L’Ultratrail del Vesuvio si conferma una gara affascinante. Il paesaggio naturale tra il Vulcano ed il monte Somma è sorprendente.
Ultratrail del Vesuvio, 46 Km di boschi e lapilli
Nel 79 d.C. il Vesuvio eruttò seppellendo Pompei, Ercolano e tante altre città romane sotto una coltre di cenere e lapilli, o lava, cristallizzandole nel tempo fino ai ritrovamenti archeologici.
La montagna si spaccò in due, generando il monte Somma ed il Vesuvio propriamente detto con la sua cima più alta ed il cono. Tra i due monti c’è una valle colma di lapilli, pietrine vulcaniche nere, polverose, che trattengono il calore (vengono usate in edilizia come isolante), e fanno affondare il piede di chi ci corre. È la Valle dell’Inferno.
Le tre gare, 10 km, 23 km e 46 km sono passate tra boschi verdi, frutteti di albicocche (la varietà Pellecchiella del Vesuvio) la cima del Vulcano e la caldissima Valle dell’Inferno. Personalmente ho trovato ‘facile’ la gara di 46 km, paragonata agli UltraTrail in Costiera Amalfitana, poiché il terreno è molto morbido ed i traumi sono ridotti. Restano però da superare circa 3000 metri di dislivello positivo.
Evento ottimamente organizzato dalla società Vesuvio Lives, con ristori gara e ristoro finale più simile ad un banchetto, oltre alla festa serale per i corridori. La continuità dell’evento comporta cura del territorio e dei sentieri, oltre a denotare chiara passione per questo sport.
(testo e video di Sean Altamura)