Vesuvio Ultra Marathon, 50 km sui lapilli


Con la Vesuvio Ultra Marathon si corre sul Vesuvio partendo da Ottaviano. Più che una gara di corsa è un’opportunità per imparare a conoscere davvero una delle montagne più famose al mondo e nella storia.

Correre qui è veramente piacevole. Le superfici sono morbide. Passiamo sui lapilli, su manti erbosi, terriccio, sentieri. Le piante che ci accompagnano si alternano tra pini mediterranei, albicocchi e altri alberi da frutto, castagni e felci nelle zone fresche e umide, ginestre in fiore e macchia mediterranea.

È un Vesuvio e un Monte Somma che non ti aspetti. Ricco di zone d’ombra e vegetazione folta. Gli incendi degli anni scorsi sembrano lontani. Perché questa terra è fertile ed alcuni hanno parlato di rigenerazione più che di devastazione boschiva.

Anche la Valle dell’Inferno, la spaccatura creatasi in seguito all’eruzione del 79 d.C. quest’anno non è stata così calda (nel 2022 era una fornace).

Credo che in molti vorranno tornare sulla montagna per un’escursione o una passeggiata per rivedere i panorami – di Capri e dei Due Golfi – oppure sbirciare nel cono del Vulcano salvo poi scoprirlo brullo e roccioso. Io avevo sempre sognato di vedervi un cuore caldo di magma.

Vesuvio Ultramarathon ci ha dato la possibilità di soddisfare queste curiosità, di sentire i profumi o di essere accolti da una tammurriata festante ad uno dei ristori.

Tre le distanze della corsa trail nel 2023. La veloce 15km. Una equilibrata 30km. E la 50km assolutamente da gestire al risparmio delle energie.

Importante per le distanze lunghe il sapersi idratare e non avere vuoti di calorie o sensazioni di fame in gara. I 6 ristori per la 50km hanno giocato un ruolo importante in questo. Notevole vantaggio in salita era dato dai bastoncini da camminata, ottimo ausilio per non scivolare all’indietro sui lapilli nei tratti di salita ripida e per scaricare peso e sforzo dai polpacci, distribuendolo agli arti superiori. A saperli trovare si possono usare anche rami o bastoni per poi lasciarli sul terreno quando non servono più.

Oltre a trasmettere un messaggio di rispetto e apprezzamento della natura, la gara è stata anche occasione di incontro tra persone di diverse provenienze geografiche e culture, unite dallo sport.

A conclusione dell’evento oltre al meritato ristoro c’erano anche produttori di formaggi, verdure, miele ecc. sotto l’egida di Slow Food, l’organizzazione Italiana che difende le produzioni agroalimentari tradizionali e di qualità.

Il video racconta il percorso della 50km in maniera dettagliata, insieme alle sensazioni di gara di alcuni dei partecipanti intervistati in corsa.

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