Amato dai tifosi, spesso decisivo negli anni, eppure Cuadrado non è più una priorità alla Juve…
Arrivato nell’estate del 2015 a Vinovo, è subito entrato nel cuore dei tifosi. Del suo primo anno si ricorda il gran gol a Monaco, dove dopo una serie di finte, bucò le mani di Neuer. Fu una Champions sfortunata quella, per i bianconeri: gol subito a pochi secondi dalla fine, 2-2 (stesso risultato dell’andata), e poi il crollo ai supplementari per mezzo dell’ex Coman. Se al tifoso della Juve dici: “Evra“, si ricorderà solo di quella sera, e di quella maledetta spazzata fuori dalla sua area che non è arrivata mai.
Fu double. Il secondo consecutivo per Allegri alla guida della Vecchia Signora, il primo per Juan Cuadrado. Che, terminato il prestito, sarebbe tornato a Londra. Ad aspettarlo Antonio Conte, colui che proprio alla Juve lo aveva tanto voluto, e che, per il suo mancato arrivo, decise di lasciare Madama.
Un periodo difficile per l’ex Fiorentina. Con le gambe al Chelsea, ad allenarsi tutta l’estate, ma col cuore rimasto allo Juventus Stadium, dove tra l’altro arrivò anche il primo gol in maglia bianconera, nel derby della Mole. Un gol che seppellì una Juve troppo morbida, che aveva raccolto fino ad allora una media punti adatta alla salvezza. Da quel gol, all’ultimo minuto, la Vecchia Signora tornò ad essere cinica e spietata, inanellando una serie di vittorie consecutive, che permisero la rimonta sul Napoli campione d’inverno.
La malinconia inglese, l’attesa del ritorno in maglia strisciata. Ma ormai Cuadrado non è più una priorità alla Juve
Cuadrado non ci sta, vuole tornare in bianconero. E la sua foto sui social, con tanto di trofeo tra le mani, festante, non l’ha mai cambiata. Ecco, quando si dice che davvero la volontà del giocatore sia tutto…Abramovich avrebbe dovuto trattenere un ragazzo scontento in rosa? A quale scopo?
Alla fine, quando non sembrava esserci più speranza, l’accordo si trova. Era il 31 agosto 2016 quando Cuadrado tornava ad essere un calciatore della Juventus. Prestito triennale la formula scelta dalle due società, sulla base di 5 milioni per tranche.
E poi il gol vittoria giocando in 10 a Lione, in Champions League. La bomba da fuori contro l’Inter in campionato che vale i tre punti, e l’amore dei tifosi e per i tifosi, un affetto reciproco, sempre più forte.
Troppi esterni in rosa, e l’interesse per Keita: Cuadrado non è più una priorità alla Juve
Ma gli amori, si sa, difficilmente durano in eterno. I primi screzi cominciano a marzo. Nella fase finale di Champions, si necessita di maggior concretezza. “Tanto in Europa se si tuffa l’arbitro non fischia, mica come in Italia”. E come se non bastasse ci si mette di mezzo Dani Alves.
Un inizio deludente dell’ex Barcellona lo aveva portato nel dimenticatoio, per poi d’un tratto rubare la scena. Addirittura il cambio di modulo in semifinale per far giocare il brasiliano, e per Cuadrado la panchina diventa ambiente sempre più familiare. I gol, gli assist, le giocate del nuovo leader bianconero, fanno del colombiano ormai un ripiego quasi dimenticato. E come ciliegina sulla torta, si ci mette l’espulsione nella finale di Cardiff a peggiorare le cose.
Ma la Juve ci crede ancora, la dirigenza gli dà fiducia. Il 22 maggio scorso Marotta lo riscatta per 20 milioni, una cifra importante considerando che si tratta di una società attentissima ai bilanci.
Nonostante ciò, Cuadrado non è più una priorità alla Juve. L’approdo di due nuove ali, Bernardeschi e Douglas Costa, il recupero di Pjaca atteso per l’inverno, l’interesse per Keita Balde, tutti segnali negativi per l’ex Chelsea, che potrebbe essere ceduto.
Su di lui l’interesse di numerose squadre: il Milan, la Roma, l’Arsenal, hanno sondato il giocatore. La dirigenza bianconera lo valuta 30 milioni, e i dubbi sulla sua permanenza sono tanti. L’eventuale arrivo dal senegalese dalla Lazio, sarebbe segno inevitabile di una cessione. Di un amore sbocciato e finito nel giro di due anni. Perché nel calcio, ormai, c’è sempre meno spazio per i sentimenti. E Juan Cuadrado potrebbe vedersi, un giorno, con una nuova maglia, senza avere rimpianti. Perché è sempre meglio essersi lasciati che non essersi mai incontrati.