Running: Cosa è il ritmo gara? Qual è la differenza del ritmo gara su una distanza di 10 km o 21 o 42 km? C’è una “formula” per definirli o sono separati? – Lo abbiamo chiesto al coach tecnico Armando Selene. Ecco la sua risposta.
Cos’e il ritmo gara?
Il Ritmo Gara praticamente è quella velocità media che noi manteniamo per tutto il tempo che percorriamo la distanza prefissata, per il fatto che è praticamente il nostro massimale; si prende a riferimento quello espresso in gara. Di fatto è la nostra specialità a determinare il RG che solitamente per l’amatore è divisibile nei classici RG 10 km, mezza maratona e maratona. Per comodità adotto la sigla rispettivamente di RG, RGm, RGM.
Una piccola precisazione, quando noi parliamo di “gara” ci sono molti runner che un po’ si smarriscono poiché questo termine richiama nell’immaginario uno sforzo per primeggiare e competere. Viceversa per l’amatore la gara andrebbe vista come un momento di divertimento in cui è possibile testare la nostra condizione fisica. Non aborro l’agonismo. ma deve assolutamente essere conseguenziale al divertirsi quando si partecipa ad una manifestazione, altrimenti viene a mancare il senso ” amatoriale”.
Un RG quanto vicini a quello reale
Viene da sé che il RG che è generato dal “personale” (PB) è nel nostro caso molto approssimativo come solitamente lo sono i percorsi su cui ci cimentiamo. A meno che non eseguiamo le nostre prove in pista solitamente i nostri tempi dipendono da gara a gara e spesso sono assoggettati all’altimetria, effettiva lunghezza ed eventuali “tagli” lungo il percorso. Detto ciò ugualmente si può lavorare agevolmente cercando attraverso l’allenamento e le varie gare riuscire a trovare un RG quanto più vicino a quello reale.
Quando fisso delle ripetute di allenamento io invito sempre il runner ad essere obiettivo con sé stesso, valutando lo stato attuale di forma ed impostare un RG a sua discrezione; pertanto il vero allenatore è il runner stesso che con la sua gestione della preparazione può condizionarla in positivo o negativo.
È l’atleta che deve imparare a gestirsi e la tabella è solo uno stimolo a crescere e dare continuità al proprio lavoro, ma deve essere osservata con il giusto criterio. Amatori sì, ma non nell’approccio all’allenamento che deve essere scrupoloso poiché tutela il nostro benessere.
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Ritmo Gara: Un parametro di controllo
Ho avuto spesso critiche da chi pensa che correre ” con l’orologio” appiattisca la corsa e la renda meno attraente, quasi limitando la libertà del corridore. Ognuno è libero di gestire la propria salute come vuole, ma se io compro un’auto esigo dal costruttore che mi indichi i parametri a cui devo attenermi per fare si che il mio mezzo lavori al meglio, se ciò vale per un’auto tanto più vale per noi, quindi il RG è uno dei nostri parametri di controllo.
Mi è capitato moltissime volte, prima di una gara, sentirmi dire da chi seguo che non aveva intenzione di correre al RG che gli allenamenti gli davano come ” sicuro” perché convinto di non essere in grado. Tuttavia la gara iniziava a e sempre o quasi sempre andavano più forte di quello prefissato; il difficile era rallentarli. Nel caso qualche amico/a sta leggendo sa di cosa parlo.
Giusto per fissare il concetto, quando io ho chiaro quale sia il mio RG affronto qualsiasi distanza, fosse pure la maratona, con la giusta attenzione, mi diverto e il peggio che mi può capitare e di strafare un pochino e soffrire più del dovuto. Chi invece vede in questa filosofia un modo di limitare la propria libertà faccia allora come meglio crede, ma se possibile si tenga lontano dalle gare o lo viva in modo ancora più soft di come si allena.
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Zombie al traguardo
In tanti anni di corsa mi è capitato di vedere tantissimi zombie all’arrivo di gare, specialmente di half e maratona e sinceramente credo che queste persone non conoscessero il RG. Viceversa sarebbero arrivati con il sorriso e con una mega risata come tanti amici che in questi anni hanno avuto modo di allenarsi ponendo il ” correre con il cronometro” come base della propria tutela.
Nel salutarvi vi dico anche che chi impara a conoscersi riesce anche giornaliermente a fare un check up delle proprie condizioni e a riguardo aggiungo che negli anni alcune patologie, più o meno serie, si sono evinte proprio grazie a questo continuo monitorarsi. Che dire? Provare per credere.