Lo scrittore Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega con Le otto montagne, ha condiviso pubblicamente una dolorosa esperienza personalem quella di essere stato sottoposto a un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) a causa di una grave depressione evoluta in sindrome bipolare con episodi maniacali. Un tema delicato, quello del TSO, che prevede interventi medici forzati al fine di tutelare la salute e la sicurezza di pazienti in situazioni critiche, spesso in ambito psichiatrico.
Cognetti ha raccontato il suo percorso in un’intervista a Daniela Monti. Il racconto è crudo, toccante e, soprattutto, sincero. L’autore ha ripercorso i mesi più bui della sua vita, trascorsi tra il senso di vuoto, l’apatia e il crollo emotivo: i continui pensieri suicidi. A peggiorare la situazione, l’alcolismo, una dipendenza che lo ha accompagnato nei momenti più difficili.
Lo scrittore è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dove ha iniziato il lungo e doloroso percorso verso la guarigione. Oggi, Cognetti si dice in una fase di stabilità e ha deciso di rompere il silenzio per aiutare chi, come lui, ha conosciuto il buio.
Il suo messaggio è chiaro:”Non bisogna aver paura di chiedere aiuto, né vergognarsi di affrontare una malattia mentale”.
Con la sua testimonianza, Cognetti invita a guardare alla sofferenza con empatia, a superare lo stigma che ancora circonda la salute mentale e a promuovere una società più consapevole e inclusiva. Un racconto che non solo colpisce, ma che apre un dialogo necessario su un tema ancora troppo spesso relegato al silenzio.