SARRItrovato Higuain. Argentino fenomenale


Ripercorriamo la carriera fino ad oggi di uno degli attaccanti più profilici e completi del nostro tempo: Gonzalo Higuain, che con Sarri sembra aver raggiunto la definitiva consacrazione tecnica e tattica

Gonzalo Gerardo Higuain nasce a Brest (Francia) il 10 dicembre del 1987. Trasferitosi in Argentina, ha mosso i suoi primi passi calcistici con l’Atletico Palermo, squadra dell’ omonimo quartiere di Buenos Aires.

Il settore giovanile

All’eta di 10 anni lo acquista il River Plate, dove, nonostante la giovane età, inizia già a mostrare le doti del suo talento cristallino. A 17 anni, sotto la guida del tecnico Astrada, esordisce in prima squadra. Trova meno spazio con l’approdo di Melo sulla panchina biancorossa, ma è con il tecnico Passerella, subentrato a Melo, che il giovane Higuain diventando un titolare inamovibile. Così facendo, il tecnico argentino dà la possibilità al mondo di poter iniziare a conoscere il talento di uno dei più forti attaccanti del ventunesimo secolo.

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Nel 2005/2007 è il miglior realizzatore della squadra argentina con le sue 13 reti in 35 partite, e questo score attira le sirene spagnole del Real Madrid, che già aveva preso contatti col club biancorosso quando il calciatore era ancora minorenne.

Higuain a Madrid alla corte di Fabio Capello

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Nel 2007, ancora nemmeno ventenne, approda così a Madrid, sponda Real, che lo strappa alla concorrenza di Milan, Lazio, e Manchester United.
È stato fortemente voluto dal tecnico italiano Capello alla corte dei blancos, che riteneva il calciatore argentino già un campione, un attaccante atipico, mai fermo, che segue sempre l’azione e che ha un grandissimo fiuto per il goal. Arrivato in casa blancos, il neo-attaccante madrileno lavoro tantissimo per migliorare tecnicamente e tatticamente, mostrandosi sempre umile e disponibile.
Nei primi due anni a Madrid non trova molto spazio, chiuso da mostri sacri come Raul e Ruud Van Nistelrooy. Solo con l’approdo di Ramos prima e di Pellegrini dopo sulla panchina blanca, Higuain riesce a trovare continuità d’impiego. Gioca e segna regolarmente fino al 10 gennaio 2010, quando un infortunio al bicipite femorale destro lo costringe a stare lontano dai campi da gioco per due mesi.

Capocannoniere della Liga Spagnola

Al suo rientro subito si mette in mostra con una prestazione che conferma il suo recupero totale, chiudendo la Liga come capocannoniere con 27 reti, una in più del più blasonato compagno di squadra Cristiano Ronaldo.
Sulla panchina dei galacticos arriva Jose Mourinho. Il tecnico stravolge i pronostici, non considerando l’attaccante argentino come fulcro del suo gioco.
Inizia così per lui un vero e proprio calvario, ma, nonostente le poche presenze, riesce comunque a mantenere una buona media realizzativa.
Il 3 novembre entra nella storia del Real Madrid, siglando contro il Milan la rete numero 700 del club spagnolo nella massima competizione europea.

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A causa delle poche apparizioni il calciatore mostra i suoi malumori, esprimendo il desiderio di lasciare il Real. Il tecnico portoghese blocca però tutto, dichiarando che sarebbero potute arrivare offerte anche di 60milioni, ma Higuain non avrebbe mai lasciato Madrid. Tuttavia, nel 2013-2014, dopo una trattativa estiva molto difficile, il giocatore argentino diventa un nuovo attaccante del Napoli, lasciando il Real Madrid dopo 6 stagioni e mezzo, 6 trofei e 121 reti segnate in 264 partite giocate.

 

L’arrivo del Pipita a Napoli

Arriva così all’ombra del Vesuvio, dove ad aspettarlo c’è il mister spagnolo Benitez. I tifosi si aspettano molto da lui dato che deve raccogliere un’eredità pesante, quella di Edinson Cavani, passato al club transalpino del Paris Saint German. Sotto la guida del tecnico spagnolo, Higuain, anche se un pò indietro di preparazione, lascia intravedere di che pasta è fatto, segnando subito alla seconda partita di Serie A contro il Chievo. Il 18 settembre firma la prima rete in UEFA Champions League contro i tedeschi del Borussia Dortmund, e il 27 ottobre sigla una doppietta contro il Torino di Ventura. Il 6 novembre realizza la prima doppietta in Europa contro i francesi del Marsiglia e segna, sempre in Europa, anche nello scontro contro l’Arsenal di Wenger, che in estate lo aveva cercato tanto come sostituto di Van Persie. Per la prima tripletta in Serie A,bisogna aspettare fino allo scontro interno contra la sua preda preferita, la Lazio, che va di scena il 13 aprile 2014.

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Higuain lavora sodo, perché sa che la piazza partenopea non è di quelle facili d’accontentare,  volendo tutto e subito. Anche se ogni tanto piove qualche critica sull’operato del calciatore, sia in campo che fuori, poco alla volta Higuain inizia a farsi amare dalla tifoseria a suon di goal. Passato il primo anno, deludente per il Napoli a causa degli obiettivi prefissati in estate mancati, l’attaccante argentino promette il riscatto per il suo club e inizia il secondo anno come lo aveva finito, segnando a valanga. Infatti, segna nei preliminari di Champions contro l’Atletico Bilbao, e poi in campionato segna una tripletta al Verona di Mandorlini.

Il secondo anno a Napoli di Gonzalo Higuain

Ma neanche il secondo anno dell’era Benitez non risulta essere delle migliori, con malumori societari e uno stato di forma della squadra non proprio ottimale. Si mette così in bilico permanenza,ì della punta argentina alle mole del Vesuvio.

La stagione si concluderà con non poche critiche da parte della tifoseria, per il rigore fallito proprio contro la Lazio, che costa al Napoli il terzo posto e il mancato accesso ai preliminari di Champions.

L’arrivo di Sarri

Ma quest’estate a Napoli è arrivato Sarri, e, tra mille difficoltà, la società riesce a trattenere Higuain per lasciarlo a disposizione del tecnico toscano.

Mai mossa fu più azzeccata: con la fiducia da parte dello stesso Sarri e della società, l’attaccante partenopeo si dedica al lavoro più duro, suda fino all’ultima goccia nella casacca di allenamento, e si dimostra umile e aperto alle idee del nuovo tecnico partenopeo.

Higuain ritorna allo splendore galattico, tirato a lucido da un allenatore che lo ha reso leader del gioco. L’attaccante del Napoli sa di essere importante, corre tanto, anche senza palla, crea gioco e serve assist, ha affinato un rapporto splendido con l’amico di reparto Insigne, e soprattutto fa goal, la cosa che meglio gli riesce.

Le cure toscane hanno dato giovamento a un campione un pochino impolverato, gli hanno fatto ritrovare la forma fisica e la giusta stabilità mentale per affrontare ogni squadra con la giusta determinazione. È ritornato a essere quel cecchino affidabile e infallibile, un’arma affilata per l’attacco napoletano.

Se oggi proponessero a chi scrive di sacrificare Higuain per il ritorno di Cavani, la risposta sarebbe negativa. Cavani segnava, Higuain segna e fa segnare.

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