The Legends of Nottingham Forest (Foto)


Il mio personale viaggio nel mondo della Premier League… I love Brian! (Parte Seconda)

Dopo il Derby, ecco una visita nella bellissima Nottingham. Nasce a Middlesbrough, 21 marzo 1935. Professione attaccante. Una carriera nella squadra locale e nel Sunderland.
La sua carriera finisce presto causa un brutto infortunio ma Brian non è tipo da mollare e decide di rinascere e ripartire da allenatore.

Nel 1965, arriva il suo primo incarico Hartlepool Utd un modesto team di III divisione. La squadra gioca un calcio disceto e lì conosce Peter Taylor che in teoria è un secondo allenatore, ma nella realtà è un genio a trovare talenti nelle serie inferiori o rivalutare calciatori sulla carta finiti.

Cosi, dopo due campionati sulle spalle chiusi in maniera dignitosa con un notevole aumento di pubblico i due vengono notati e poi ingaggiati dal Derby Country team di seconda divisione.
Il primo campionato, si chiude con una salvezza sofferta e pure il secondo sta per passare in soffitta. Ma quell’anno succede qualcosa…

Sorteggio di FA CUP ed al Baseball Ground arriva il Leeds United di Don Revie

In quegli anni, il Leeds era la formazione da battere, la più vincente. Revie applicava un calcio duro, ma molto efficace con un solo scopo quello della vittoria. La città di Derby impazzisce quando qualche settimana dopo arriverà il Leeds e Brian pregusta un incontro con il suo idolo Revie. Lo spogliatoio viene pulito a dovere, il corridoio diventa uno specchio, lo stadio pieno, ed ottimo vino per brindare dopo la partita. Insomma, una festa di sport. Il Leeds, come da copione batte un volenteroso Derby per 2-0 e Revie dopo l’incontro scappa, lasciando Brian e Peter doppiamente delusi. Da li nascerà una sorte di “odio” verso il suo modello Revie.

Nel libro di Peace, romanzato ma credibile, si racconta che dopo alcune settimane dalla partita Brian e Peter guardando la Tv , stipulano una sorte di patto: ” Battere il Leeds e Don Revie, Don Revie ed il Leeds.” Cosi, dopo qualche buon innesto e qualche sacrifico da parte della dirigenza, il Derby riesce nell’impresa di approdare nella massima serie nel 1969 e nel 1970 al primo anno di Brian nella prima divisione arriva un incredibile quarto posto. Ok, un piccolo club che passa dalla seconda alla prima arrivando in zona europa, non è un grande risultato? Per un uomo comune si. Per Brian no, che si supera l’anno seguente riuscendo a vincere il titolo, facendo impazzire una città intera. Ecco, il “Miracolo” è compiuto e Don è stato sconfitto.

Ma questa storia, non finisce cosi.

L’anno seguente il Derby è deludente in campionato, ma stupendo in coppa dei campioni perchè Don Revie la Coppa dei Campioni con il suo Leeds, non l’ha mai vinta, ed allora…. purtroppo per “gli arieti” il sogno finisce in semifinale contro la Juventus, e una lite a fine stagione con la dirigenza del club fanno rassegnare le dimissioni al manager tanto amato dal popolo. La società prende atto e la tifoseria insorge. Iniziano delle vere manifestazioni per riportare Brian al Derby, accusando la società di non voler spendere e rinforzare la squadra. Brian e convinto che vincerà anche questa volta e riavrà panchina, soldi e calciatori, ma una notizia alla radio gela i sogni di tifosi e Clough.

La panchina del Derby viene affidata a Dave Mackay, ex pupillo di Peter, voce in campo di Brian ed idolo della tifoseria. Tutto sistemato, anche perchè nel 1975 lo Scozzese vincerà il titolo, ma questa è un altra storia.

Bisogna ripartire, si ma dove?

Nel 1973 un team di III Divisione, il Brighton, ha un presidente ambizioso, e con un ingaggio faraonico convince il duo ex Derby a ripartire dalle origini.
La paga è ottima, la squadra no. Brian, è svogliato, demotivato anche perchè una voce circola nel mondo del pallone inglese.

La nazionale a breve annuncierà il nuovo CT. Brian, pensa che sarà scelto lui, che diventerà lui il “boss dei boss”, ma ecco la doccia fredda dei maledetti: La FA sceglie Don Revie.
Sembra un romanzo giallo, ma non lo è, perché i colpi di scena in questa favola, o meglio leggenda, non finiscono mai. In gran segreto gli emissari del Leeds convincono Brian a diventare il nuovo manager. Peter, che ha sempre nutrito una rivalità verso il Leeds, rifiuta e resta a guidare il Brighton ma da primo allenatore, mentre Brian vola a Elland Road per conoscere la squadra.

I primi giorni per Brian sono da incubo. I calciatori non lo seguono, e nel primo appuntamento ufficiale il Charity Shield cede il passo al Liverpool. Clough aveva un sogno, vincere più di Don nel Leeds, diventare l’idolo dei tifosi, e regalare un calcio più pulito. Secondo lui molte vittorie del Leeds sono frutto di intimidazioni ai direttori di gara e figlie di un gioco troppo violento. In più, mettiamoci che pian piano inizia a distruggere lo zoccolo duro della squadra, perché in cuor suo sapeva che il gruppo era “vecchio” e poco stimolato. La rivoluzione non paga, il Leeds precipita in campionato e dopo soli quarantaquattro giorni finisce il suo matrimonio con il team da lui odiato.
In pratica il libro e il film,finiscono con Brian che fa pace con Peter, e i due decideranno di ripartire insieme in una nuova avventura.

 

Ma torniamo alla vacanza. Dopo lo stadio, le foto, i pub e le birre. La sera prima di andare a dormire mi concedo una ultima pinta nel Pub dell’Hotel. Sergio, provato dalla pioggia, era già in camera, e io mi fermo a leggere qualche notizia sportiva. La notizia dell’epoca più eclatante era il passaggio di Bale dal Totthenam al Real Madrid (matrimonio che poi si farà) e il mio occhio cade su un articolo sul Derby che si preparava al campionato. Manager del Derby Nigel Clough, il figlio di… una maledizione. Il giorno dopo, sveglia presto e bus per la vicina Nottingham . La prima cosa che noto prima di arrivare al centro è la strada che collega le due città, il nome è tutto un programma : Brian Clough Way. Nottingham è la città di Robin Hood, un bellissimo centro, una buona birra, in un angolo del bellissimo centro cittadino c’è una statua a fare da padrone, la statua di Brian a pugni chiusi, trionfante. Sì, perchè il suo romanzo, la sua favola non è certo finita.

La scalata del Nottingham Forest

Il 6 gennaio 1975, Il presidente del Forest, dopo una sconfitta per 0-2 contro il Notts County, decide di esonerare il Manager Allan Brown e di affidare la panchina al duo Brian – Peter. Il Nottingham gioca in seconda divisione e sono rivali storici del Derby Country, ma i due avevano bisogno di ripartire e per ripartire bisognava vincere. Cosi, dopo mesi di orientamento, l’anno seguente chiudono la stagione al terzo posto con relativa promozione in massima serie. Il Nottingham Forest divenne una delle poche squadre neopromosse a vincere il campionato inglese (nella stagione 1977-78). L’anno successivo vinse la Coppa dei Campioni battendo allo Stadio Olimpico di Monaco il Malmö per 1-0 . Capolavoro ripetuto 365 giorni dopo, quando a Madrid batteranno l’Amburgo per 1-0 facendo laureare i “Rossi” campioni d’Europa per la seconda volta consecutiva, e trasformando il Nottingham in “The Legend”.

Sempre in Europa arriva anche la vittoria della Supercoppa, e il mondo del soccer scopre il portiere Shilton, che per anni sarà leggenda della nazionale inglese, e Trevor Francis, che qualche anno dopo verrà in Italia con la maglia della Sampdoria prima e Atalanta poi. Negli anni seguenti arrivarono belle figure in campionato e tre coppe di lega, ma nel 1992 -93 il Nottingham retrocede e Brian, oramai stanco,lascia la panchina e definitamente il mondo del calcio.

Ma la favola, putroppo, non ha un lieto fine, o meglio non si conclude con la retrocessione.
Nel 1982, il matrimonio calcistico tra Peter e Brian finisce nuovamente e si racconta che i due abbiano interrotto i rapporti anche nella vita privata. Brian rimane a Nottingham, mentre Peter, prima della pensione, ha un ultimo regalo: Guidare il Derby da primo. Lo farà per due anni, e per lui questi due anni hanno avuto lo stesso sapore delle notti europee.
Nel 1990 Peter scompare, e durante la messa la reazione di Brian è la più sincera e umana possibile. Un pianto disperato e lunghissimi silenzi con sguardi persi nel vuoto.
Qualche anno dopo, durante una celebrazione a Nottingham, Brian con queste parole ricorda l’amico perduto: “Ho solo un rimpianto, oggi, ed è che il mio amico non sia qui con me», chiedendo poi di ribattezzare la “Brian Clough Stand” dello stadio di Nottingham col il nome di “Brian Clough and Peter Taylor Stand”.

Qualche anno dopo pure Brian ci lascerà, ma in tutta questa favola la statua di bronzo a Derby è la fotografia che vorremmo sempre vedere e ricordare . Felici, sorridenti e vincenti.

E Don Revie?

Si, il vecchio Don. Dopo aver fatto fiasco con la nazionale inglese inizierà una nuova vita nel medio oriente. Prima come CT degli Emirati Arabi, poi come allenatore dell‘Al-Nassr e dell’Al-Ahly.
Nel 1989 Don si Spegne a Edimbrugo, causa una brutta malattia, ma per i tifosi del Leeds lui sarà sempre il “Don”, e la curva dello stadio di Elland Road è ovviamente dedicata a lui. Forse di tutta questa favola non sarà il personaggio più simpatico, anzi per molti è visto pure come il “cattivo” della favola, ma quest’ uomo pure merita rispetto, perché come Brian anche lui ha fatto sognare e vincere un popolo.

-Curiosità-

I Tabellini delle due Finali di Coppa dei Campioni:

Monaco, Olympiastadion, 30 maggio 1979

Nottingham Forest Nottingham Forest – Malmo FF Malmö FF 1-0

Marcatori: Soccerball shade.svg 45′ Francis

NOTTINGHAM FOREST: Shilton, Anderson, Clark, McGovern, Lloyd, Burns, Francis, Bowyer, Birtles, Woodcock, Robertson. Allenatore: Brian Clough

MALMÖ: Möller, R. Andersson, Erlandsson, Jönsson, M. Andersson, Staffan Tapper (Malmberg), Ljungberg, Prytz, Tommy Hansson (T. Andersson), Cervin, Kinnvall. Allenatore: Bob Houghton

Arbitro: Austria Linemayr.


Madrid, Stadio Santiago Bernabéu, 28 maggio 1980

Nottingham Forest Nottingham Forest – Amburgo Amburgo 1-0

Marcatori: Soccerball shade.svg 21′ Robertson

NOTTINGHAM FOREST: Shilton, Anderson, Gray (Gunn), Lloyd, Burns, O’Neill, McGovern, Bowyer, Mills (O’Hare), Robertson, Birtles. Allenatore: Brian Clough

HAMBURGER SV: Kargus, Kaltz, Nogly, Buljan, Jakobs, Hieronymus (Hrubesch), Magath, Memering, Keegan, Reimann, Milewski. Allenatore: Branko Zebec

Arbitro: Portogallo Garrido da Silva.

Foto Nottingham di Gianluca Apicella e Sergio Coppola
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