Europa League: una doppietta del fantasista in terra polacca lancia la Viola in orbita qualificazione. Ma c’è subito da pensare alla sfida con la Sampdoria
Ilicic mattatore, Polonia conquistata
Il suo sinistro può creare invenzioni dal nulla: all’improvviso con il suo genio decide di prendere per mano la squadra e condurla al successo grazie al talento innato che gli è stato donato.
Questo è Josip Ilicic, trequartista dai mezzi potenzialmente devastanti ma bloccato, talvolta, da una discontinuità che ne ha fin qui frenato la definitiva consacrazione. In Polonia, contro il Lech, la Fiorentina ha beneficiato dell’Ilicic versione fenomeno. Una punizione perfetta all’incrocio, una fuga verso il portiere con scavetto morbido, dolce e preciso: 0-2 e viola al secondo posto del girone di Europa League. Paulo Sousa si è affidato all’estroso sloveno per sbancare Poznan e non è stato tradito. Il “trasformista” portoghese, anche in questa delicatissima sfida, non ha rinunciato al suo amato turn-over, contrariamente a quanto si potesse immaginare alla vigilia. Segnali positivi anche da Pepito Rossi: spunti interessanti, mancano ancora concretezza e lucidità negli ultimi sedici metri. Ma la strada è quella giusta.
Domenica sera c’è la Sampdoria
Archiviata nel migliore dei modi la pratica polacca, la truppa gigliata si rituffa in campionato. Nemmeno il tempo di festeggiare questa vittoria importantissima in chiave Europa League che già l’attenzione del gruppo toscano deve essere immediatamente proiettata alla complicata trasferta allo stadio “Ferraris” di Genova: domenica sera, nel posticipo alle 20.45, la Fiorentina sarà chiamata a una grandissima prova di maturità in casa della Sampdoria. Gli uomini di Zenga, davanti al proprio pubblico, diventano squadra arcigna: compatta in difesa, letale dalla trequarti in su. D’altronde, il ricordo della sfida della passata stagione è ancora fresco: fu 3-1, proprio nel periodo di novembre. Certo, era un’altra Samp, quella di Mihajlovic, così come la squadra viola si basava su un progetto tecnico-tattico, quello di Montella, che non avrebbe avuto vita lunga. Ma questa allenata da Zenga è una formazione, se possibile, ancor più pericolosa: Eder e Soriano hanno acquistato consapevolezze, Carbonero sta diventando un fattore, la difesa sta ritrovando certezze.
Anche la Fiorentina, risultati alla mano, è tutt’altra compagine rispetto a quella che, un anno fa, affondava a Marassi. Il tecnico Sousa, domenica sera, dovrebbe affidarsi nuovamente a Kalinic, parzialmente tenuto a riposo contro il Lech, supportato dall’ispirato Ilicic e da uno tra Rossi, Bernaredeschi e Babacar (oppure un centrocampista per coprirsi di più). In mezzo torneranno Badelj e Borja Valero. Dietro ballottaggio Tomovic–Roncaglia. Queste alcune indicazioni sulla formazione ma le soprese, con Sousa, sono sempre dietro l’angolo. Soltanto due giorni per preparare questo importantissimo match; giornata dopo giornata, le pressioni per la capolista inevitabilmente aumentano. La fibrillazione sale, così come la paura di non essere in grado di resistere a tali sollecitazioni nervose. Stare lassù, guardare tutti dall’alto verso il basso, guidare il “gruppone” regala bellissime sensazioni ma anche forti responsabilità, difficili da controllare soprattutto per chi non è abituato. Se la Fiorentina sarà brava a non soffrire di vertigini, il sogno scudetto potrà continuare a essere cullato.
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