Dipendenza da Social


Che l’addio di Nicolò Barella fosse una certezza a Cagliari non v’erano dubbi già dall’estate scorsa quando sarebbe dovuto andare all’Atletico Madrid, prima o dopo l’amichevole della Sardegna Arena di agosto.

Le tempistiche, i difetti nella comunicazione da parte dell’entourage e dello stesso ragazzo natio di Cagliari, il tipo di accordo economico con  l’Inter, 12 milioni subito, 24 entro il 2020, 8 al raggiungimento delle 100 presenze in nerazzurro con almeno 45 minuti di gioco, ma soprattutto i 4 milioni in caso di vincita di Scudetto o Champions, su tutto questo ci sarebbero dei discorsi a parte da fare, molto critici nei confronti dell’ex tesserato rossoblù.

Quando un matrimonio finisce le colpe non possono essere assolute verso solo una delle due parti, il concorso di colpa deve essere bel distribuito nelle giuste percentuali.

I tifosi sono divisi tra chi comunque giustifica la cessione, chi dà addosso al Presidente, chi al giocatore, chi al suo Agente e chi al primo che gli capita sotto mano sui Social che non sia d’accordo.

C’è anche chi ormai asserisce che di Barella non ne vuole più sentir parlare, riguarda il passato, come se improvvisamente non si parlasse più dello Storico ed unico Scudetto, il Cagliari, l’unica Società del Sud Italia, assieme al Napoli, ad averlo vinto, sebbene quasi cinquant’anni fa.

Scudetto che verrà festeggiato, ancora, proprio l’anno prossimo quando cadrà il cinquantenario della Vittoria e allo stesso tempo il Centenario della Fondazione della Società rossoblù.

Ecco, molti tifosi sono stanchi di giorire per un qualcosa che molti non hanno nemmeno vissuto, vorrebbero giustamente tornare a nuove vittorie, magari un’Europa League, ma questo al momento sembra più un’utopia che una possibilità.

E’ evidente ai più che con gli ultimi acquisti (Rog, Nandez e forse Defrel) dopo la cessione del ragazzo passato all’Inter che il prurito di poter ambire a qualcosa di più della salvezza possa essere soddisfatto.

Molto facile incorrere in chattate prive di educazione in rete, nessuno che contenga la potenza delle male parole, ne un algoritmo che censuri o un sistema che permetta la pubblicazione SOLO dopo un’attenta lettura da parte del Fondatore/Amministratore del Gruppo, cosa che dovrebbe essere normale.

Secondo  il pensiero “Social” la Stampa è rea di essere il capro espiatorio delle sconfitte, ammanicata con la dirigenza, poco critica nei suoi confronti, quasi a dire che “certi” articoli vengano scritti quasi dettati dalla paura di perdere alcune comodità, come un accredito in Tribuna Stampa se non parli bene del Presidente, della squadra, piuttosto degli acquisti.

Al riguardo c’è da evidenziare un recente attacco contro il Capo Redattore Sport dell’Unione Sarda Enrico Pilia che veniva ricoperto di parole non d’amore da una stretta cerchia di tifosi, così si dovrebbero definire, che non apprezzarono l’ironico commento sul “Caso Barella“.

Era pura filosofia, atta a stimolare le menti dei lettori, non certo a denigrare nessuno.

Coloro che commentarono quell’articolo apparso sull’Unione Sarda e postato sulla rete, furono pesanti e offensivi, il collega fu apostrofato senza diritto di replica, senza cioè avere la possibilità di dare delle delucidazioni a coloro che lo tempestarono, diciamo così, di critiche poco costruttive, sempre le volessero.

E’ stato dimostrato che le persone denigranti messe di fronte al loro “nemico” cambino atteggiamento, diventando quasi, detto alla cagliaritana, “amichisceddu“.

Questo è poco edificante, accade anche tra gli Utenti stessi di mancarsi di rispetto, i Social sono diventati, o forse sono sempre stati, terra di nessuno dove sfogare i più bassi istinti primordiali umani, poco utili e poco costruttivi.

Faccio ammenda se mi fosse capitato di sbottare contro qualcuno, ma chiedo agli Amministratori e ai Moderatori dei vari Gruppi Social di iniziare un vero e proprio riassetto delle condizioni di utilizzo del mezzo, sarebbe più utile alla causa e costruttivo.

Il sottoscritto era sino a qualche tempo fa Unico Socio Fondatore e Amministratore di un Gruppo Social su Facebook di un “Drama” Britannico la cui gestione poi passai a terzi.

Nella costruzione del Gruppo feci in modo che i commenti fossero, prima della pubblicazione, verificati nel contenuto e nei vocaboli, mai nessuna parola poco creata fu pubblicata durante la mia gestione, ne accettai persone con profili con foto di attori e/o nomi fittizi che avrebbero potuto scrivere e denigrare chicchessia.

Palesemente, non essendo una squadra di calcio ma un telefilm, non v’erano animi caldi da post partita ad alimentare i commenti, ma il dopo visone di un episodio.

Vi garantisco tuttavia che molte persone provavano a mettere zizzania e molti profili FAKE vennero bannati.

Con questo articolo ho solo voluto far riflettere i nostri Amici dei Social, Utenti, Amministratori, Moderatori, nessuna polemica con nessuno, sperando si possa raggiungere una pace e un unico intento, quello di migliorare la comunicazione tra Utenti.

In attesa di commenti costruttivi da parte di Tutti, Vi saluto cordialmente

Francesco

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