Per le interviste di Magazine Pragma, abbiamo raggiunto in esclusiva ai nostri microfoni il grande ex Juve Stabia Danilo Rufini.
Di seguito, l’intervista integrale a Rufini (a cura di V.Santarpia).
Danilo, cosa ricordi della tua esperienza qui a Castellammare?
Beh, di cosa vogliamo parlare? Non è nè la prima, nè l’ultima intervista forse che farò, non sarà nè la prima nè l’ultima volta che ti dirò che per me tra i tanti campionati che ho fatto, di tanti posti in cui sono stato e in cui ho ottenuto promozioni, senza i due anni di Castellammare la mia vita non sarebbe stata la stessa e per me quei due anni valgono come dieci anni.
Qual è stata la partita più emozionante, importante disputata con le vespe?
Mah guarda, le partite più importanti sono state tante ma ne ricordo due in particolare: una in serie D, ovvero la vittoria di coppa contro la Massese di ritorno ed una in serie C la vittoria per 2-0 a Cava de’ Tirreni. La prima partita per quello stadio, quel risultato e per come abbiamo vinto (di rimonta).
Quei 15.000 tifosi contro la Massese, cosa ti fanno tornare in mente?
Ogni volta che ci ripenso, è come se fosse successo ieri. Quindi sento ancora i brividi: sai quando sei in campo e senti il mormorio di ogni singolo tifoso? Quando sei in campo, non guardi niente ma ascolti tutto. Così come senti gli applausi per una scivolata o una rovesciata, senti pure i mugugni quando sbagli qualche passaggio. Quei 15.000 sia con la Cavese che in occasione di quella partita in casa, in occasione della finale con il Potenza, col Manfredonia 2-1, ce ne sono tante perchè poi in quegli anni era sempre pieno lo stadio. La partita a Cava fu importantissima perchè fu bello vincere 2-0 lì contro la Cavese di Campilongo. Le partite sono state tutte belle, vissute ma poi il clima che si vive a Castellammare…a Castellammare anche se giochi in D è come se stessi giocando in A perchè la gente veramente vive per il calcio.
Forse un poco questo è mancato in questi anni a Castellammare: la grande affluenza al “Menti” anche ai tempi della serie B…
Penso che la colpa non sia dei tifosi. E’ un po’ come quando si va al cinema: se il film piace la gente va, se il film non piace la gente non va. La stessa cosa è allo stadio: se in quegli anni abbiamo riempito lo stadio è perchè abbiamo creato entusiasmo, al di là delle vittorie c’era una squadra che incarnava lo spirito del tifoso stabiese. Era una squadra che lottava, non mollava mai. Era una squadra che veramente aveva la maglia cucita sulla pelle, una squadra che ragionava veramente da squadra e quindi al di là dei campioni noi abbiamo lottato durante le partite, abbiamo fatto imprese. Sentivamo addosso l’amore di una città, quindi non si tradisce l’amore di una città e anche in campo quando non ne avevamo più fisicamente eravamo trascinati da quella gente che ti dà la forza di andare avanti.
Nelle ultime ore sta prendendo sempre più piede l’ipotesi Fontana alla Juve Stabia. Conosci Gaetano, cosa gli senti di dire in vista di questa nuova esperienza?
Lo conosco perchè lui era il capitano del Catanzaro. Quando ero giovane giocavo a Cosenza e anche se Gaetano è più grande, io giocavo con il più grandi. Il Catanzaro era allenato da Silipo, il capitano era Gaetano Fontana. Abbiamo giocato contro tante volte, ci conosciamo ed è una persona che stimo. Poi per me tutti gli ex Juve Stabia è come se li conoscessi uno per uno perchè hanno lottato per la maglia per cui tengo: tiferò sempre per la Juve Stabia. Personalmente non l’ho mai visto all’opera, non conosco la sua metodologia di lavoro e quindi non posso giudicarlo. Se la società ha fatto questa scelta è perchè avrà valutato anche il suo modo di lavorare.
Un pronostico su Real-Atletico?
Io vado controcorrente: anche se tutti sono PRO CHOLISMO, non mi piace personalmente il modo di fare calcio dell’Atletico perchè è un gioco di distruzione di gioco e non di costruzione di gioco. Non solo difendendo si vince ma devo dire che meritano questo trofeo.
Sull’Italia, un pronostico sui prossimi campionati europei?
Conte è un grandissimo allenatore anche se sulle convocazioni sono rimasto un po’ sorpreso, ma Conte sa il fatto suo. Sono fiducioso, anche se in Italia ci sono molti stranieri: bisogna far crescere i nostri vivai.