L’Inter, dopo una partenza a razzo in campionato, ha vissuto un periodo di crisi fino a poche settimane fa, da cui sembra essere uscita.
L’Inter ha avuto una partenza sprint in campionato, frutto di 12 vittorie, 3 pareggi e 0 sconfitte nelle prime 15 giornate. I nerazzurri non hanno mai convinto pienamente sotto il profilo del gioco in quel periodo, pur avendo ben figurato specialmente nelle partite casalinghe contro Sampdoria (solo nel primo tempo) e Chievo. Spalletti, con l’aiuto del suo staff, in particolare di Martusciello (ex allenatore dell’Empoli), ha curato molto la fase difensiva con ottimi risultati. La sua squadra incassa pochi goal (miglior difesa insieme al Napoli con 10 goal subiti) ed è in grado di farne quasi sempre almeno uno. Il tecnico è riuscito a creare un gruppo coeso e roccioso in cui spiccano i rendimenti di Skriniar (autentica rivelazione), Icardi e Perisic. Il punto di forza è senza dubbio il gioco sulle fasce: Candreva, pur non segnando, sforna una buona quantità di assist, l’ala croata garantisce sia goal che passaggi decisivi. A centrocampo gli ex viola Borja Valero e Vecino assicurano una certa fluidità di manovra.
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Nelle 2 giornate immediatamente successive, l’Inter viene sconfitta da Udinese e Sassuolo, sconfitte che sembrano fisiologiche, ma che, invece, aprono una vera e propria crisi di risultati. Oltre a queste, i nerazzurri soccombono solo al Genoa, ma pareggiano 5 volte, allontanandosi definitivamente dalla vetta della classifica, pur restando in corsa per il quarto posto, reale obiettivo. I giocatori non riescono più a tornare ai livelli della prima parte di campionato, la difesa continua a prendere poche reti, ma è l’attacco a non essere più efficace come prima. La manovra diventa lenta e prevedibile, per il fatto che i titolari sono praticamente sempre gli stessi, ed incominciano ad accusare segni di stanchezza fisica, ma sopratutto mentale. Quello psicologico, sembra essere il problema più grande, i giocatori non riescono a reagire ai mancati risultati, come avvenuto negli ultimi anni. Nel mercato di gennaio arrivano Rafinha e Lisandro Lopez, il primo va riportato in condizione di giocare, l’altro è una riserva. Spalletti cerca continuamente alternative per ridare imprevedibilità e, a volte, ci riesce anche con successo (Karamoh contro il Bologna).
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Negli ultimi 3 match si è assistito ad un miglioramento crescente: col Benevento i 3 punti arrivano nonostante una prestazione ancora deludente, seguono il pareggio a reti bianche con il Napoli capolista e la cinquina rifilata alla Sampdoria. L’allenatore sembra essere riuscito a trovare i correttivi giusti per tornare a vincere. Questi corrispondono ai nomi soprattutto di Joao Cancelo e Rafinha, ma non è da trascurare anche l’apporto di Brozovic. Il terzino portoghese ha dimostrato di possedere una tecnica sopraffina che consente di far patire la manovra da dietro, ma non è sempre impeccabile in fase difensiva. Il centrocampista scuola Barcellona possiede qualità tecniche carenti in tutti gli altri interpreti del centrocampo nerazzurro ed un’ottima visione di gioco che gli permette di fare quasi sempre la scelta giusta. Spalletti, infine, ha arretrato la posizione di Brozovic portandolo davanti alla difesa. Il numero 77 può rendere molto bene anche lì essendo dotato di grande dinamismo e corsa; sua nemica è sempre stata la costanza.
L’Inter si trova ora al quarto posto, in linea con l’obiettivo prefissato di una qualificazione in Champions League nella prossima stagione. Ma diversi interrogativi attanagliano le menti dei tifosi: qual è la vera Inter? La crisi è definitivamente risolta?