La psicologia ospedaliera negli ultimi anni si è rivelata una scelta vincente in una realtà ad alto profilo, dove è emerso che la presenza dello psicologo in corsia funge da cuscinetto nelle dinamiche tra operatori sanitari e una maggiore compliance del paziente con il personale medico.
Psicologia ospedaliera
Il supporto psicologico ha mostrato un notevole abbassamento dello stato di ansia dei pazienti che si sentono più al sicuro quando uno specialista “cura” la parte emozionale, contenendone le manifestazioni, che in un contesto di ospedalizzazione vengono amplificate e non sempre si rivelano funzionali al paziente.
Accoglienza ospedaliera
Accogliere il paziente dal momento del ricovero al momento delle dimissioni, si è rivelato la scelta vincente per la riuscita di un percorso di cura ad ampio raggio, dove la cura riguarda non solo la parte fisica ma avviene a tutti i livelli.
Il supporto psicologico
In base alle ultime ricerche scientifiche il supporto psicologico si è rivelato molto utile anche in sala operatoria completando la presa in carico del paziente in tutte le sue fasi.
Lo psicologo in sala operatoria
La presenza dello psicologo in sala operatoria si rivela una risorsa che facilita il lavoro del personale medico e per ottenere una maggiore compliance del paziente. Gli ultimi risultati rivelano infatti una notevole riduzione dello stato ansioso del paziente che appare più collaborativo, acquistando una maggiore capacità di affidarsi. Tutto ciò crea un ambiente lavorativo positivo con meno possibilità di intoppi in quanto il paziente rimane calmo e riesce a gestire in maniera meno ansiogena un evento della sua vita a cui spesso non risulta pronto ad affrontare.
Il giorno dell’intervento in sala operatoria
Un aspetto fondamentale è il senso di disorientamento che il giorno dell’intervento avvolge il paziente. Un disorientamento ovviamente dettato dal trovarsi di fronte ad un evento ignoto che produce paura , creando un vissuto ansiogeno intenso e difficilmente gestibile. I momenti che precedono la discesa in sala operatoria si rivelano quelli più “difficili” dove trovare un punto di riferimento diventa fondamentale. Il sentirsi al sicuro, in un ambiente protetto diventa un’esigenza molto spesso non soddisfatta creando variabili che potrebbero intralciare il lavoro degli operatori medici.
Seguire il paziente ospedalizzato e sostenerlo anche durante l’intervento chirurgico crea nel paziente una tranquillità e fiducia in quanto rivede un volto già “conosciuto” e soprattutto una persona che si è avvicinata al suo vissuto emotivo, e questo aspetto produce una significativa rassicurazione nel paziente. La notte prima dell’intervento si evidenzia una generale tendenza alla difficoltà nell’addormentamento, al risveglio precoce, alla produzione di sogni intensi .
Le emozioni
Il desiderio di condividere dal punto di vista emozionale questa parentesi importante della vita ricercando il supporto e l’aiuto delle persone diventa per alcuni di fondamentale importanza per la buona riuscita dell’intervento clinico. E l’aiuto necessario spesso non può essere solamente professionale, ma deve ergersi accanto ad una partecipazione di uno spessore umano importante.
Stress e paura
Le situazioni di stress e paura fanno emergere i modi di essere di ciascuno in modo rapido, modi di essere che fanno parte della storia individuale, del patrimonio culturale e generazionale di ogni “uomo”. Come tali, questi aspetti non devono essere erosi, bensì rispettati , contenuti, condivisi.
La comunicazione
L’importanza della comunicazione, delle parole che curano in questi contesti è di primaria importanza. Non sempre è facile parlare di “paura”, non sempre è facile ammettere di essere impauriti, spaventati di fronte all’ignoto. Lo stato di ansia prima di entrare in sala operatoria e anche nel momento in cui ci si stende sul lettino operatorio è ai massimi livelli provocando anche brividi di freddo . E lo stato di ansia potrebbe essere uno dei meccanismi che porta ad un’ abbassamento della temperatura corporea.
Vedere il proprio corpo spogliato dei “panni” quotidiani , sdraiato su un lettino scomodo, dopo aver lasciato i propri affetti, intorno facce sconosciute con mascherine e cuffiette dove si intravedono solo gli occhi, in un ambiente freddo e non familiare dove rimani solo con la tua ansia comporta uno sbandamento emotivo e un carico di tensione che la presenza di uno psicologo in sala operatoria può contenere e trasformare in maniera funzionale. I timori che attraversano i pazienti che stanno per essere operati sono tanti come l’angoscia di non guarire, la minaccia della morte, l’ansia dell’intervento chirurgico. Questo rappresenta un’esperienza altamente traumatica in quanto si vive una perdita di controllo sulla maggior parte degli eventi che riguardano la persona , un’aggressività fisica, la paura del dolore, il timore “di cosa troveranno nel corpo nel corso dell’operazione “, il timore delle possibili complicanze e del recupero post-operatorio ecc)
E’ importane quindi non trascurare l’importanza delle dinamiche emotive, ovvero di quelle variabili esistenziali che incidono sulla qualità della vita del paziente ospedaliero e sul percorso della sua malattia.
L’ospedale quindi può essere in realtà un luogo di grandi opportunità per affrontare con strumenti adeguati il versante psichico della malattia organica.
Il paziente ospedalizzato spesso vive una sofferenza acuta e insopportabile che si traduce in una richiesta di aiuto anche se non sempre è chiaramente esplicitata. E’ presente una continua fluttuazione dei propri meccanismi di difesa che si traduce in un alternanza di stati emotivi, con passaggi anche bruschi da momenti di negazione a momenti di disperazione e di panico e la presenza di una significativa deflessione del tono dell’umore.
L’obiettivo primario, quindi, della presenza dello Psicologo in sala operatoria è quello di essere utile al paziente aiutandolo a vivere più serenamente ed autonomamente un difficile momento della propria vita.