore.
Nonostante la donna continui ad assolvere i compiti abituali, manca in lei una partecipazione attiva per ciò che fa in quanto le sue energie psichiche vengono dirette verso ciò che avviene dentro di sé.
La maternità costituisce quindi:
“un nodo di straordinaria complessità nell’esistenza femminile”.
Si tratta di un periodo di sospensione, denso di emozioni ma anche legato alle evidenti trasformazioni corporee, una fase della vita in cui è presente un’esigenza di rassicurazione e protezione più ampia di quanto possa fornire il piano medico, una fase in cui l’abbandono a fantasie e sogni che prefigurano il bambino è ricorrente, come dimostrano gli studi psicoanalitici.
Stress in gravidanza
Una condizione di stress cronico, implica una stimolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con una conseguente maggior secrezione di cortisolo, ormone che se presente in eccesso, può avere effetti negativi sulla gravidanza e sulla salute del nascituro.
Alcuni studi hanno evidenziato che lo stress in gravidanza può determinare un maggior rischio di parto pretermine e un minor peso del neonato.
Altri studi hanno rilevato una maggior presenza di malattie infettive infantili. Un altro ha osservato un maggior rischio di sviluppo di disturbi affettivi nel corso della vita, quali ansia e depressione.
Condizioni di stress in gravidanza potrebbero infine condizionare la relazione di attaccamento tra mamma e bebè.
La ricerca americana ha dimostrato ora che lo stress in gravidanza, può causare nel feto dei sistemi neurali organizzati in modo meno efficiente.
A giocare un ruolo centrale sarebbe il cervelletto, vulnerabile agli effetti dello stress prenatale o delle prime fasi della vita. In questo organo c’è, infatti, la più alta densità di recettori dei glucocorticoidi, ormoni coinvolti nella risposta allo stress, di qualsiasi altra parte del corpo, spiegano i ricercatori.
Simbiosi della madre con il feto
E’ stato constatato come le madri con l’avanzare della gravidanza percepiscono sempre più il feto come una persona, intensificando con il trascorrere di mesi il legame di attaccamento.
Questo legame sembra non dipendere dalla percezione fisica del feto, ma dal coinvolgimento psicologico da parte della madre che viene messo in atti sin dal concepimento.
Chiaramente la simbiosi profonda tra madre e il feto, fa si che i fattori psicosociali, emotivi, affettivi, vissuti dalla madre durante la gestazione ricadano inevitabilmente sulla relazione e sull’attaccamento madre-bambino, creando delle tracce mnestiche che si conserveranno intatte nella psiche del bambino e quindi dell’adulto.
In molti casi gli stati emozionali e psichici vissuti dalla madre durante la gravidanza restano custoditi nella memoria del bambino e possono influire sul suo vissuto futuro.
Ogni tipo di esperienza emotiva vissuta dalla madre viene trasmessa al feto. Ciò avviene sia perché le emozioni positive vissute dalla madre consentono la messa in circolo di endorfine da parte del sistema limbico, sia perché lo stato di quiete e tranquillità trasmette al nascituro un senso di accettazione e amore.
Madri emotivamente disturbate possono dare alla luce bambini con elevato rischio di turbe del sonno, problemi digestivi ed irritabilità.
I bambini le cui madri sono sottoposte a stress durante la gravidanza possono andare incontro ad un rischio maggior di iperattività, deficit di attenzione rispetto a bambini di madri tranquille.
Bisogna creare quindi un ambiente sano e funzionale al benessere della madre in attesa.
I rimedi che aiutano in gravidanza
È fondamentale riconoscere quando lo stress in gravidanza è eccessivo. Esistono diversi strumenti efficaci, quali tecniche di rilassamento (rilassamento muscolare progressivo, biofeedback o tecnica del respiro lento), meditazione (yoga, mindfulness), psicoterapia.
Non va sottovalutata l’importanza di un costante, ma non eccessivo, esercizio fisico, un’alimentazione equilibrata e ritmi sonno-veglia regolari.
Numerosi studi ci dicono che utilizzare la musica si rivela molto importante per un progetto di educazione prenatale in quanto la maturazione anatomica e funzionale dell’udito è parzialmente presente sin dalla settima settimana di gestazione.
Il feto quindi è particolarmente sensibile agli stimoli uditivi, sia interni come il battito cardiaco materno, sia esterni come i rumori ambientali.
La voce della genitrice rappresenta per il feto, a partire deal terzo mese, il suono più rassicurante e consente di instaurare una intensa relazione affettiva tra madre e figlio.
Musicoterapia
L’ascolto musicale rilassa, distende, favorisce il contenimento dell’ansia e aiuta la gestante a creare immagini positive e piacevoli: le musiche più adatte allo scopo sono lente, dolci e tranquille e spesso rievocano scene di vita infantile, paesaggi montani e naturali.
La musicoterapia prenatale prevede anche una serie di attività per stimolare il piccolo e per favorire così la comunicazione fra mamma-bambino. La musica durante l’attesa è il canale privilegiato di questa comunicazione e le varie attività ritmico-sonore permettono di preparare una relazione affettiva equilibrata e serena, nonché di stimolare adeguatamente lo sviluppo strutturale e funzionale del sistema nervoso del feto stesso.
Infatti, tutti gli stimoli presenti nell’ambiente nel quale il feto cresce (suoni interni ed esterni alla madre), contribuiscono allo sviluppo delle e vie sensoriali acustiche, favorendo anche il processo di maturazione strutturale e funzionale del Sistema Nervoso (AUDITORE, 1998). Ma la musica per eccellenza che piace al piccolo è senza dubbio quella prodotta dalla mamma, ossia la sua voce: la colorazione timbrica e melodica della voce materna è veicolo di emozioni ed affetti, è una carezza ed una “coccola sonora”, ma anche un vero strumento per comunicare al piccolo stati di (BENASSI, 1998).
Un ruolo fondamentale quindi è svolto dalla musica, in quanto quest’ultima è in grado di favorire l’attività cerebrale del nascituro. Un esperimento ha rilevato che esiste una continuità tra la percezione dei suoni in epoca prenatale e quella in epoca neonatale poiché il neonato mostra preferenza verso stimoli che ha già ascoltato in utero (De Casper, Spence , 1986).
BIBLIOGRAFIA
D.ALLISON, Musicoterapia in gravidanza, in Casi clinici di Musicoterapia a cura di K.E.Brusica, Ed. ISMEZ, Roma 1995
E.BENASSI, Partorire e nascere in musica, in La nascita come evento, Vita dell’infanzia, Luglio/agosto 1996, anno XLV, n°6, Roma.
A.AUDITORE F.PASINI, La musicoterapia prenatale e perinatale: un’esperienza, in Musica e Terapia-Quaderni di Musicoterapia, Ed. Cosmopolis, Torino, 1998
A. ZORRILLO PALLAVICINO, Nascere in musica, Ed. Borla, Roma, 2002