“Verso la nascita”, corsi di accompagnamento al parto


La gravidanza è un momento storico della donna molto delicato e impegnativo, sia per il corpo che per la psiche da vivere con serenità ma anche con consapevolezza.

I corsi di accompagnamento al parto

Durante i nove mesi di attesa inoltre avvengono una serie di importanti modificazioni anatomiche, ormonali ed emozionali a carico della gestante. La gravidanza porta con se tantissimi cambiamenti irreversibili che incidono notevolmente sull’identità femminile ,una ridefinizione di sé, della propria immagine, dei propri bisogni e delle proprie aspettative.
Tutti questi cambiamenti di sovente scombussolano anche la stabilità della coppia costringendola a cercare un nuovo equilibrio.
La maternità sancisce anche la fine del ruolo esclusivo di figlia che diviene contemporaneamente figlia e madre, e per l’uomo figlio e padre.
Sempre più emerge la necessità di essere seguiti durante la gravidanza da persone esperte e specializzate in grado di accompagnare la futura mamma e non solo verso la nascita del proprio bambino, un percorso di sostegno, di ascolto , di condivisione.
Ormai presenti in numerose realtà i corsi di accompagnamento al parto , rivelatasi molto importanti e funzionali al fine di accompagnare in maniera funzionale le future mamme in questo viaggio meraviglioso. Il momento della gravidanza è una giostra di emozioni: gioie, paure, sicurezze, ansie, sorrisi e lacrime. Durante la gravidanza, nella mente della donna, cominciano a farsi largo molteplici interrogativi: “che madre sarò?”, “come sarà questo bambino?”, “che ne sarà della vita di coppia?”, “come andrà il parto?”. In gravidanza cambia l’orientamento verso il proprio mondo interiore. Nonostante la donna continui ad assolvere i compiti abituali, manca in lei una partecipazione attiva per ciò che fa in quanto le sue energie psichiche vengono dirette verso ciò che avviene dentro di sé. L’intervento durante la gravidanza non può essere più inteso solo come un aiuto per rendere il parto meno doloroso ed il travaglio più facile, né tanto meno una tecnica di rilassamento per rendere i vissuti meno drammatici e distaccati.
L’intervento in gravidanza deve essere inteso come una modalità integrata di differenti metodologie, in modo da riuscire ad interessare l’individuo nella sua interezza e complessità ed ottenere effetti che coinvolgono il rapporto madre-bambino sin dall’inizio, ottimizzando questa relazione e puntando al pieno benessere di entrambi. Le donne in gravidanza sono donne che vivono per metà la realtà del loro stato e per l’altra metà sono immerse in un mondo immaginario, costellato da molteplici “Se”, “Ma”, “Come”, “Cosa”; è come avere un piede nella realtà e l’altro in un sogno.
Questo brano rispecchia molto bene questa dimensione e di come la madre e il bambino sono già in contatto:

“Nel ventre della madre, la vita era di una ricchezza infinita. A prescindere dai suoni e dai rumori, tutto era, per il bambino, costantemente in movimento. Che la madre si alzi e cammini, che si giri o che si chini, che si alzi sulla punta dei piedi, che peli la verdura o usi la scopa, sono altrettante onde, altrettante sensazioni per il bambino. E, anche, che la madre si riposi, che prenda un libro e si segga o che si corichi e si addormenti, la sua respirazione non cessa mai, il cui placido moto, la cui risacca, continua a cullare il bambino”. Leboyer

E’ stato constatato come le madri con l’avanzare della gravidanza percepiscono sempre più il feto come una persona, intensificando con il trascorrere di mesi il legame di attaccamento. Questo legame sembra non dipendere dalla percezione fisica del feto, ma dal coinvolgimento psicologico da parte della madre che viene messo in atto sin dal concepimento.

Chiaramente la simbiosi profonda tra madre e il feto, fa si che i fattori psicosociali, emotivi, affettivi, vissuti dalla madre durante la gestazione ricadano inevitabilmente sulla relazione e sull’attaccamento madre-bambino, creando delle tracce mnestiche che si conserveranno intatte nella psiche del bambino e quindi dell’adulto.

In molti casi gli stati emozionali e psichici vissuti dalla madre durante la gravidanza restano custoditi nella memoria del bambino e possono influire sul suo vissuto futuro. Ogni tipo di esperienza emotiva vissuta dalla madre viene trasmessa al feto; quindi se la madre si trova in uno stato emotivo spiacevole e positivo il feto ne trae benefici, se invece vive in uno stato emotivo negativo e ansiogeno il feto risponderà con agitazione, tachicardia e probabilmente un senso di frustrazione psichica. Ciò avviene sia perché le emozioni positive vissute dalla madre consentono la messa in circolo di endorfine da parte del sistema limbico, sia perché lo stato di quiete e tranquillità trasmette al nascituro un senso di accettazione e amore. Madri emotivamente disturbate possono dare alla luce bambini con elevato rischio di turbe del sonno, problemi digestivi ed irritabilità. I bambini le cui madri sono sottoposte a stress durante la gravidanza possono andare incontro ad un rischio maggior di iperattività, deficit di attenzione rispetto a bambini di madri tranquille. Bisogna creare quindi un ambiente sano e funzionale al benessere della madre in attesa.
Avvertire una certa ansia al pensiero del parto è naturale. Si tratta di un’esperienza nuova (sempre, anche quando si è al secondo o al terzo figlio), che sfugge al pieno controllo, un viaggio verso l’ignoto. “Dal punto di vista psicologico, è un po’ come se la donna si trovasse nelle stesse condizioni di suo figlio che deve venire al mondo”. “Deve infatti attraversare una specie di prova, un passaggio obbligato. E per quanto possa cercare di arrivare preparata e di mettere a punto strategie per affrontarlo, un certo margine di incognite resta”. A volte, però, può capitare che i timori prendano il sopravvento. Gli esperti parlano di tocofobia, o paura patologica del parto.
L’esperienza del parto non è paragonabile a nessun’altra: in poche ore la donna si trasforma radicalmente e diventa madre, pronta a dedicarsi interamente e altruisticamente alla nuova creatura, che è completamente dipendente da lei. Perciò, per una madre in travaglio, la prova che sta cercando di superare ha un significato profondo e sa che presto sarà ricompensata perché avrà tra le braccia il proprio cucciolo e non sentirà più alcun dolore, bensì soltanto una grande gioia.
Partorire è doloroso per tutte le donne, ma alcune sembrano soffrire più di altre. In realtà è accertato che nella percezione del dolore stesso, entrano in gioco componenti psicologiche tipiche di quel determinato individuo in quel determinato momento (la paura e l’aspettativa del dolore, il ricordo di altri dolori, la motivazione a sopportare il dolore…) e componenti sociali, ossia come quel determinato dolore è visto in quella determinata società (se è apprezzato o meno lo sforzo di gestire il dolore, se viene previsto o meno un supporto empatico nel momento del dolore…). Sul dolore del parto, si proiettano in altre parole molte concezioni e condizionamenti culturali, che possono alterare la sensibilità, la soglia e il grado di sopportazione.
Frequentare un corso pre-parto si rivela di grandissimo aiuto per le future mamme. Il corso di accompagnamento alla nascita del bambino in genere inizia alla 27esima settimana di gestazione e propone un percorso articolato dai 6 ai n 10 incontri, ciascuno della durata di due ore, che si tengono una volta la settimana. Ad accompagnare le gestanti in questo percorso di preparazione ci saranno varie figure professionali come la psicologa, l’ostetrica, il ginecologo, l’ infermiere pediatrico, il neonatologo, il sociologo l’anestesista. sono incontri teorici-pratici per conoscere e vivere insieme tutte le fasi della gravidanza e i processi fisiologici della gravidanza e psicologici  emotivi e relazionali della maternità e paternità.
Questi corsi sono molto utili in quanto le future mamme possono essere aiutate a chiarirsi molti dubbi rivolgendo domande ai numerosi professionisti. Questi incontri sono focalizzati principalmente sul benessere materno, sulla ginnastica dolce da fare negli ultimi mesi, sulle tecniche per affrontare il travaglio e sulle prime cure da dare al bambino.

“Un momento storico di una donna che merita di essere affrontato e vissuto al meglio, un viaggio intriso di emozioni e paure che va gestito con responsabilità e gioia.”

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