19 Giugno: Prima, durante e dopo ( Prima parte)


19 Giugno: Prima, durante e dopo. ( Prima parte)

Sulla pagina Facebook: “Juve stabia:La leggenda Gialloble’” , vi abbiamo chiesto di raccontare la Vigilia del 19 Giugno, la data piu’ amata da tutti i tifosi della Juve Stabia. Tanti messaggi ricci di emozione sia prima, durante che dopo la partita.

Michele Sabatino:

“Il diciannove giugno, la data del ritorno in serie B nel 2011 della Juve Stabia; tanto tempo è passato, forse poco per intensità ma fu un bel momento della mia città, della squadra, una giornata esaltante a Roma nel Flaminio ora ridotto purtroppo ad un cesso, peccato. Però lì quel giorno battemmo l’Atletico Roma per 2-0 e conquistammo la promozione. Me lo ricordo ancora quel tabellone dello stadio con il 2-0 impresso, me lo sono guardato più volte appena l’arbitro fischiò la fine della partita, per metabolizzarlo, mai però dopo l’uno a zero, troppa la tensione, cercavo di non fare affiorare i ricordi delle altre due finali perse con Salernitana e Savoia, ma quel giorno filò liscio. Prima Molinari e poi Corona sancirono il nostro ingresso nel calcio che conta. Fu bello, tanto, si ruppe il ghiaccio, finalmente ce l’avevamo fatta dopo anni ed anni di speranze, di sogni, era realtà. A volte i sogni si realizzano e a noi fu così. Tanta festa, mi ricordo che verso febbraio di quell’anno pensavo che a Castellammare non c’erano bandiere dello Stabia appese ai balconi da tanto tempo, che ce n’erano più del Napoli e sognavo un momento così, non mi aspettavo che lo raggiungessimo solo perché avevo sospeso il pensiero, troppe le delusioni cocenti, quindi meglio non aspettarsi nulla ma solo compiere il proprio dovere di tifoso e di restare a fianco alla squadra, ai colori e ai tifosi fino alla fine; fu quello che mi spinse ad andare a Roma già il mercoledì precedente alla caccia del biglietto per me sprovvisto della tessera del tifoso, il biglietto che poi comprai regolarmente nella sede dell’Atletico Roma che era in un circolo sportivo, uno di quelli dove si gioca a tennis, si fa palestra, insomma una simpatica organizzazione sportiva frequentata dalla Roma bene, ma io con la mia residenza riminese e con la scusa che volevo vedere l’Atletico Roma mi accaparrai il biglietto nel loro settore e rimasi a Roma fino alla domenica ospite a casa di amici. Tanto poi sapevo che per motivi di ordine pubblico mi avrebbero spostato nel settore ospiti. Quella domenica non avevo nessuna voglia di rinunciare alla mia sciarpa bianca-gialloblè che mi accompagnava alle partite dello Stabia dal 1995. Mi presentai in tribuna molto presto, c’erano poche persone, ebbi un battibecco con un tifoso dell’Atletico, chiacchierai con un giornalista di Castellammare sull’esito della partita (incredibilmente lui mi disse che sperava in un 2-0) scattai qualche foto alla squadra che era scesa in campo a fare il riscaldamento pre-partita e poi puntualmente la polizia assieme a qualche altro tifoso stabiese presente in tribuna mi accompagnò per motivi di ordine pubblico nel settore degli stabiesi, alè. Cominciava la mia partita da tifoso. I ragazzi in campo e quelli sugli spalti erano carichi tutti, la squadra nel riscaldamento veniva incitata da un gruppo vicino la recinzione e il settore intanto si riempì. Beh, cominciò la partita che fu storica per noi, ricordo ancora la rete di recinzione che venne giù al goal di Molinari allo scadere del primo tempo, persone al mio fianco che pregavano, gente che portò con sé santini di ogni tipo, i cori che partivano ordinati, nessun riferimento ai cori ultras per rispetto della loro assenza visto che ci voleva la tessera del tifoso per essere lì. Bello, tutto perfetto, il goal di Corona a cinque minuti dalla fine fu l’apoteosi finale. Avevamo raggiunto la serie B, quella che avevamo sognato tante volte, chissà che avremmo voluto fare per conquistarla, invece eravamo tutti lì nel dopo partita, nel settore a fare festa, nell’antistadio a fare partire tanti cori in attesa che riaprissero i cancelli per farci defluire e tornammo a casa felici con le nostre bandiere sventolanti, i clacson strombazzanti per Roma,le sciarpe fuori dai finestrini di corsa a Castellammare, verso la città festante per arrivare la sera al Romeo Menti, che emozione, in diecimila ad aspettare la squadra, mi bruciano gli occhi solo a pensarci, ad abbracciare gli amici, Corona in curva che suonava il tamburo, una festa fantastica. Wow. Me ne tornai a casa distrutto, sul letto a pancia in su a braccia aperte e pensai tra me e me: “ma chi ciadda fa!”. Quel giorno vincemmo la finale, fu meraviglioso.”

 

Francesco Donnarumma:

“Io andai alla finale del San Paolo e me ne andai piangendo per i torti .

Ad Avellino non andai .

A Roma i biglietti erano pochi e mi vidi la partita sul maxischermo……. non ci volevo credere e dopo fu un esplosione di gioia, lo ricordo ancora.. Comunque per una settimana non avevo voce perche’ ovviamente avevo gridato troppo!”

Catello Nino Cuomo:

“Non dimentichero’ mai quei km che feci per arrivare al Flaminio, furono i piu lunghi della mia vita .

Ero teso, ansia a 1000 poi…il resto lo sappiamo. Il cielo e giallo blu su Roma,Il cielo e giallo blu su Roma,

e adesso vi prego lasciateci tornare a CASTELLAMMARE.”

 

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