Le dimissioni di Walter Sabatini hanno fatto molto rumore e, logicamente, hanno sollevato parecchi dubbi sulla bontà del progetto Suning.
Nella giornata di ieri sono rimbalzate da più parti, facendo partire un vero e proprio tam-tam mediatico le voci che ponevano grossissimi dubbi sulla figura di Walter Sabatini. Il coordinatore tecnico di Suning avrebbe presentato le dimissioni. Voci che hanno trovato conferme stamane, con l’ufficialità della risoluzione del contratto. Tifosi ed addetti ai lavori si interrogano sul perché di questo gesto. La non totale libertà nel gestire operazioni di mercato (il fatto di dover aspettare sempre l’ok definitivo dalla Cina) sarebbe il motivo che ha spinto il direttore a farsi da parte. Nulla a che vedere, dunque, con i vincoli del Fair Play Finanziario e con le scarse risorse investite sul mercato; tutte cose, tra l’altro, con cui Sabatini aveva già fatto i conti a Roma. Decisiva, probabilmente, la sessione di mercato di gennaio, con i mancati arrivi di Ramires e Pastore, trattative da lui condotte, ma non portate a termine per il volere della società. Non è escluso che l’ex direttore tecnico possa spiegare lui stesso i motivi dell’addio in conferenza stampa. A rinforzare però i dubbi sul progetto cinese, ci sono anche le dimissioni di Fabio Capello, ormai ex tecnico dell’altra squadra di proprietà Suning, lo Jiangsu.
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In questo momento, occorre mettere da parte ogni sorta di dubbio, per far confluire tutte le energie sul raggiungimento dell’obiettivo. Per riflettere sulla bontà del progetto cinese c’è tempo a fina stagione. Spalletti deve essere bravo ad isolare la squadra da questi discorsi per farla focalizzare sul raggiungimento della qualificazione alla prossima Champions League. Chi scrive ha sempre difeso e sostenuto il progetto cinese e continuerà a farlo fino almeno alla fine della stagione. Tra i benefici di questa gestione vanno annoverati indubbiamente, l’aumento dei ricavi e l’ammodernamento delle strutture. Ma il tifoso chiede CHIAREZZA, se ci sono ostacoli di qualsiasi natura, che Suning li esponga in maniera chiara a bocce ferme. Se impossibilitata a sprigionare tutta la sua innegabile forza economica per colpa del governo cinese, che consideri anche l’ipotesi di farsi da parte per il bene dell’Inter, come fece Massimo Moratti.
(Fonte immagine in evidenza: Facebook)