Il Napoli vince la sua quinta Coppa Italia. Si aggiunge in bacheca dopo i successi del 1961-62, 1975-76, 1986-87 e del 2011-12. E’ la seconda dell’era De Laurentis e porta a disputare la rivincita in Supercoppa con la Juventus, in data ancora da stabilire in considerazione dei probabili play off (preliminari) di Campions League: la finale è prevista per il 23 agosto, ma capita proprio in mezzo (19-20 agosto e 26-27 agosto) ai preliminari e ilfatto che si debba giocare a Pechino non facilita l’organizzazione.
Dunque, il Napoli batte la Fiorentina per 3 a 1, grazie a una netta supremazia nei primi 20 minuti di gara.La partita racconta di tanta Fiorentina, ma con un tiki taka lento, molto lento, e un Napoli pronto a colpire in contropiede ma solo in alcune occasioni.
LIl match, in effetti, non è stata bellissimo, la Fiorentina è stata lenta e il Napoli si è stancato subito.
Le emozioni arrivano (o dovrebbero arrivare) dopo l’espulsione di Inler. Benitez è costretto a inserire Berhami, che probabilmente doveva entrare già 10-15 minuti prima per infoltire il centrocampo ormai in possesso di Aquilani, Pizarro e Borja Valero, e la Fiorentina ad attaccare. i viola sono stati lenti ad entrare in area di rigore (e sostanzialmente non sono mai stati pericolosi se non con tiri dalla distanza validi a fini statistici) e nell’ultimo contropiede utile, Mertens subentrato ad un bel Insigne (doppietta e tanta corsa) su assit del solito e inesauribile Callejon chiude il match con un tocco tanto bello quanto semplice solo davanti a Neto.
Le belle notizie in casa azzurra arrivano dal capitano Hamsik, che è tornato a sorridere e a giocare a calcio; ; come per tutto il Napoli, è giusto dire, solo per la prima frazione di gioco.
Ma è davvero bastato per decidere la partita. Bellissima la cavalcata dello slovacco che ha messo Insigne nelle migliori condizioni per calciare a rete in occasione del primo goal.
Si è rivista la grinta, la progressione palla al piede e la lucidità in fase di assist dell’immenso Marek Hamsik.
Noti Dolenti: scontri e disavventure prepartita
La partita è stata caratterizzata da un prepartita infuocato con tanti fatti di cronaca. Uno, il più folle ha fato impazzire tutto.
Le agenzie e le tv hanno raccontato di un folle, che armato di pistola, ha aggredito per strada 3 tifosi del Napoli e li ha feriti gravemente (uno in particolare rischia tanto con un colpo che si è fermato nei pressi della spina dorsale). Il tutto alla luce del giorno.
Le voci dicono che fosse e fossero, in generale, romanisti e non fiorentini, che siano stati agguati fatti per conti aperti tra le tifoserie del Napoli e della Roma.
Vi dE’ pura follia associare questi eventi al calcio, è assurdo pensare alle tifoserie quando accadono queste cose. Qui si tratta di squilibrati, che hanno seri problemi sociali e che hanno l’unico sfogo travestendosi da ultras, nascondendosi dietro ad una fantomatica fede calcistica e che cercano con questi gesti di affermare il proprio io, probabilmente mai esistito.
Nello stadio, poi, tutto diventa una macchietta. Tutto diventa assurdo. Tutto diventa spettacolo.
Al centro del campo e sugli spalti tutti a parlare con le mani davanti alla bocca; nessuno prendeva decisioni. E’ sembrato che si attendesse l’inizio della diretta nazionale per prendere una decisione.
E’ tutto folle. Sulla decisione finale di giocare (sicuramente l’unica soluzione giusta da prendere ma ore prima a nostro giudizio) tutto diventa folle.
E’ folle vedere le autorità parlare con gli ultras. E’ folle vedere un calciatore confrontarsi con il capo ultras. E’ folle vedere volare bombe carta in campo e vedere un vigile del fuoco, reo di stare a lavoro, accasciarsi per un esplosione. E’ folle assistere a tutto ciò. E’ folle fischiare l’inno nazionale dopo tutto quanto è successo. E’ tutto folle.
Una domanda triste per gli amanti dello sport: il calcio il Italia è ancora uno sport?
Nella foto principale tifosi festanti a Napoli per la vittoria della Coppa Italia
