Intervista a Mario Bonfiglio che con Di Venanzio gestisce una scuola calcio nei pressi di Ascoli
Abbiamo raggiunto telefonicamente Mario Bonfiglio ex attaccante tra le altre di Pisa, Juve Stabia, Benevento e Pescara, abbiamo discusso della sua nuova attività da allenatore, delle stagioni trascorse a Pisa, Ascoli, Benevento, Pescara e Castellammare. Il gol al Torino “una culata”, su Mannini “un grandissimo ragazzo”.
Ecco di seguito le nostre personalissime domande:
Cosa ricordi delle due stagioni a Pisa?
A Pisa arrivai a Febbraio dopo due stagioni in Serie B con l’Ascoli, una grandissima piazza ed una grandissima tifoseria, la metto sempre in paragone con l’Ascoli dove più o meno si vivono le stesse sensazioni. E’ una bellissima città dal punto di vista dei monumenti, è a misura d’uomo, ricordiamo le stagioni in Serie A ai tempi di Anconetani. Quando sono arrivato ho trovato una squadra demotivata, il mister un pò “depresso”, la squadra era comunque forte. LA stagione successiva siamo partiti con tutti i presupposti per fare bene, solo che con Cabrini nonostante fosse una brava persona , non mi sono trovato bene, è stata una delusione perchè da un Campione del Mondo mi aspettavo grandi insegnamenti, invece è stato tutto il contrario. Con Iaconi la squadra si è ripresa alla grandissima. Ricordo con grandissimo piacere la Signora Gentili. Mi dispiace essere andato via, perchè a Pisa sono stato molto bene.
L’unico superstite di quelle stagioni è Mannini che all’epoca era giovanissimo, che ricordi hai di lui?
Daniele era giovanissimo, mi ricordo anche il padre che era il preparatore dei portieri. Daniele era un ragazzo fantastico, ha fatto una grande carriera ed adesso è ritornato nella sua Pisa.
Cosa ricordi del famoso gol al Torino? Fortuna o bravura?
Ho visto il taglio di Inacio Pia verso la porta ed ho tentato un passaggio a lui, poi la palla ha assunto una traiettoria stranissima e si è insaccato dopo aver preso traversa e palo. Nell’intervallo il portiere del Torino che era Sorrentino mi diceva gran gol che hai segnato, io gli ho risposto “Una culata” e lui ci rimase doppiamente male.
Hai avuto Sarri come allenatore a Pescara, già all’epoca si capiva che avrebbe fatto “carriera”?
Dopo Pisa sono andato a Pescara, era abbastanza maturo, ed invece devo dire che non si smette mai di imparare. Sarri già allora era il numero uno, si vedeva che aveva qualcosa in più, lui ci diceva che viveva 24 ore per il calcio. Dopo aver trascorso con noi le due ore di allenamento andava a casa a studiava gli avversari di turno. Tu scendevi in campo e sapevi vita e morte degli avversari. Sarri pretende uomini che si sacrificano e che corrono per tutti i novanta minuti.
Hai giocato anche nella Juve Stabia, che campionato ti aspetti dai gialloblè?
Il Girone C è molto difficile, si sono club molto attrezzati, comunque come l’anno scorso può lottare per avere almeno un piazzamento Playoff.
Hai giocato anche nel Benevento, può in questa stagione fare il miracolo di salvarsi visto che è ancora a zero punti?
E’ indubbio che farà molta fatica, deve prendere esempio con il Crotone che l’anno scorso ha fatto un miracolo salvandosi all’ultima giornata, d’altro canto il campionato è ancora lungo e tutto può succedere.