Klose su tutti. Ecco le pagelle dei biancocelesti
Marchetti 6.5 – La sua partita inizia al 15’ dove si trova faccia a faccia con D’Alessandro (grazie ad un erroraccio del solito Mauricio) e prova a chiudergli lo specchio come può. In parte ci riesce visto che il tiro dell’esterno atalantino va a sbattere sul palo. Dopo 3 minuti però è ancora più determinate su un tiro a giro del Papu Gomez, al quale si oppone con un colpo di reni da applausi. Sta tornando in forma Nazionale.
Patric 6.0 – A causa di una penuria di difensori di fascia senza precendeti (Radu-Basta e Konko infortunati e Lulic a mezzo servizio) e di un Olimpico quasi deserto, per una sera toglie il grembiule da venditore ambulante, posa la cassetta porta bibite ed abbandona la tribuna Tevere per scendere in campo, non prima di bere uno dei suoi caffè Borghetti. Dopo un’iniziale momento di impaccio, gioca una discreta gara,limitando le giocate del funambolo Gomez il quale ai punti perde il confronto. Soffre un po’ la velocità di D’Alessandro ma nel complesso se la cava bene. Intendiamoci, non è il nuovo Roberto Carlos ma da oggi sappiamo che fa parte anche lui della rosa della Lazio.
Mauricio 5.0 – In effetti i brasiliani amano lo spettacolo nel calcio quindi lui ha ragione. Visti i primi 15’ minuti di assoluta noia decide che bisogna ravvivare la gara ed “inventa” una grande giocata… per l’Atalanta! Per sua fortuna il palo che salva la porta di Marchetti sul tiro di D’Alessandro non può parlare altrimenti avremmo dovuto censurare le sue parole. Per il resto gara da palpitazioni di cuore solo per il fatto che c’è lui in campo.
Hoedt 6.5 – Fa una bella partita e questa è una notizia. Annulla prima Pinilla e poi Borriello ed anche questa è una notizia. Non sbaglia quasi nulla e questa è una grande notizia. Corre. Vabbè ora stiamo sulla fantascienza eh! Non esageriamo!
Braafheid 4.5 – Il peggiore della difesa. Tenuto in naftalina per molto tempo credo si sia ammuffito infatti pecca in alcuni fondamentali ed anche le giocate banali diventano complicate appena il pallone è tra i suoi piedi. Non a caso L’Atalanta capisce che può far male dalle sue parti e proprio dalla sua zona nascono le azioni più pericolose degli orobici. Un po’ meglio nel secondo tempo ma solo per un calo dell’Atalanta.
Cataldi 5.5 – Era stato mandato a Crotone a farsi le ossa ma francamente, non me ne vogliano amici, parenti ed altri addetti ai lavori, ma non lo vedo ancora maturo per il grande salto. Per carità le potenzialità ci sono e le ha anche mostrate qualche volta ma forse il regista non è il ruolo più congeniale per lui (Dal 72’ Biglia 6.0 – Mette ordine nel momento del bisogno. Il regista della squadra è lui, non ci sono sostituti validi).
Onazi 5.5 – Ruba un bel po’ di palloni, peccato che ne perda sempre uno in più rispetto a quelli che ne recupera. (Dall’80’ Parolo s.v.)
Kishna 4.0 – Io? Mister sei sicuro, gioco io titolare? Vabbè, se lo dici tu! Sembra di vedere l’espressione meravigliata di Crisantemi al posto di Aristoteles nel famoso film “L’Allenatore nel Pallone”. E la caparbietà messa in campo è pure la stessa di Crisantemi. Siamo sicuri che non sia Crisantemi? (Dal 57’ Keita Balde 6.5 – Serviva dare uno scossone ad una Lazio da letargo e le sue accelerazioni sono la sveglia per eccellenza. Cambia volto al match, la vittoria è anche merito suo).
Mauri 6.0 – Non ha entusiasmato ma almeno si è mosso bene per tutti i 90’ minuti ed ha provato diverse vole ad inserirsi tra le maglie nerazzurre. E proprio da un suo inserimento nasce il gol che sblocca la gara. Bravo .
Felipe Anderson 4.0 [IL PEGGIORE] – L’assist di fine gara per il 2° gol di Klose non conta. Lo avrebbe fatto anche un Djordjevic qualunque. Lui dovrebbe essere altro, dovrebbe essere la fantasia, l’imprevedibilità, l’estro, l’arma in più della Lazio. Oggi non è nessuna di queste qualità e se la sua svogliatezza era irritante ora inizia davvero a stancare.
Klose 8.0 – Eterno! Vederlo correre in tutte le zone del campo a recuperar palloni, ad aiutare i compagni in ripiego e rilanciare le azioni della Lazio a 38 anni è una gioia per gli occhi. Un attaccante perfetto, andrebbe clonato. Peccato che la carta d’identità si legga 1978 come anno di nascita. I suoi 2 gol però dimostrano ancora una volta che lui è tutt’altro che finito. Speriamo che la punta serba in panchina abbia guardato con attenzione la gara del collega tedesco.