È ormai riconosciuto a livello mondiale il ruolo della musica, e più in generale dei suoni, nella cura dei disturbi più diversi che affliggono l’uomo, che sia adulto o bambino.
Ogni essere umano, fin dal suo concepimento, già dentro il grembo materno, riconosce e memorizza i suoni, come ad esempio la voce materna. L’ascolto e il ri-ascolto di alcuni suoni donano un senso di benessere in grado di alleviare condizioni di stress o di migliorare l’interazione sociale e più in generale la qualità della vita.
Numerosi studi sono stati fatti anche nel campo dell’autismo, dove la musicoterapia si inserisce con un linguaggio non verbale proprio per migliorare la comunicazione delle persone che seguono altri percorsi relazionali.
La musicoterapia secondo il modello Benenzon
Nella definizione di Rolando Omar Benenzon, musicista e psichiatra argentino, riconosciuto come il maggiore esponente di tale terapia, “la musicoterapia è una tecnica psicoterapica che produce un vincolo, una relazione tra terapeuta e paziente o gruppo, utilizzando il corpo, lo strumento, la musica ed il suono, finalizzata alla riabilitazione, al recupero, al miglioramento della qualità della vita del paziente”.
La base del cosiddetto modello Benenzon è l’ISO, ossia l’identità sonora, “l’insieme infinito di energie sonore, acustiche e di movimento che appartengono ad un individuo e che lo caratterizzano”.
L’ISO rappresenta un canale di comunicazione, il punto di partenza per il musicoterapeuta che, attraverso un percorso regressivo, punta a intervenire a livello educativo, riabilitativo e terapeutico sull’individuo.
Sul modello Benenzon, come anche su altri approcci al tema della musicoterapia, esistono numerosi testi che è possibile trovare anche online su www.ilgiardinodeilibri.it.
Musicoterapia in gravidanza
L’ISO riassume in sé le energie sonore insite nel nostro patrimonio genetico e quelle che derivano dalle nostre esperienze sia corporee, ma anche sonore e più in generale legate alla comunicazione non verbale, a partire dai primi mesi di gestazione e per tutto il periodo della nostra vita.
La relazione madre-feto si sviluppa in un ambito non verbale fin dal momento del concepimento e in questa fase l’obiettivo del musicoterapeuta è di far sì che la comunicazione tra loro inizi da subito, in modo che la nascita del bambino non sia l’inizio di un rapporto, ma la sua continuazione.
La musicoterapia in gravidanza contribuisce alla creazione di quel patrimonio di suoni ed esperienze, dell’identità sonora, e se ne ha riscontro immediato: i bambini riconoscono fin dalla nascita le ninna nanne, gli strumenti e i movimenti proposti durante il trattamento di musicoterapia.
“L’abbraccio sonoro in gravidanza” della musicoterapeuta Paola Citterio, punta sulla musica come mezzo rassicurante che permette al neonato di entrare con fiducia nel mondo che lo aspetta in un ambiente a lui familiare come quello acquatico.