La Lazio riconquista il Bentegodi. Hellas K.O.


Tornare al Bentegodi dopo la tremenda scoppola subita dal Chievo (4-0, ndr) alla 2a giornata non era facile

Se poi ci aggiungi che la Lazio finora nelle 2 trasferte di campionato era tornata non solo a mani vuote, ma anche con un bel fardello di gol subiti e figuracce, il quadro che si prospettava alla vigilia della gara con l’Hellas era tutt’altro che rassicurante. E come se non bastasse, anche come si erano messe le cose dopo il primo tempo non lasciavano presagire nulla di buono.

Ed invece la Lazio non si è scoraggiata e non si è disunita come nelle gare precedenti, disputando, ad avviso di chi scrive, la migliore partita dall’inizio di questo campionato, riuscendo alla fine a raccogliere una meritatissima vittoria sul campo del Verona.

Al Bentegodi torna Biglia titolare

Di certo l’artefice principale di questa “rinascita” di gioco è il grande assente di queste settimane: il capitano e regista biancoceleste, Lucas Biglia. Il suo ritorno in campo ha finalmente dato ordine alla manovra laziale apparsa troppe volte confusa e approssimativa in questo primo scorcio di campionato. Il regista argentino si è riappropriato delle chiavi del centrocampo ed ha iniziato a tessere una tela di passaggi ordinati per tutto il reparto avanzato e non solo. “Quanto ci sei mancato Lucas!” E’ questa la frase che in molti avranno detto guardandolo giocare e guardando una Lazio finalmente padrona del campo, come quella ammirata lo scorso anno.

C’è da dire che oltre al metronomo argentino, anche molti altri hanno disputato una buona gara. Ad esempio i laterali di difesa Basta e Lulic sono stati interpreti perfetti sia in fase di copertura che in spinta,con soventi sovrapposizioni che hanno limitato non poco il gioco sulle fasce degli scaligeri.

A centrocampo Milinkovic-Savic è stato preziosissimo lottando su ogni pallone in fase di interdizione, ma non ha disdegnato di proporsi in attacco mettendo sempre in apprensione chi aveva il compito di contenerne le sgroppate.

Discreta anche se a tratti la prova di Felipe Anderson il quale però a volte pecca di troppo narcisismo con i suoi continui dribbling che il più delle volte restano fini a sé stesso anche se la sua presenza ha comunque messo sempre in apprensione il reparto arretrato dei gialloblu di Mandorlini.

Non mancano comunque le note stonate: Djordjevic in attacco è stato praticamente nullo e nell’unica occasione avuta dopo una bella incursione di Lulic, si è divorato un gol praticamente fatto. Peggio di lui è riuscita a fare la coppia centrale laziale. Gentiletti e, soprattutto, Mauricio sono stati deludenti anche in considerazione del fatto che il Verona non schierava una vera punta in attacco viste le defezioni di Toni e Pazzini (meno male!). Troppo lento l’argentino, ancora peggio il brasiliano che è riuscito anche a farsi espellere in una partita che non aveva dato mai sussulti da parte del reparto avanzato veronese.

Mister Pioli dovrà lavorare ancora molto su questo reparto che sembra essere il vero Tallone d’Achille della squadra. A questo punto il rientro di De Vrij è atteso con ansia da tutti, ma fino ad allora si dovrà provare a migliorare con quello che si ha a disposizione e chissà che a gennaio non si possa intervenire sul mercato proprio in quel reparto.

Al di là di tutto comunque resta la buona prestazione della Lazio che finalmente trova la sua prima vittoria stagionale lontano dall’Olimpico e come l’Aquila, il suo simbolo, vola a 12 punti. Speriamo sia la prima di una lunga serie. Avanti Lazio!

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