I disturbi dello spazio extracorporeo: l’ eminegligenza


La sindrome di eminegligenza spaziale (neglect) consiste in un disturbo caratterizzato dalla difficoltà di prestare attenzione, percepire o esplorare lo spazio extracorporeo controlaterale alla sede della lesione cerebrale

Spesso, ma non sempre, la lesione è localizzata nell’emisfero destro, quindi un’ eminegligenza sinistra. I pazienti, soprattutto quelli in forma acuta o subito dopo aver subito la lesione (soprattutto se posteriore), tendono ad avere il capo sempre verso destra, ciò rende impossibile attirare l’attenzione o avere un rapporto nella parte sinistra del paziente.

Non si può stabilire alcun rapporto con il paziente se ci si pone a sinistra; se invece, l’esaminatore si sposta alla destra del paziente, questi lo identifica e colloquia con lui. Ciò che colpisce l’osservatore è che spesso il paziente non dà segni di essere particolarmente angustiato per le sue condizioni. E anzi, in molti casi dimostra di ignorare quanto gli è accaduto o ignora la gravità dell’evento che lo ha ridotto a letto o ne dà spiegazioni inadeguate ( ad es. lo attribuisce a banali patologie muscolari; questo fenomeno si definisce anognosia). Quando il paziente mangia, può ignorare le posate o le vivande poste alla sua sinistra, e in alcuni casi mangia solo il cibo posto nella parte destra del piatto. Se si pone un oggetto alla sua sinistra, il paziente non lo trova e spesso fallisce e rinuncia, pur sapendo che l’oggetto deve essere in quella zona. Ignorerà tutti gli oggetti sulla sinistra.

Se un gruppo  di persone sono davanti a lui e gli si chiede di contarle, si fermerà dopo aver contato quelle alla sua destra, se sollecitato proseguirà, ma spesso spingendosi poco oltre il centro ideale del gruppo. Se i pazienti con neglect riescono a camminare, o a muoversi su una sedia a rotelle, urtano continuamente con ostacoli posti alla loro sinistra e non mettono in atto nessuna strategia per evitare gli ostacoli in quanto non si rendono conto della loro presenza.

In alcuni casi si evidenzia un comportamento definito allochiria o trasposizione spaziale: quando lo si chiama da sinistra, il paziente cerca il suo interlocutore a destra, risponde correttamente alla domanda postagli ma continua a cercare sulla destra spesso spazientendosi. Questo fenomeno si può meglio osservare quando si invita il paziente a disegnare un orologio e lo disegnerà a metà, ma inserendo tutti i numeri nella parte destra (allochiria costruttiva). Gli errori più frequenti sono costituiti da semplici omissioni: se il paziente deve descrivere la propria casa, sarà portato a trascurare ambienti o particolari posti alla sinistra del suo punto di vista ideale; se gli si chiede di fare un disegno ometterà le parti sinistre della figura che compone. L’eminegligenza si manifesta in molte comuni attività quotidiane, ad esempio anche nella lettura dei giornali o nella scrittura o nel fare calcoli.

Anche se l’eminegligenza è diversa da paziente a paziente, nei casi più gravi i pazienti la manifestano nella vita di tutti i giorni, sia nelle attività extracorporee (leggere, scrivere, ecc…) che nelle attività su se stessi (lavarsi, radersi, ecc…).Nei casi più lievi invece, c’è un buon recupero, anche se resta sempre una preferenza per lo spazio controlaterale alla lesione. In generale, se non c’è un recupero spontaneo, la riabilitazione consente il recupero funzionale del paziente. L’eminegligenza spaziale si presenta soprattutto dopo lesioni del lobulo parietale inferiore di destra, e anche porzioni del lobo frontale o delle strutture talamiche.

È bene chiarire che l’eminegligenza sinistra (cioè la lesione emisferica destra) si associa spesso a paralisi completa (emiplegia), o incompleta (emiparesi), con o senza disturbi sensoriali (emianestesia), alla metà sinistra del corpo. I pazienti con eminegligenza possono, inoltre, presentare un disturbo che consiste nella cecità per la metà di sinistra del campo visivo (emianopsia laterale sinistra); la presenza di emianopsia si valuta mediante specifica strumentazione, sebbene si possa individuare anche con un grossolano esame clinico al letto del paziente (il paziente tiene fissi gli occhi davanti a sé e si verifica, ad es. con un dito, fin dove si estende la vista laterale, da un lato e dall’altro). L’emianopsia non è in grado di per sé di giustificare l’eminegligenza: i pazienti affetti da emianopsia sinistra senza eminegligenza, i quali non riescono a vedere gli oggetti o le persone posti sulla sinistra, sono tuttavia pienamente coscienti del deficit sensoriale e imparano presto aggiustamenti motori per compensare il loro deficit. Un paziente con emianopsia sinistra esegue correttamente i test per l’eminegligenza spostando lo sguardo e la testa verso sinistra. Nelle fasi acute non si riesce  tuttavia a distinguere eminegligenza ed emianopsia, data la difficoltà a far mantenere ad un paziente con danno cerebrale destro i punti di fissazione (fenomeno della impersistenza motoria).

Ci sono delle  prove neuropsicologiche di uso clinico per l’eminegligenza. Le prove utilizzate per verificare la presenza o meno di eminegligenza sono svariate, ma tutte devono mirare a individuare se nel paziente è presente un’asimmetria, fattore cruciale per definire tale paziente eminegligente. Di solito le prove sono standardizzate ed è possibile anche confrontare i risultati con quelli di persone normali. Le prove più utilizzate sono quelle di cancellazione (barrage), ovvero si chiede al paziente di barrare tutti gli stimoli presenti su un foglio. Gli stimoli possono essere presentati in diversi modi, per esempio più fittamente e con distrattori, in modo da rendere il compito più complesso. Nel somministrare le prove di cancellazione  si deve avere cura di allineare il foglio centralmente rispetto al piano sagittale mediano del paziente, il quale, però, è lasciato libero di muovere la testa e gli occhi durante il compito.

Il test di Albert (1973) è la prova di cancellazione più semplice. Si tratta di un test di cancellazione di stimoli in assenza di distrattori. Quaranta linee oblique sono disposte in sette colonne su un foglio delle dimensioni di 21x30cm. Il foglio si posiziona cercando di far coincidere il punto centrale con il piano sagittale del paziente e l’esaminatore chiede di barrare tutti gli stimoli presenti sul foglio. In questo test il paziente può liberamente muovere il capo o gli occhi ma non può chiedere all’esaminatore di posizionare diversamente il materiale stimolo, ad es. spostandolo verso ds. Si registra il numero di linee non barrate nelle due metà del foglio. È bene rivolgersi a uno specialista quando si ha anche un  minimo dubbio o si riconosce qualcuno in questa tipologia di sintomi.

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