L’argentino si riscatta dopo un periodo difficile: due gol che valgono tre punti fondamentali a Verona.
Asso Dybala: una partenza non eccelsa
La serata non prometteva bene. A vedere la classifica, la Juventus era obbligata a vincere. Ma le statistiche diceva tutt’altro. Il Bentegodi, con l’Hellas di fronte, era stato sempre uno stadio ostico per i bianconeri.
A questo bisognava aggiungere che lo stesso tecnico Massimiliano Allegri non aveva mai vinto lì da allenatore. Con la Juventus negli scorsi anni non era mai andato oltre il pareggio, stessa cosa successa quando era sulla panchina di Milan e Cagliari.
Ma se c’è un merito da additare all’allenatore della società piemontese, è certo proprio di aver avuto il coraggio di tenere il suo pupillo (o forse quello dei tifosi) in panchina. Una scelta difficile, soprattutto quando si rivela un’occasione per stampa di infierire e creare casi di “ambiente sfasciato” che in realtà non esistono.
Eppure anche contro i gialloblu l’argentino non era partito benissimo. Un primo tempo non eccezionale, col vantaggio Juve ed una serie di giocate abbastanza nell’ordinario. E invece…
Asso Dybala: si sveglia nella ripresa
Ancor peggio è cominciato il secondo tempo per gli ospiti. La legge dell’ex, puntuale, colpisce. Caceres raccoglie un pallone vagante nella metà campo strisciata, e con una grande conclusione da fuori fulmina un incolpevole Szczesny.
I primi incubi, le prime paure. Con un pari il Napoli sarebbe scappato a +3. Una distanza quasi abissale in un campionato fin troppo equilibrato. Bisognava rimediare, ed anche subito.
Qui entra in gioco Paulo Dybala. La Juventus insiste da destra, e su un cross di Lichsteiner si fa trovare pronto l’ex Palermo (fin lì nemmeno un tiro in porta) che mette dentro per il nuovo vantaggio. Ma non è finita qui. Dopo pochi minuti il fantasista bianconero decide di fare tutto da solo. Da una palla ricevuta dalle retrovie, si porta a spasso mezza difesa avversaria per poi insaccare.
Merito di Nicolas se “il nuovo Messi” (come spesso è stato esageratamente definito dai giornali) non ha avuto modo di portarsi il pallone a casa. La sua smanacciata sul calcio di punizione dell’argentino salva i padroni di casa dalla brutta figura.
È tornato quindi il fenomeno? Diciamo che non è mai andato via, ecco. I momenti difficili capitano anche ai fuoriclasse. E le premesse per cui lui lo diventi (a patto che non lo sia già, a tratti) ci sono ampiamente.