Correre in salita, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi? Lo abbiamo chiesto al coach Armando Selene. Di seguito la sua risposta.
Correre in salita: consigli tecnici e vantaggi e svantaggi
Gli allenamenti in salita, essendo ovviamente più intensi, vanno svolti in modo graduale e regolare. In pratica occorre abituarsi allo sforzo gradatamente. Nell’arco dell’anno dedichiamo alcuni periodi che prevedono delle scalate che possono andare dai 10/12 km a salire fino ad una ventina, tenendo conto anche del ritorno in discesa. A tal proposito aggiungerei che per noi runner probabilmente l’unica controindicazione è proprio la discesa che deve essere affrontata a ritmo blando.
Man mano che ci si adatta alla salita è possibile variare intensità e pendenza. Gli amici che seguo sanno bene come adattarsi. Capita di fermarsi più volte durante il ” salitone” per riprendere fiato, ma soprattutto per monitorare i battiti che ritengo vadano controllati ad un minuto dall’essersi fermati e devono assolutamente essere nel campo della “serenità” che generalmente oscilla intorno ai 120bpm a decrescere in base alla condizione del corridore.
Mi è capitato alcune volte che qualche runner fosse in difficoltà. Gli ho sempre consigliato di smettere di salire e di rientrare. La salita funge anche da monitoraggio della nostra salute. A Napoli si dice: ‘ O ciuccio se ver ncopp a’ sagliuta’.. (la salute/laforza dell’asino si misura durante la salita).
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Corsa in salita, una vera e propria palestra
Ritengo che la corsa in salita sia la palestra di tutti in runner ed in particolare di coloro che si limitano a correre senza associare alla corsa esercizi in palestra per rafforzare la muscolatura. Al di là della pigrizia che spesso ci spinge a snobbare sedute di potenziamento in palestra, spesso le ragioni sono da ricercare anche al poco tempo a disposizione. E’ più facile ritagliare tempo per la corsa (all’alba prima di andare a lavoro e/o la sera tardi dopo il lavoro).
Pertanto molti runner trovano nelle sedute in salita di fatto la possibilità di potenziamento muscolare altrimenti difficoltoso. La salita, di massima, fa’ sempre bene, ma sempre mantenendo l’attenzione che la corsa merita a prescindere dal la pendenza. Come dicevamo, la salita affrontata nel modo corretto è una grande amica del runner, consente di sfruttare e potenziare la muscolatura degli arti inferiori ed in particolare i polpacci che sovente sono un punto debole del corridore. Importante pure il lavoro che si riesce a compiere sull’apparato cardiovascolare in relazione anche alla modalità di come si affronta l’impegno.
Non credo che adottare allenamenti come scatti in salita o corti veloci o altre tipologie che non siano il semplice collinare, semmai fatto un po’a fartlek, sia adatto al runner amatore e specialmente a chi ha qualche annetto in più. Ritengo infatti utile moltissimo già il solo salire. Molti tecnici adottano invece questa tipologia di allenamento poiché dà ottimi risultati in termini di prestazioni e accorcia i tempi di sviluppo di alcune grandezze atletiche. Ciò lo ritengo giusto per il runner giovane ed altamente agonista, ma questa ovviamente resta una mia considerazione.
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