L’Italia esce tra i fischi dallo stadio “Olimpico Grande Torino”, a conclusione di una partita veramente inguardabile, specie nel secondo tempo.
Lo schieramento
Italia in maglia bianca, la tenuta da trasferta, per permettere a Buffon di indossare la maglia azzurra, celebrativa dei suoi vent’anni di carriera in Nazionale (172 presenze per lui); una partita che di certo aveva immaginato ben diversa.
Gli azzurri si schierano con un 3-4-3, con la BBC (Barzagli, Bonucci e Chiellini) davanti a Buffon; Zappacosta, Parolo, Gagliardini e Darmian in mezzo; Verdi, Immobile e Insigne davanti.
La Macedonia propone un 3-5-2 che presenta in attacco Pandev e il “palermitano”Nestorovski.
I balcanici fanno molta densità in mezzo al campo e difendono a 5 in fase di non possesso.
Italia subito in difficoltà
L’Italia prova a fare la partita ma si trova subito in difficoltà non solo per lo schieramento avversario ma anche perché i giocatori appaiono slegati tra loro e poco compatti. Molti errori in fase di impostazione, non si riescono a prendere in mano le redini dell’incontro.
Al 7′ però gran palla in profondità di Immobile per Insigne che si presenta davanti al portiere ma gli tira addosso e l’occasione sfuma.
A parte questa palla gol la Nazionale non riesce a costruire molto: gioca molto in orizzontale, tutti i giocatori vanno incontro alla palla e nessuno punta l’uomo o cerca la profondità. Un problema tattico ma certamente anche psicologico, dopo la disfatta di Madrid.
Al 16′ si vede la Macedonia: è Pandev che, sugli sviluppi di una rimessa laterale, si libera al tiro e impegna Buffon.
C’è troppa distanza tra i reparti e soprattutto in mezzo al campo: Parolo e Gagliardini, discreti in fase di contenimento, sono però avulsi dal gioco in fase di impostazione; si va così molto sulle fasce dove Zappacosta e Verdi da una parte e Darmian dall’altra, non riescono però a incidere.
Arrivano i primi fischi
Gli ospiti continuano a fare la loro partita e a controllare abbastanza agevolmente la gara. E così, intorno alla mezz’ora, cominciano a piovere i primi fischi.
Insigne arretra, crea e arriva il gol
E allora è Insigne che viene a prendersi il pallone tra le linee per cercare di cambiare le cose: lancia in area Zappacosta ma quest’ultimo spreca malamente calciando alto in modo scoordinato (36′).
Adesso l’attaccante del Napoli fa da regista e i frutti arrivano al 39‘: passaggio in verticale per Immobile sulla sinistra; il laziale serve in mezzo Chiellini, che nel frattempo si è inserito, e lo juventino piazza la deviazione vincente.
Termina quindi il primo tempo senza recupero e senza che succeda altro.
Sbloccato il risultato si spera adesso in una ripresa più convincente.
Secondo Tempo
Al 1′ minuto entra Rugani al posto di Barzagli, infortunato.
Al 4′ Verdi lancia benissimo in profondità Zappacosta che sbaglia il cross.
l’Italia sparisce dal campo
A questo punto l’Italia sparisce dal campo: gli azzurri cercano di costruire gioco tramite i lanci lunghi di Bonucci, ma il neomilanista non è in condizione e si vede.
Di conseguenza gli avversari prendono sempre più confidenza e ci credono, tanto è vero che al 17′ fa il suo ingresso in campo l’altro “palermitano”, Trajkovski. Per gli azzurri entra Bernardeschi al posto di Verdi che ha speso molto. Alla mezz’ora Cristante sostituisce Gagliardini.
Ma non cambia il trend della gara: Italia in confusione e Macedonia che osa sempre di più.
Inevitabile il pareggio
E così arriva il pareggio: palla regalata a centrocampo e ripartenza micidiale degli ospiti, Trajkovski sfugge a Darmian sulla destra, e, con un preciso diagonale, trafigge Buffon (32′).
Negli ultimi minuti l’Italia tenta un assalto disperato alla ricerca del nuovo vantaggio, spostando in avanti anche Bonucci e Chiellini ma è tutto inutile. Finisce incredibilmente in pareggio e gli azzurri escono dal campo sepolti dai fischi.
l’Italia si è smarrita
La sconfitta di stasera non può essere giustificata solo con le assenze e con la presenza di alcuni esordienti. Certo, qualche veterano in più, specie in mezzo al campo, sarebbe servito per prendere in mano una squadra che è andata in confusione totale.
Ma l’impressione è che dopo la sconfitta contro la Spagna questa squadra abbia perduto tutte le sue certezze, tattiche e di conseguenza psicologiche.
Ventura ha cambiato modulo ma questo non è bastato, perché se manca la testa viene meno tutto il resto.
Adesso pur essendo sicuro il secondo posto, si complica la partecipazione ai play-off come una delle migliori seconde.
In queste condizioni psicofisiche, infatti, diventa complicata anche la partita di lunedì prossimo in Albania.
Ma anche se si arrivasse allo spareggio, in quali condizioni verrebbe giocato? La Nazionale di stasera di certo non avrebbe speranze.